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4 novembre 1943
Mancano due mesi nell'anno 1944. Nei campi di solito vengono deportati anche i cechi, coloro di politica contraria tipo il comunismo, i testimoni di Geova, polacchi, criminali, asociali ed emigranti. Ognuno porta un simbolo di colore diverso sulla divisa per riconoscersi.
Alla fine ho accettato il fatto di fidanzarmi segretamente con Ferd. Yaacov mi ammazzerebbe, lo so, ma non ho scelta. Se voglio sopravvivere nel campo un nazista dalla mia parte è proprio quello che mi serve. Se avessi detto di no lui mi avrebbe trattata sicuramente come una normale ebrea. Fuori sembra notte ma penso che siano le 4 del mattino. Decido di alzarmi e sbirciare fuori. Faccio bene perché Ferd mi porta via dalla baracca verso non so dove

-Che succede Ferd?- chiedo

-Ti devi nascondere. Uccideremo tutti oggi. L'hanno deciso stanotte. In questo campo si è in troppi non c'è spazio per i nuovi arrivati. Sono tantissimi ebrei, 70 italiani, 50 rom e 10 omosessuali. Prenderanno il posto di tutti quelli che sono qui

-Ferd, grazie, ma... Yaacov deve salvarsi, non può morire!

-Vuoi che lo salvi?

Annuisco speranzosa

-Non posso, mi dispiace Rah'el

-Perché?- inizio a piangere

-Non piangere. Il fatto è che potrebbe non mantenere il segreto della nostra relazione e tutto il resto

-Parlagli da parte mia dicendo "Rah'el Amì ha detto di nasconderti perché uccideranno tutti. Ti saluta". Se dici così non si capirà, no?

Lui mi guarda e alla fine si arrende:- va bene, ci vado ora

Lo abbraccio cercando di non sporcarlo:- grazie Ferd

-Però nasconditi. Non faranno l'appello perciò non capiranno che non stai

-Dove mi nascondo?

-Vieni nel mio ufficio- mi prende per mano e cercando di non farci accorgere mi porta in una bella struttura. Subito apre una porta entrando in un ufficio e mi fa stare sotto la scrivania che davanti è coperta

-Resta qui, non ti muovere e non fiatare per nessun motivo se qualcuno entra. Cerca di trattenere il respiro, capito?

Annuisco e lui va via. Andrà da Yaacov. Che bello, si salverà. Sono proprio fortunata...

Penso sia passata un'ora perché si sentono le voci delle SS chiamare le baracche. La porta ad un certo punto si apre. Trattengo il respiro. Spero che non vengano qui vicino

-Ferd...- a parlare è il comandante Arthur Liebehenschel, lo riconosco dalla voce

La porta si richiude ed io sospiro. Sono davvero fortunata. Aspetto ancora un po' qui. Ad un certo punto sento i colpi velocissimi di mitragliatrici. Stringo un lembo della tunica cercando di non piangere. No, non piangere, tu stai bene, Yaacov sta bene, la tua famiglia sta bene...
I colpi non cessano per qualche minuto. Quante persone saranno? 2.000? Finalmente poi finiscono. Gli spari sono finiti e le urla pure. Sembra deserto fuori. Io invece sono sana e salva sotto questa scrivania

Prigioniera Ebrea {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora