1. Di famiglia anormale ed amici svitati...

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♧Song: Don't stop - 5 Second of Summer

Credo fermamente nel Karma. E non lo dico soltanto per fare bella figura usando paroloni, insomma, la possibilità che tutto giri intono a uno scopo - a una causa effetto- è piuttosto plausibile e anche abbastanza sensato: è naturale che uno agisca sulle proprie scelte tutto in circolo a questa causa-effetto, dare per ricevere.

Come in uno scambio equo: fare cose giuste, dare del bene, per riceverne altre altrettanto giuste.

Ed è per questo che penso che io in un altra vita sia stata un essere abominevole e malvagio, oppure una seguace di Kaguya, oppure i miei genitori avevano commesso troppi crimini prima di concepire me e quindi hanno deciso di scaricarmi addosso un karma negativo.

***

Avere quindici anni non era una bella cosa; vivevi ancora sotto la stretta tutela di mamma e papà - nel mio caso più mamma che papà - e dovevi superare un sacco di esami per compiere il tuo ciclo di istruzione ninja. Genin, Chunnin, Jounin... eccetera; che poi a me andava benissimo, dato che volevo diventare Hokage, obiettivo deciso a dodici anni quando compresi che il mondo sarebbe finito in guai seri se non ci fosse un valido Hokage a dirigerlo.
Intendiamoci, non voglio puntare il dito contro il settimo, che per quanto stupido, infantile, miserabile, inutile e perdente sia stato - parole di Sasuke Uchiha, quindi erano molto di parte - era diventato un ottimo Hokage comunque.

Ma, stavo parlando, di suo figlio, Boruto Uzumaki, molto simile di aspetto al padre quanto diverso caratterialmente.

Andiamo, il settimo Hokage, in fondo, era divertente, allegro e un sacco di altre cose che Boruto non era. Allora spiegatemi perchè sono finita una delle più intime amiche di quella testa Quadra ?
Voglia dire perchè i nostri genitori erano migliori amici, voglia dire perchè è un compagno di team per me o un mio coetaneo, ma  da quando ci erano stati accoppiati nei team il mio rapporto con l'idiota si era rafforzato e trovavo la sua compagnia pure passabile.
Io, Sarada Uchiha, nonostante il cognome che portavo, non mi piaceva darmi da arie snob e sopratutto non mi piaceva eclissare le persone, della serie: « Non possiamo essere amici perchè sei un perdente. » oppure: « Devi avere un livello di alta popolarità per respirare la mia aria. » Insomma: no.
Forse era per quel motivo che mi piaceva circondarmi di amici.
Forse era per quel motivo che avevo amici piuttosto strambi.

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Quel giorno, quel caldo, secco, e odioso giorno di Agosto, sarebbe tornato mio padre dalla sua ultima missione. Il che sarebbe stato wow, davvero, se mia madre non avesse passato le ultime quarantotto ore a sistemare la casa - già pulita-, i suoi capelli - acconciandoli più e più volte - e chiedendomi ripetutatemente se fossi contenta del fatto.
Il ritorno di papà dalle sue missioni era la maggior parte delle volte stressante; non giudicatemi, ero contentissima, anzi, strafelice dell'idea che il mio vecchio papa tornasse da me e la mamma, ma normalmente si subita una serie di effetti a catena di cui generalmente ero vittima.

Come la cena del Bentornato.

Ogni qualvolta che papà tornava dalle sue missioni, il settimo e alcuni amici di vecchia data di papà - che erano poi i genitori dei miei squilibrati amici - organizzavano una cena in un ristorantino delizioso a Konoha in una sorta di rito di ben accolto, e sospettavo che fosse principalmente il caloroso affetto che i suoi amici provavano per Sasuke Uchiha che lo faceva scappare ogni volta.
Papà grugniva ogni volta, abbassando lo sguardo e arrossendo vistosamente per i suoi standard - due guancie rosse come pomodori -, declamando poi che erano tutti degli imbecilli rozzi, scoccando poi un'occhiata a mia madre e sospirando, come per intendere nel suo linguaggio muto « Tranne te, ovviamente. » il che equivalena quasi a una dichiarazione d'amore pubblica.
E ogni volta, ogni cena, finiva con un disastro in particolare, perchè, diciamocelo, altrimenti tutte quelle persone che ci circondavano non avrebbero fatto parte altrimenti del rinomato cerchio i ragazzi di Konoha.

Monogɑtɑri of Sɑrɑdɑ - Diɑrio di un UchihɑDove le storie prendono vita. Scoprilo ora