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169Notte - There was a Silence‏

Autore: Leliwen
(https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=58462 )
🔥(+18) (Kanda/Allen)
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La sede dell'Ordine Oscuro era immersa nel silenzio della notte.

Allen sapeva di non dover uscire, di non tentare assolutamente di allontanarsi dal nuovo supervisore per nessun motivo, altrimenti sarebbero stati guai. Guai molto seri. Ma... ma c'era qualcosa che lo rassicurava nel cinese dai capelli biondi. Probabilmente era stato il calore della sua schiena, quando l'aveva trasportato - ferito - in infermeria, oppure erano le torte deliziose che gli faceva trovare in giro, oppure... non ne aveva idea. La verità era che, in un modo molto contorto, Link gli piaceva. Sentiva che poteva arrivare quasi a fidarsi di lui. Non tanto da affidargli la vita di chi amava... ma abbastanza da potersi permettere una gita notturna fino alla palestra per tentare di scacciare ogni pensiero.

Davvero ogni pensiero.

Primo tra tutti quello stupidissimo Maestro!

La sua presunta morte e la scomparsa del suo presunto cadavere, aiutava la sua insonnia a farsi più prepotentemente invadente ogni notte di più. Per fortuna invece Link sembrava crollare, letteralmente, ogni notte dentro il proprio letto e dormire profondamente fino al mattino seguente.

Ogni volta si alzava con un'espressione scocciata.

Allen non aveva ancora capito se fosse perché lo trovava puntualmente sveglio e in pieno allenamento mattutino, o se forse aveva semplicemente la luna di traverso ogni volta che si svegliava. Sorrise all'idea di restarsene una mattina a poltrire nel letto per cercare di far luce sul malumore mattutino del suo sorvegliante, ma non era certo ne fosse in grado.

Entrò in palestra con un sorriso sciocco sul volto. I pensieri che l'avevano tenuto sveglio sembravano essersi finalmente chetati e lui sentiva che, con un paio d'ore d'allenamento, sarebbe poi riuscito a dormire almeno per quattro ore... se non addirittura cinque!

Il sorriso si gelò e le labbra assunsero immediatamente una piega amara.

La palestra era occupata.

Occupata dalla sola persona che NON avrebbe voluto vedere quella notte, da colui che riusciva a mandargli il sangue al cervello alla sola vista.

Sgusciò dietro una colonna, il più silenziosamente possibile.

Kanda era assorto in meditazione; i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle, la maglietta a collo alto senza maniche gli fasciava il torace, facendo intravedere una porzione dello strano tatuaggio, i pantaloni si tendevano morbidamente sulle gambe, gli stivaletti erano abbandonati in un angolo e la sua Mugen se ne stava appoggiata davanti a sé.

Non si voltò verso di lui, ma le spalle si tesero, segno che l'aveva sentito arrivare.

Allen si fermò a contemplarlo più di quanto fosse lecito, cercando di capire se la presenza dello spadaccino l'avrebbe distratto troppo. Kanda, d'altra parte, non sembrava dar segni di volerlo in qualche modo prendere in considerazione. Non che fosse una grande novità: il giapponese non l'aveva mai preso in considerazione di sua iniziativa, solitamente si limitava a tentare di ignorarlo. Ma Allen riusciva a fare comunque qualcosa che sarebbe riuscito a farlo irritare. Non sapeva se andarne fiero, ma certamente era raro vedere lo spadaccino perdere le staffe, come succedeva con lui.

Il finto albino sospirò silenziosamente, prima di imitare l'altro esorcista e togliersi le scarpe, entrando in palestra. Il pavimento freddo fu estremamente piacevole sotto i suoi piedi.

Decise che per una volta avrebbe provato a comportarsi bene, a non aggiungere altri motivi per aumentare il divario cosmico che li separava. In silenzio iniziò gli esercizi che solitamente eseguiva la mattina, per sciogliere i muscoli delle gambe, scaldare quelli del torace, distendere quelli delle spalle, irrobustire quelli delle braccia. Anche del braccio maledetto. Doveva irrobustirlo di più, molto di più: non aveva più alcuna intenzione di perderlo o di romperlo. Al solo pensiero delle terribili occasioni in cui Komui gliel'aveva rimesso apposto... raggelava.