Capitolo 1

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6:50 a Mersville, il sole era sorto da poco e il cielo era tempestato di mille sfumature d'arancione, che andavano disperdendosi nel classico azzurro.

In una camera non sua, Seth raccoglieva i propri vestiti da terra, ravvivando i capelli scompigliati dalla notte movimentata, il suo cellulare giaceva a terra carico di chiamate e messaggi, ai quali avrebbe risposto in un secondo momento o forse non lo avrebbe nemmeno sbloccato se non per controllare l'ora.

Aveva poco tempo per tornare a casa propria, farsi una doccia, cambiarsi e correre a scuola, arrivando come sempre in ritardo.

Oltre al suono della stoffa che scorreva sulla pelle, il respiro tranquillo di un semi sconosciuto, bello e senza nome, del quale Seth si sarebbe dimenticato presto.

In fondo aveva sperimentato sulla propria pelle che era meglio riempire le notti di piacevoli amplessi, piuttosto che lasciar scorrere pensieri distruttivi, passati oscuri, fantasmi e cicatrici ancora vivide.

Perché Seth era questo, l'incarnazione della gioia di giorno e un'anima in pena di notte, che provava conforto soltanto nel sentirsi adorato e venerato dal corpo di qualcun altro.

Il ragazzo senza nome sembrò risvegliarsi, infastidito dalla zip della felpa che si chiudeva.
"Scappi di già?" mormorò la voce assonata del tipo in questione, al quale Seth concesse solo un minuscolo sorriso.

"Non abbiamo altro da condividere" rispose semplicemente, voltandogli le spalle e uscendo da quella stanza e in seguito dalla porta d'ingresso, senza rimpianti.

Ore dopo, poco prima del suono della campanella, Milo, seduto sotto una quercia, controllava in maniera quasi ossessiva i suoi compiti delle vacanze, completamente svolti e ordinati.

Quello era il luogo in cui aspettava Seth ogni mattina, inutilmente dato che quest'ultimo arrivava sempre dieci minuti dopo l'inizio delle lezioni.

Una folata di vento fece scompigliare i suoi folti capelli biondi e subito dopo un paio di scarpe firmate invasero la sua visuale periferica.

Con calma, Milo alzò lo sguardo celato dalle lenti degli occhiali, verso il paio di gambe infinite, arrivando al viso della presenza.

Le sue labbra si schiusero dallo stupore e dalle farfalle che iniziarono a torturare il suo stomaco.

Stropicciò le palpebre per accertarsi che quella non era solo una visione dettata dalla sua fantasia ma Henrik era ancora lì, bello come un Dio greco, con un sorriso bianco ad adornare due labbra rosse da baciare, incastonate in un viso virile, dal lieve accenno di barba.

I suoi occhi neri, come la chioma che aveva in testa, avrebbero potuto rendere poltiglia il povero corpo di Milo, visibilmente provato.

"Ciao" disse infine Henrik, abbassandosi per sedersi sull'erba verde, davanti a Milo, il quale girò la testa a destra e sinistra solo per accertarsi che stesse proprio parlando con lui.

"C-Ciao.." odiò la sua voce traditrice che lo fece balbettare e arrossire come un dodicenne.

Ma Henrik da vicino era tutta un'altra storia rispetto al ragazzo che spiava e ammirava da lontano senza avere il coraggio di avvicinarsi ed ora eccolo lì, seduto accanto a lui, bello come non mai!

Nonostante ciò Milo non riusciva a spiegarsi il perché stesse parlando proprio con lui, poi un flashback attraversò la sua mente e l'occhiata che gli aveva riservato il primo giorno di scuola lo fece arrossire di nuovo.

Era davvero possibile che Henrik fosse interess-..

"Tu sei amico di Seth, giusto? Potresti darmi il suo numero?" domandò gentilmente l'altro, accentuando quel dannato sorriso da capogiro.

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