Gladius

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Oioi, sono tornata con una nuova OS! Spero vi piaccia, buona lettura! xx
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«Kerykos, voglio la mia spada affilata per domani, se riesci in meno tempo. Non possiamo sapere quando e se quei bastardi decideranno di attaccare l'accampamento» Harry grugnì appena, vedendo che il servo dai capelli biondo cenere era quasi caduto a terra, preso alla sprovvista dall'importante peso dell'arma che il riccio gli aveva lasciato tra le mani.

«Cerca di non ammazzarti, possibilmente» il ragazzo sembrò pensarci un attimo prima di continuare a parlare: «Sai, vorrei evitare di avere la spada macchiata di sangue prima del dovuto» la sua lingua rosa andò a schioccare contro il palato in segno di beffa, un debole ghigno si era andato a formare sulle sue labbra leggermente carnose.

«Ah quasi dimenticavo, più tardi avrai modo di ricevere la mia armatura per lucidarla, voglio che Ettore ci si possa specchiare quando vedrà la vita abbandonare i suoi occhi — a causa mia ovviamente» e dopo questo Harry se ne andò, le braccia incrociate al petto e lo sguardo che valeva più di mille parole.

Harry, figlio di Peleo, re dei Mirmidoni di Ftia e della nereide Teti, non si poteva certo definire un soldato ubbidiente. Era sfacciato, faceva di testa sua, non si presentava in battaglia se non aveva voglia di combattere e il suo carattere difficile non facilitava certamente le cose.

Tutto ciò si contrapponeva al fatto che fosse una vera e propria macchina da guerra: in battaglia non sbagliava un colpo, non sembrava avere limiti, nessuna pietà e nessun punto debole. E, come diceva lui, Menelao avrebbe dovuto dare una mandria di buoi in sacrificio agli dèi per ringraziarli di averlo tra i suoi soldati.

«Nestor, di certo non sei qui per bighellonare, torna da Zayn prima che ti ci riporti io» il solito ringhio gutturale che accompagnava tutte le frasi del soldato si fece sentire dopo poco, incutendo timore allo schiavo che immediatamente mollò le lance che teneva tra le braccia, correndo alla tenda del suo padrone.

Harry alzò gli occhi al cielo prima di riprendere a camminare spedito: odiava gli schiavi fannulloni. Non servivano a nulla, ti facevano solo sprecare tempo.
«Liam, mi sei piaciuto oggi in battaglia, penso che la nuova spada stia facendo il suo dovere» il ragazzo dai capelli dalla rasatura militare gli sorrise in modo ironico, un semplice cenno fu la sua risposta mentre era intento ad allacciarsi i sandali.
«Grazie Harry, è nobile da parte tua venire a leccarmi il culo dopo che mi hai quasi colpito accidentalmente» rise alzando gli occhi al cielo.

«Che vuoi che sia, girandomi ho pensato che potessi essere Paride, ma poi mi sono ricordato che quello è scappato dal fratello con la coda tra le gambe: non penso lo vedremo mai in battaglia»

«Figurati, sicuramente sarà impegnato a sbattersi Elena, incurante dei soldati che muoiono per un suo capriccio»
Harry rise insieme a lui prima di scuotere piano la testa «Fossi stato Ettore avrei rispedito lei a casa insieme a quel bastardo, sarebbero stati uccisi entrambi e noi — cioè, voi — non morireste in una battaglia che non ci appartiene»

Liam alzò un sopracciglio anche se Harry non poteva notarlo: il ragazzo infatti aveva lo sguardo basso, le mani impegnate ad intrecciare i lacci di cuoio. «Oh, signorino Io-Sono-Immortale, ti credi più forte di noi?»

«In realtà sì»

Liam rise con affetto ed alzò nuovamente lo sguardo, parlando ad alta voce e fermando così la camminata lenta dell'altro soldato «Beh in questo cas- oh, aspetta! Quasi mi dimenticavo, Niall ha detto che Agamennone ti ha lasciato qualcosa nella tenda» ed Harry capì a cosa, o meglio, a chi si riferisse quando vide gli angoli delle labbra di Liam intenti ad arricciarsi in un'espressione compiaciuta.
«Dèi miei, spero solo che non sia uno schiavo come quello della volta scorsa, quello stronzo mi ha morso»

Gladius » larry OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora