Capitolo 2- Uno straniero dai pattini d'argento.

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In una soleggiata giornata invernale, Viktor al suo solito prese i suoi pattini e, uscito dal suo castello, si incamminò attraverso il bosco, assaporando l'odore degli alberi e ascoltando il lieve rumore dei suoi passi sulla neve. Voleva raggiungere il lago ghiacciato per poter danzare sotto l'allegra luce del giorno. Ma quando arrivò lì, si bloccò dietro gli alberi : sentiva delle lame che fischiavano graffiando il ghiaccio ed una figura nera che si intravedeva volteggiare tra i rami. Viktor si avvicinò ancora di più verso la figura, scostò leggermente i rami e... Rimase incantato. Quella figura nera era in realtà un giovane bellissimo. Gli occhi a mandorla di un bel castano chiaro, intensi e dolci. Capelli corti e pettinati indietro, di un nero corvino luccicante come il ghiaccio su cui pattinava. E infine la pelle bianca e candida, come la neve fresca. Danzava sorridente e sereno sui suoi bei pattini dalle lame di argento, ed era talmente preso dalla danza che non si accorse che il re lo stava guardando. Viktor non si era mai sentito così attratto in tutta la sua vita da nessuno, né uomo né donna. Non riusciva a staccare gli occhi da quello straniero dall'aria gentile e pensierosa e sentiva uno strano calore, che partiva dalla punta delle dita fino a quelle delle orecchie. Con gli occhi azzurri un poco imbambolati, il re uscì allo scoperto, facendo tremare i rami dietro cui si era nascosto e lo straniero, non appena si accorse della sua presenza, sussultò e cadde scivolando sul ghiaccio. "Oh mio Dio! Tutto bene?", esclama Viktor andando incontro al caduto, "Sì sì, tutto bene. Perdonatemi, mi dispiace tanto." rispose il giovane, tentando di rialzarsi. Il tono di voce era timido e un poco impacciato, e quando sollevò il viso era rosso come il peperoncino per l'imbarazzo. Viktor allora sfoggiò uno dei suoi più belli e divertiti sorrisi, che gli illuminava il volto, e tese la mano verso lo straniero : "Non hai nulla di cui scusarti. L'importante è che non ti sia fatto male." Il ragazzo, guardando timidamente il re, gli prese la mano e si rialzò. Una volta sullo strato di neve, il giovane dagli occhi a mandorla guardava a tratti il suo silenzioso osservatore: ha un aspetto regale e nobile, potrebbe essere un re, pensò. " Non devi avere paura di me. Non ti farò del male.", cominciò Viktor con un tono più pacato e soave, "Da dove vieni straniero?". "I-Io vengo dalla parte bassa della montagna, verso la valle. ", rispose il ragazzo alzando gli occhi al re, "OH!! Allora siamo vicini di casa!!", esclamò Viktor contento, con gli occhi brillanti di entusiasmo e un sorriso spontaneo ed allegro . "Dunque voi siete il famoso re Dei Ghiacci...", sussultò allora lo straniero con uno sguardo stupito. "Oh, ti prego! Non darmi del voi : chiamami Viktor!", lo interruppe il re divertito. La timidezza del giovane dai capelli corvini lo affascinava davvero molto, eppure non sembrava essere una persona comune. "Ok, Viktor. Piacere di conoscerti.", gli disse poi il ragazzo con un semplice sorriso che lo stupì ancor di più. All'improvviso un rumore fra i rami li fece sussultare e lo straniero disse velocemente : "Devo andare." "Ma tornerai qui vero?", ribatté Viktor spontaneamente, con uno sguardo che non era più nobile e soave, ma addolcito come quello di un bambino. "C-certo che ritornerò, se ti fa piacere....", gli rispose il ragazzo con il viso rosso per l'imbarazzo ed un espressione di stupore. "Sicuramente! Come ti chiami straniero?", gli chiese ancora Viktor. "Yuri! Yuri Katsuki.", gli gridò allegro il giovane, per poi allontanarsi nel bosco.

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