Capitolo 2 - L'amore è semplice

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Dieci anni prima

Ciò che non ho mai capito degli esseri umani è il motivo per cui si ostinano a voler osservare il tramonto nei luoghi più cinematografici; in vetta ai monti più alti, in un campo di grano o in riva al mare. Nessuno si sofferma ad ammirarlo con naturalezza, magari mentre torna a casa dal luogo di lavoro, rilassandosi alla vista del sole che inizia la sua discesa dietro il cemento, colorandone le vetrate con toni caldi e freddi, lasciando prendere vita alle tonalità artificiali che illuminano la città di notte.

Mi godo il miglior spettacolo naturale per eccellenza rilassandomi, mentre strimpello qualche nota di una canzone mai nata con la chitarra. Seduto su questa panchina in centro città, a stento mi accorgo dei pendolari che corrono verso le loro abitazioni o dei turisti che si recano a organizzare l'aperitivo, rilassandomi per un lasso di tempo che pare infinito.

Solo quando rivolgo lo sguardo verso il Duomo noto la sua chioma bionda mossa dal vento e le sue gambe longilinee dirigersi verso di me frettolosamente; come sempre, è in ritardo di un'ora.

«Scusa Leo, lo studio mi ha completamente fatto perdere l'orario.» Si giustifica Chiara, dandomi un leggero bacio a stampo.

Ha le guance arrossate e il fiato corto per la corsa che deve aver fatto, eppure la trovo ugualmente bellissima nel suo abito corto, colorato; le mette in risalto gli occhi azzurri di cui mi sono innamorato.

«Tranquilla, nel frattempo mi stavo rilassando. Spero tu sia affamata, ho visto un ristorante di pesce poco lontano da qui, come piace a te.» Le spiego, fomentato.

«Oh, in realtà speravo di riuscire a stare poche ore a casa tua, perché ho una serata importante con i miei genitori.»

«Ma ieri...» accenno, confuso. «Non me lo hai detto.»

«Hai ragione, ma è il compleanno di mia madre, non posso dire di no. Sai quanto ci tiene alle feste, no?» Precisa, senza cercare altre scuse.

«Come faccio a saperlo se non l'ho conosciuta?» Chiedo, leggermente irritato dal cambio di programma.

Ogni qualvolta organizzo una serata romantica che non ha a che fare con il letto, mi ritrovo a doverla scusare. Eppure, non riesco ad arrabbiarmi con lei, perché toglierle il sorriso equivarrebbe a un mio fallimento.

«Beh, non credo sarebbe una buona idea, non ancora.» Si giustifica, semplicemente. «Dai, non fare il broncio e andiamo da te, ceniamo insieme un altro giorno. Mi so far perdonare velocemente» conclude, sussurrandomi all'orecchio con fare provocante.

Sento i muscoli rilassarsi e un leggero brivido scorrere lungo la mia schiena, mentre le stringo la mano. Ci dirigiamo verso casa mia: l'unico luogo testimone della passione che ci lega, l'unico in cui non esistono mai rifiuti da parte sua.

Oggi

La luce e il sole lasciano lentamente spazio ai loro opposti in natura, mentre Sofia cerca di capire come far vibrare le corde della mia chitarra senza produrre suoni spiacevoli. Biscotto vaga per il giardino di casa nostra dando sfogo alla sua voglia di giocare e io mi godo il tempo che scorre velocemente nell'aria che profuma di affetto ogni giorno di più.

«Guarda che tramonto limpido, amore. Sembra che il sole voglia addormentarsi sui tetti di quelle case laggiù» sussurra Sofia.

Ha smesso di suonare per ammirare lo spettacolo in lontananza; i capelli blu spiccano sotto gli ultimi raggi del giorno e gli occhi brillano davanti a una bellezza semplice che lei riesce a cogliere. Non riesco a non trovarla meravigliosa, scoprendo giorno per giorno quanto le nostre diversità siano poche in confronto a tutto ciò che adoriamo allo stesso modo.

«È davvero bellissimo, e anche tu» dico piano, accarezzandole la guancia.

Si volta per guardarmi, amorevole, lasciandomi un dolce bacio a fior di labbra. Sono convinto che, se dovessi rinunciare alla sua bocca sulla mia, ne rimarrei distrutto.

«Ti amo» afferma.

«Ti amo anche io, lo sai» rispondo, deciso. «Non smetterò mai di ripetertelo.»

«Nemmeno quando dovrai tirare fuori la mia dentiera incastrata in un bicchiere?»

«Nemmeno in quel caso, no!» affermo, scoppiando in una sonora risata di coppia. «A proposito di sole, sei riuscita a guardare le previsioni per domenica prossima? Con la pioggia salterebbe il rinfresco all'aperto e dovrei avvisare il ristorante almeno un giorno prima.»

«Per ora mettono nuvoloso, il problema è che tanto non ci prendono mai!»

«Forse hai ragione. Vorrà dire che mangeremo tartine ripiene di acqua piovana, al massimo» affermo, fingendomi disgustato. Lei sorride.

«Non parlarmi di cibo, che ho proprio voglia di una pizza» dice, tornando seria. Ha una mano sullo stomaco, brontolante per la fame. «Che ne dici se la ordiniamo?» Propone, speranzosa.

«Come si può dire di no alla pizza?»

Come si può dire di no a un amore di donna come te?

«Non si può, ma magari preferisci uscire» esclama.

«No. Facciamo così: andiamo in casa, ordiniamo una pizza e la mangiamo davanti a un film sdolcinato. Uno di quelli che ti piacciono tanto» affermo, soddisfatto.

Mi sorride e accetta di buon grado, saltellando come se le avessi proposto una cena a lume di candela nel più bel ristorante d'Italia. Eppure basta così poco per renderla felice, ed è anche per questo che è bastato talmente poco a farmi innamorare perdutamente di lei, senza stancarmi mai.

Estraggo il cellulare dai jeans, inoltrando la chiamata alla nostra pizzeria di fiducia, poco distante da qui. Ordino la nostra cena, poi la raggiungo sul divano con un panno da condividere e una chiavetta usb piena di film smielati.

«Quale vuoi guardare?» Le chiedo, inserendola nel computer fisso sul tavolino. «Pretty Woman, Le pagine della nostra vita, Twilight...»

«Non c'è Dirty Dancing?» Chiede, con una nota di malizia.

«Sì. Perché, ti piacciono i balli proibiti?» Chiedo tranquillo, voltandomi a guardarla intensamente.

Si sta slacciando la felpa lentamente, sostenendo il mio sguardo. «Solo un certo tipo di ballo, quello che si fa mentre si attende il fattorino, senza alcun bisogno di alzarsi» sussurra.

«Se accettassi questo ballo e arrivasse la cena, mi toccherebbe interromperlo?» La raggiungo a passo lento, sbottonandomi la camicia.

«Certo che no, basta sapersi godere un'unica breve canzone in tutte le sue note» sussurra, sensuale.

Mi avvento sulle sue labbra, continuando ad assaporarle mentre i nostri corpi diventano un tutt'uno, creando una danza percepibile solamente dai nostri cuori. Sempre in sintonia, sempre sinceri, sempre innamorati. Sempre noi.

Musica, amore e fotografia (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora