Capitolo 3 - L'amicizia è rispetto

675 69 135
                                    

Nove anni prima

La pioggia battente non sembra voler cessare. È ormai un'ora che siamo fermi sotto questo portico; io, Paolo e Alessia, la sua ultima fiamma. Lei sbuffa a ogni tuono, annoiata, mentre lui gira con tranquillità l'ennesima cartina piena di erba e tabacco. Quando fuma non è mai di molte parole, perciò io mi limito semplicemente a osservare ciò che ci circonda, pensando a quello che avrei potuto fotografare se non avessi lasciato la reflex in camera. 

Una grossa pozzanghera riflette a tratti la piccola villa abbandonata, interamente di color mattone, in cui abbiamo trovato rifugio, donandogli un'aria ancor più tetra. Non è possibile entrare, date le lunghe travi di legno a bloccare le porte, inserite probabilmente per evitare che qualcuno invadesse la proprietà privata. Un piccolo giardino la rende però particolare per quell'unica rosa rossa che spicca, ancora in piena vita, in mezzo a tante erbacce non curate. Ma, oltre a qualche spunto fotograficamente interessante, potrebbe perfettamente essere un luogo degno di un film dell'orrore. 

La luce del giorno, resa ancor più debole dal grigio che riempie il cielo, sta ormai per lasciare spazio alla notte, oltretutto. 

«Che ne dite se torniamo verso il centro? Farà buio, a breve» propongo.

«Sei impazzito? In centro non posso neanche fumare in pace!» esclama Paolo, irritato. «Poi, guarda come piove. Non intendo fare la doccia, ora.»

«Almeno troviamo un altro posto, tesoro. Magari al caldo, no?» Si avvicina a lui Alessia, con fare sensuale. Quasi vomito, ma lui la scosta senza degnarla di uno sguardo, lasciandola perplessa. 

«Perché non ve ne andate insieme, se tanto vi secca stare qui? Non me ne frega un cazzo se avete freddo o se avete paura del buio come i bambini» conclude il moro, liquidandoci. Mi guarda con disprezzo, come se gli avessi fatto un torto. 

«Piantala di fare lo stronzo, dai» lo riprendo, cercando di far prendere a questa conversazione una piega meno dura. Le sue maniere rudi degli ultimi tempi non mi piacciono, soprattutto verso la sua donna. 

«Non sto scherzando: levatevi dalle palle!» Esclama, alzandosi con fare minaccioso.

Guardo Alessia, impaurita dal suo tono, poi guardo lui, con gli occhi rossi e le pupille dilatate; non ha fumato solo dell'erba.

«Tu sei pazzo» sussurro. «Vieni, ti accompagno verso casa» le dico gentilmente. Annuisce in silenzio, con aria triste.

«Ecco, bravi, andate via! E tornate solo quando avrete dei soldi da darmi!» Esclama Paolo mentre ci allontaniamo, ridendo, e io non lo riconosco. 

Da me di soldi non ne vedrai più.
Di rispetto, nemmeno.
Di donne, forse.

Oggi

Davanti allo specchio del soggiorno, chiudo i piccoli bottoni della camicia bianca, inserendo l'orlo nei pantaloni neri e allacciando la cintura. Marco mi osserva: segue i preparativi fin dall'inizio, come Ilaria con Sofia, e dal suo sguardo riesco a capire quanto sia fiero di me, come io di lui, anche se non ce lo diciamo mai.

«Non credo di averti più visto vestito così elegante dai tempi della gita a Venezia, quando le nostre ragazze erano ancora da conquistare» esordisce. «Ne è passato di tempo.»

Sorrido al lontano ricordo di Sofia, elegante nel vestito rosso di quella sera, in Hotel, poco dopo il nostro primo bacio. Un bacio carico di promesse mantenute negli anni. Se non fosse stato per i nostri amici, probabilmente, avremmo faticato maggiormente a dare inizio a un amore così grande e mantenerlo nel tempo, dati i piccoli inconvenienti del passato.

«Quel giorno non avrei mai pensato di ritrovarmi qui, sette anni dopo, pronto al grande passo» ammetto, leggermente nervoso. «Ma sono felice» concludo, con un occhiolino.

«Io lo sono per voi, amico» risponde, senza troppi preamboli. «Se ti serve altro, non ti basta che chiedere, lo sai.»

«Al momento, mi servirebbe una mano a infilare la giacca. Sai, credo di aver messo su qualche chilo» osservo. 

«L'ho sempre detto: la felicità fa ingrassare!» esclama ironico, prendendola dall'appendino.

Mi aiuta a infilarla; calza a pennello senza stringermi la vita. Marco estrae da una borsa di cartoncino una piccola rosa verde, finta, e la inserisce nel taschino della giacca. Rimango stupito dal suo gesto, perché non pensavo che potesse ricordarsi tutto ciò.

«Se non sbaglio la vostra relazione è iniziata da questo fiore, no?»

Ricordo il progetto del primo anno in accademia, il colore verde e la rosa nella teca di vetro che le ho fatto recapitare senza lasciare alcun nome. Ricordo il suo stupore in classe, quando ho pronunciato la stessa frase nel biglietto allegato al suo fiore, sorridendole. È un ricordo meraviglioso, che negli anni è rimasto un piccolo simbolo della nostra storia.

«Hai ragione.» Lo abbraccio, lasciandogli una sonora pacca sulla spalla.

Estrae la reflex dalla borsa apposita e, accendendola, mi scatta due fotografie a tradimento, mentre mi aggiusto la cravatta di un verde giada.

«Risparmia le foto per soggetti più consoni» dico in battuta.

«Ehi, hai un fotografo gratuito, non ti lamentare e lasciami scattare!» Ribatte.

«Prepara la schedina per l'intera giornata di domenica, allora. Con lei al mio fianco saranno sicuramente immagini migliori» concludo con un occhiolino.

Le parole per ringraziarlo di tutto non sarebbero mai abbastanza; mi limito a pochi gesti decisi, sperando che si ricordi del bene che gli voglio. Perché gli amici non si vedono solamente nel momento del bisogno, non ti mancano di rispetto, non ti pugnalano alle spalle: gli amici veri sono presenti quando la tua vita è già completa e loro possono solo arricchirla maggiormente.

 Perché gli amici non si vedono solamente nel momento del bisogno, non ti mancano di rispetto, non ti pugnalano alle spalle: gli amici veri sono presenti quando la tua vita è già completa e loro possono solo arricchirla maggiormente

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Capitolo breve, lo so, ma preparate i fazzoletti per il prossimo perché sarà l'ultimo prima dell'epilogo. Sì, è davvero una storia breve, per quanto mi dispiaccia.

A presto, Elena. ♡

Musica, amore e fotografia (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora