Capitolo secondo

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Primo insegnamento, parte seconda: mai fidarsi di una strega, mai.

Asgard non fu tesa più di come lo era in quell'istante, da secoli: quasi un millennio. Il Vecchio, frustrato come si ritrovò, si drizzò dall'altare, muovendosi a scatti, quasi come fosse indemoniato. Poche furono le scelte così dure, alla quale dovette confrontarsi nella sua lunga vita da Saggio.

<<Tu, Razza di Ingrato!>> Si rivolse duramente a Lucky. Ingrato lo era palesemente, poche furono le volte in cui il suo riconoscimento fece capolino. <<Tetto, cibo e bevande ti ho offerto, delle mie figlie ti sei servito, di me ti sei approfittato numerose volte. Ogniuno di noi hai tradito. E ciò che vorresti ora si tratta di un compromesso? Bene.>> Trattò l'affare. <<Ma se il Tuono non tornerà con ogni capello al suo posto, tu sarai bandito, ricercato, torturato.>> Lo donò di un compromesso.

Questo patto gli avrebbe mutato di poco il piano iniziale, ma la furbizia non gli mancava. Il Nostro Caro Protagonista sarebbe riuscito a spacciare del ferro per puro oro, perfino al migliore degli orefici di cui si è a conoscenza in questo millennio.

Thor non si trovò molto scosso per questo viaggio. Il classico stereotipo da giocatore di football delle scuole americane: tutto muscoli niente cervello. Unici erano i pensieri che gli frullavano nella testa, nella quale però non apparivano altro che terre inesplorate e divertenti da attraversare. Nuovi posti. Avventure. Pareva un bambino dei villaggi, uno di quelli speciali, dotati del potere delle rune, le quali non erano scarse.

<<Quando si parte?>> Si risvegliò, brandendo Mjølnir, così soprannominato il suo rinomato martello.

<<Domani all'alba.>> Intervenne Heidi. (Scusate dei miei continui interventi da Oracolo, ma non posso far a meno di commentare la stupidità dei nostri protagonisti, mi faccio assai troppe risate nel cantare queste strofe). Qualcosa nella mente di quella Strega era in pentola, il Re dell'Inganno lo sapeva bene, altrimenti a cosa gli sarebbe servito quel secolo di amicizia con benefici di cui aveva fatto uso con la Rinnegata?! Tralasciando il fatto che, quel secolo, era servito più che altro come rivolta contro i Grandi.

<<Partirete accompagnati dalla sottoscritta.>> Il Cane volle spiccare parola, ma Bragi non riuscì a stare zitto. Dimeticavo: il dio della poesia... Due parole: aspettatevi liuti.

In questo momento, potrei scommettere la mia testa, che vi starete chiedendo che cosa vuole fare di preciso Loki: lo scoprirete in seguito, il Sottoscritto non è tenuto ad anticipare la storia, ma a seguire il suo reale andamento.

<<Questo portale formatosi in Yggdrasil, descrivimelo.>> Il Burlone si servì da uno dei lunghi tavoli da pranzo, imbanditi di manzo in avanzo.

<<Non è molto ciò che posso dirti. Quello di cui sono a conoscenza l'ho anticipato a tutti.>>

<<Dove si trova?>>

<<Fra il Mondo Inferiore ed il Mondo degli Inferi: dovrete prepararvi ad un lungo viaggio.>> In effetti la Vanir non aveva alquanto torto, avrebbero impiegato almeno una stagione di cammino o volo per giungere a destinazione e ciò spiegò l'interminabile assenza di Odino, il quale aveva già fatto un sopralluogo. Quella notte avrebbero dovuto corricarsi il meglio possibile, la mattina dopo avrebbero preparato le provviste per poi partire in un cammino mozzafiato.

Una delle torri del palazzo massiccio fungeva da alloggio al Fuoco: era la più piccola, per ripicca. Ogni rispettabile, o meno, personaggio di quel posto aveva sempre un vantaggio sul Re dell'Inganno, per il semplice motivo che poteva ottenere l'amore del Vecchio, ciò che Loki non sarebbe mai riuscito a possedere. Per convenzione riuscì ad entrare in quel castello e per altrettanta convenzione il Saggio lo accettò.

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