3. Dieci minuti

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Lisa, dopo il lavoro, aveva preso l'abitudine di passare spesso al Bistrot di Tony, dividendo così il suo tempo libero con Talulah, Minnie, Hazel e, purtroppo, le altre; quelle che ai suoi occhi risultavano essere semplicemente wags, non certo persone.

L'appellativo wags, a Lisa, ricordava tanto alcune etichette scomode, di chi aveva già deciso per gli altri il loro status. Wags, nel suo cervello, era al pari di 'veline' e 'soubrette'.

Minnie ed Hazel facevano altro, non rientrando così nel suo prefissato schema mentale. Minnie curava un sito di critica enogastronomica, mentre Hazel aveva una rubrica su un giornale di moda a tiratura nazionale.

Le altre, invece, si adagiavano sulle loro posizioni ma, soprattutto, su quella dei compagni. Non lavoravano, passavano le giornate tra estetiste, palestre e negozi d'alta moda, pronte a metter mano alle carte di credito piene dei soldi che i rispettivi partner accantonavano tirando calci a un pallone.

Passando del tempo con loro aveva capito molte cose. Il gruppo delle cosiddette wags non si limitava a loro, ma erano semplicemente uno dei tanti capannelli che si erano formati. Per esempio Rodrigo, il ragazzo di Kathleen, e Franz, il marito di Sonja, non facevano parte dello stesso gruppo stretto di amicizie di Tyler e Chase, i mariti di Hazel e Minnie.

Eppure le ragazze si frequentavano lo stesso. Ignorando altre che sopportavano ancor meno rispetto ai pochi elementi di quel piccolo raggruppamento.

Nonostante le vedesse spesso in quel periodo, ancora non aveva conosciuto i ragazzi, forse perché una decina di giorni non erano poi molto tempo. Frequentavano spesso il Bristot, ma non li aveva mai incrociati a causa dei diversi orari. A parte Chase Connelly, non sapeva che faccia avessero. Poteva pure incontrarli per strada che non li avrebbe riconosciuti.

Da Hazel aveva saputo solo che erano di varie nazionalità. Suo marito e Chase erano americani, poi in squadra c'erano spagnoli, canadesi, inglesi, tedeschi e anche un italiano.

Era strano per lei vivere tutto questo. Le sembrava di stare in una sorta di Erasmus post universitario. Quella varietà, il sapere che molte persone erano nella sua stessa condizione di 'outsider' in terra straniera, la rinfrancava un po'.

Aveva notato un'altra cosa, su di loro. Le ragazze sposate, consce di avere un futuro con le proprie metà, o avendo le spalle coperte in caso di divorzio, erano più tranquille rispetto a chi era soltanto la ragazza del calciatore di turno, come Kathleen e Skipper. Era evidente come si sentissero minacciate da ogni presenza nuova femminile nel gruppo, come se avere una relazione con il proprio uomo non dovesse bastare loro per avere un certo tipo di sicurezza.

Lisa trovava alieni certi ragionamenti. Avrebbe dovuto capire che era capitata in un mondo completamente diverso dal suo.

Le mancavano quindici minuti di metropolitana, quando le arrivò un messaggio di Hazel "Ehi straniera! Passi di qua oggi? Devo indottrinarti un po' sul buongusto, ho portato Glamour e Cosmopolitan, per Vogue non sei ancora pronta!"

Era una fissa di Hazel, quella di restaurare, o inventare, lo stile della nuova arrivata.

In effetti, nonostante avesse vissuto con una personal shopper, non aveva mai badato a cosa indossare. Guardandosi allo specchio non vedeva una donna, ma una ragazza troppo cresciuta.

Un cambiamento non le sarebbe dispiaciuto, ma la spaventava al contempo. Eppure, sognava di svettare su tacchi altissimi e camminarci con leggiadria. Peccato che quando li indossava sembrasse la brutta copia di Gamba di legno e rimpiangeva le ballerine o gli stivali bassi.

"Non riesco a passare. Un mio collega per sbaglio mi ha rovesciato addosso del caffè, ho bisogno di una doccia e di un cambio d'abiti. Ci siete più tardi?" digitò il messaggio con foga. Non aveva niente di meglio da fare e allacciare i rapporti con gente che le stava a genio le faceva piacere.

Lovescore (ex Loverdose)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora