Di tutte le mie insulse riflessioni e domande giornaliere, una sola viene ripetuta nella mia testa come quasi mi assillasse, mi tormentasse. Ciò di cui parlo, anche se potrebbe sembrare stupido ai molti, per me è molto significativo. Il "problema" che mi pongo sta nel riuscire a capire 2 cose precise: in cosa e quanto sono diverso dai miei coetanei e quanto questo possa influire nella mia vita generale. Il mio sentirmi "diverso" al di fuori delle apparenze, perché di questo sto parlando ora, dipende anche e soprattutto da cose che possono sembrare superficiali ma che nel sistema e nella cultura media d'oggi influiscono più di ogni altra cosa nel socializzare. Tralasciando il fatto che sono in piena età adolescenziale, ciò sta a signficare insicurezze, metaforici muri posti solo ed unicamente da me e il dover capire chi sono veramente io sono oggettivamente diverso da, che so, i miei compagni di scuola. Mi potrei forse esprimere meglio con alcuni esempi come le passioni. I miei compagni possono amare la moda o altre futili cose, io amo l'arte novecentesca o moderna (che tanto moderna non è dato che va dagli anni '60 circa in poi), amo leggere, disegnare, suonare il violino ed altri mille strumenti. Ciò si ripercuote quindi con i gusti, quindi mentre gli altri ascoltano la trap e quelle porcherie la io ascolto i Dire Straits, Bob Dylan, i The Clash, i Pink Floyd (<3), e un numero troppo alto di artisti elencabili. Questa mia diversità non m'impedisce comunque di socializzare, sono abbastanza socievole seppur timido come ragazzo, ma sicuramente mi impedisce di trovare spazi, situazioni, conversazioni nei o nelle quali io sia veramente a mio agio. Ho tanti "amici" ma pochi a cui racconto i cazzi miei (ustia biel, ciao c:), ciò è penso dovuto al mio dissociarmi, anche se (mannaggia a me) non del tutto, da certi tipi di persone. Questo (ovviamente) si presenta di nuovo in situazioni come quelle amorose, non riesco e non riuscirò mai a trovare qualcuna o qualcuno, perché no, che fa al caso mio. Chiunque mi può piacereè sempre o troppo tamarro o troppo di destra o troppo ingenuo. Ma comunque non odio del tutto la mia diversità, perché dipingere o osservare sono cose che amo fare, quindi se fossi "qualcun'altro" non sarei mai contento a pieno, ma comunque non amo la mia diversità, l'omologarsi in un gruppo o una maggioranza è un riflesso istintivo umano. Credo di non avere più nulla da raccontare quest'oggi, me ne andrò a dormire più alleggerito.