Primo insegnamento, ultima parte: mai fidarsi di una strega, mai.
Le formiche hanno a disposizione un duplice sistema di orientamento: uno basato sulla vista, l'altro sul numero di passi fatti. In particolare, le formiche esploratrici sfruttano indizi celesti per prendere la direzione giusta quando devono tornare al formicaio. Per questo esatto motivo Loki decise di trasformarsi in una di esse: avrebbe notato più facilmente un piccolo oggetto blu, quale era la boccetta. Anche perchè da quella dimensione gli sarebbe parso gigantesco. Però c'era un problema: aveva meno di una notte di tempo per trovarlo e, sicuramente, non sarebbe stato in bella vista.
Ovviamente, tutte queste supposizioni erano basate sul pensiero che Egill, il padrone di casa, avesse almeno un briciolo d'intelligenza. Ma fortunatamente non era dotato di tale qualità: infatti un ciondolo turchino spiccò da un mobile alto.
Sembrò semplice, un piano veloce ed efficace: tornare alla sua reale forma, prendere e tornare Pål. E così fece. Come bere un bicchiere di idromele.
Così riprese i suoi precedenti passi, tornando nel fienile, ma non prima di prendere in prestito due tozzi di pane.
<<Cosa hai preso?>> Venne interrogato Lucky che, in risposta l,e mostrò il pane, tenendo fuori dalla sua vista la pozione.
<<Solamente?>> Sembrò annoiata. <<Beh, allora ti conviene fare ciò per la quale siamo venuti qui: dormire.>> E quelle furono le ultime parole che quel giorno vennero emanate.
Uno strattone. Una botta in testa. Uno strattone. Una botta in testa. Uno strattone. Una botta in testa. Pål si svegliò di soprassalto nelle sue vesti da vecchio. Era buio.
Uno strattone. Una botta in testa. Uno strattone... E così continuava. Non poteva parlare: sarebbe saltata la copertura. Dovette rimanere a subire, ciò che a Loki non piace. (Dovete sapere che una volta si vendicò anche solo di un grappolo d'uva rubato.)
Il supplizio finì.
<<Chi siete?>> La domanda fatidica arrivò. Il Dio era solo? Non poteva saperlo con i sensi che si ritrovava in quel corpo.
<<Siamo Pål e Synnøve...>> Una voce affievolita da un colpo rispose: era Heidi. I Nostri Due Eroi non potevano svelarsi, in special modo Loki, che, per via si una disputa passata, era in lotta con queste genti.
<<Falso!>> Ed ora toccò pure a Lucky: una frustata lo stordì.
<<Dov'è Livet?>> Un urlo frustrato, seguito da un altro colpo. "Livet" così si chiamava quell'intruglio magico.
<<Non so di cosa tu stia parlando...>> La nipote rispose. Ma uno spiraglio di luce le fece rendere tutto molto più chiaro.
<<Ladri! Vediamo se vi piacerà ancora mentire fra una settimana: senza bere né mangiare.>> Li minacciò, accingendosi a chiudere il buco dove erano finiti.
<<Aspetta, aspetta: è stato Pål.>> Ed ecco che siamo arrivati al punto cruciale di questi tre capitoli: mai fidarsi di una strega, vi consiglio di annotarvelo se vi capiterà di incontrare una.
Il vecchio si sentì strattonare, avrebbe voluto dire qualcosa in sua difesa, ma non poteva ancora parlare. (E niente cari lettori, volevo solo ricordarvi l'esistenza del Karma, quindi, prima di combinare qualcosa, tenetevelo in considerazione.)
<<Dov'è? Dove si trova?>> Venne esaminato e picchiato.
A questo punto si rivelò, nella sua vera forma. Non fu però una sorpresa per Egill, che, forse, non era così stupido come pensava.

STAI LEGGENDO
Fire
FantasyQualcosa di inaspettato fa sprofondare Asgard nel terrore: nel tramite per i vari mondi si apre un nuovo portale. Sta a Loki, dio dell'inganno, scoprire cosa questo nasconda dietro le tende. Ma ciò che lo aspetterà sarà ai limiti della sua immaginaz...