Capitolo 1

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Era già la quinta volta che ci trasferivamo.

Ancora una volta ho dovuto lasciare casa, scuola e amici, grazie al lavoro di mio padre che non ci concede una fissa dimora.

È il manager di una squadra italiana di calcio, non riesce proprio a liberarsi delle sue e delle mie origini.

Se ve lo state chiedendo si, sono italiana, ma l'Italia è un paese che ormai non mi appartiene più, sono cinque anni che vivo in America e ormai mi sono totalmente integrata. La lingua non è mai stata un problema, infatti ho impiegato circa un mese per arricchire la base di inglese che avevo già formato in Italia, e per l'accento americano avevo i miei amici che mi insegnavano qualcosa di nuovo ogni giorno.

Peccato che ogni anno queste amicizie venivano rovinate da traslochi continui. E cominciavo a rimpiangere la mia vita in Italia.

Oggi è il mio primo giorno di seconda liceo in una scuola di New York. Sono piuttosto eccitata e ansiosa di conoscere i nuovi compagni e di visitare questa magnifica città che ho sognato per tanto tempo. Ma allo stesso tempo soffro tantissimo per la mancanza dei miei vecchi amici, delle abitudini e perfino della scuola.

La mia nuova scuola, la Stuyvesant High School, si trova nel centro della città, i miei genitori l'hanno scelta apposta perché io possa raggiungerla a piedi. La nostra casa invece è un po' in periferia, ma comunque abbastanza vicina al centro.

Oggi ho deciso di andare a scuola a piedi per cominciare ad orientarmi e capire come è disposta la città.

Appena arrivo d'avanti al portone della scuola controllo l'orologio: 7:45. Qui, come in Italia, la scuola inizia alle 8 in punto. Mi guardo intorno e i miei occhi incontrano la sagoma di una libreria. Non riesco a resistere all'impulso di entrarci e mi ci fiondo di prepotenza. Dovete sapere che sono una grandissima fangirl di libri come Harry Potter, Hunger Games, Divergent, Percy Jackson, Shadowhunters, Maze Runner e Magnus Chase, sono letteralmente dipendente dai libri. Comincio a guardare estasiata le copertine di svariati libri e guardo nuovamente l'orologio: 8:03. NON È POSSIBILE. Non può essere passato così velocemente.

Mi giro verso la porta di uscita della libreria, urlo un: "ARRIVEDERCI!" rivolgendomi alla commessa che non vedeva l'ora di appoggiare la testa da qualche parte e farsi un lungo pisolino. Corro verso la scuola e spalanco il pesantissimo portone d'entrata.

(Bello iniziare il primo giorno di scuola arrivando in ritardo ehh, grazie vita MAINAGIOIA.)

Corro per le scale e trovo la mia sezione contrassegnata da un cartello: "SECOND HIGH SCHOOL SECTION B" apro la porta violentemente e pronuncio uno squillante "Buongiorno, scusi per il ritardo." Con un inglese discutibile, ma ehi ho corso fino a qui e i miei polmoni mi stanno abbandonando.

La professoressa mi lancia un finto sorriso di benvenuto mentre mi presenta alla classe. Mi siedo nell'unico posto libero in secondo banco con un ragazzo mezzo addormentato sul libro che aveva sotto il naso.

SPAZIO AUTRICE:

QUESTO ERA UN CAPITOLO IN COLLABORAZIONE CON @Madeline-Tomlinson SPERO VI PIACCIA.

Una Nuova Vita _Matthew Daddario_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora