Erano le sette di sera, quindi io e Francesco ci stavamo preparando per tornare ciascuno a casa sua.
Lui abitava qualche via più in là e ogni mattina percorreva la stessa strada per andare assieme a Rob a prendere il bus.Avevo messo il giubbotto e stavo cercando di togliere qualche piega. Francesco invece si stava riallacciando le scarpe -la mamma di Rob ci diceva sempre di toglierle.
"Vengo un attimo con voi, va bene?" aveva detto Roberto.
Io e Francesco ci eravamo guardati con la coda dell'occhio. Non era possibile, purtroppo. Appena usciti dalla casa di Rob prendevamo due strade opposte, io giravo l'angolo a destra e lui procedeva dritto per il lato sinistro del marciapiede.
"Coso, non c'è modo di farlo."
"Coso, ti costa tanto andare un momento al Parco della Musica?"
"No" aveva scrollato le spalle Fra', per poi ravvivarsi i lunghi capelli biondo cenere.
Mi avevano guardato entrambi, nell'attesa che io fossi l'ultima a dare l'okay.
A me costava più fatica, in realtà, perché ero solo al secondo anno ed ero l'unica femmina con due ragazzi di quarta. E cominciava anche a farsi tardi. Non so bene come vada negli altri posti, ma a Cagliari, in inverno, dopo le sei è già buio.
Mi sentivo un tantino osservata e le mie guance avevano preso colore. Avevo sorriso intimidita e, prima di mandare un messaggio ai miei per chiedere il permesso, avevo mormorato "Ma sì, andiamo".
Fuori faceva freddo, ma non tanto quanto avevo immaginato. Roberto indossava un giubbotto nero imbottito, aperto sul davanti. Francesco portava una giacca invernale verde scuro, chiusa fino a metà petto -sotto si intravedeva la maglietta con il logo degli Smiths. Io avevo un parka color fango chiaro.
Roberto si era portato dietro le sigarette e lo skate.
Mi ero seduta a gambe accavallate sul bordo di una panchina e avevo guardato i due ragazzi fare a turno sulla tavola. Era uno spettacolo: erano piuttosto bravi ma quando cadevano ridevano come dei cretini, e poi si guardavano le mani per accertarsi che non si fosse rotto niente. Mi sorridevano e prima di fare un'esecuzione mi dicevano: "questa è per te". E poi crollavano come un sacco di patate.
Rob mi aveva lasciato il suo pacchetto di sigarette in affido, ce l'avevo in tasca. Avevo una sottile curiosità di provare a fumarne una, ma sapevo che non ne sarei stata capace e che non mi sarebbe piaciuto. E se mi fosse piaciuto, anche peggio.
Proprio mentre pensavo alle cicche, Roberto si era buttato a terra, faccia in giù. Si era rialzato con il labbro sanguinante, che aveva pulito con la manica della maglia. Mentre Fra' si appropriava dello skate, lui mi veniva incontro.
"Tutto bene?" avevo chiesto accennando una risata e alzando un sopracciglio.
"Mai stato meglio" aveva sorriso.
"Immagino."
"Ehi, ti va di fare un giro? Sullo skate, dico" si era seduto sulla panca e aveva canticchiato a voce bassissima "He was a skater boy/she said see you later boy/he wasn't good enough for her/she had a pretty face/but her head was up in space/she needed to come back down to earth."
Avevo ridacchiato. "Ma se divento io lo skater boy... smette di avere senso."
"Questo è da vedere" aveva detto. Si era alzato e mi aveva teso la mano.
Francesco si era fermato di colpo e mi aveva aiutata con la tavola. Per qualche irragionevole motivo, tremavo. E lo skate traballava, a sua volta. Mi ci era voluto un po' di tempo per capire che dovevo darmi una spinta per muovermi. Avevo dato un colpo troppo forte, però, così ero partita a mille senza avere alcun controllo, ed ero scivolata di malo modo. Mi aveva fatto piuttosto male. Così, dopo altri brevi tentativi in cui Rob e Fra' mi avevano tenuto le mani, avevo provato a sedermi sulla tavola. Mi era andata meglio, ma era stato scomodissimo, e mi venivano le vertigini.
"State cercando di uccidermi, vero?" avevo detto rialzandomi, poggiando la mano sulla spalla di Francesco. Lui mi aveva circondato con un braccio e io avevo premuto la testa sul suo petto.
"Come l'hai capito?"
"Wow, puzzi" avevo ridacchiato.
"Wow, grazie"
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This is not a love song
Teen Fiction"Ad un certo punto aveva alzato lo sguardo, dritto sul mio, e mi aveva sorriso. Era un sorriso solo e soltanto per me, e gli altri erano scomparsi. Avevo sorriso anche io. Era alla fine della canzone, ancora qualche verso, ma aveva deciso di cambiar...