Apro gli occhi di soprassalto e mi ritrovo a fissare il bianco soffitto della mia camera da letto nella penombra.
'Oh dio no! Ancora?!'
Sento la fronte leggermente imperlata e il pigiama appiccicato alla schiena da quel rivolo di sudore che mi percorre tutta la spina dorsale.
Mi tiro su a sedere e guardo la sveglia sul mio comodino che segna solo le 02:57 del mattino.'Ancora lo stesso sogno. Perché continuo a sognarlo?'
Stavolta più vivido e reale.
Ma Sempre lo stesso.'Forse sto impazzendo.'
Mi volto e guardo Mary che dorme.
Quella fede dorata che porta all'anulare sinistro brilla stranamente nel buio come un promemoria.
Non voglio vedere.
Mi alzo e vado in bagno dove mi sciacquo con acqua fredda la faccia arrossata e leggermente sudata.
Mi asciugo e mi guardo allo specchio.
Non mi riconosco.
Due grosse occhiaie gonfie e blu circondano i miei occhi e delle rughe mi solcano il volto.'Anche questa notte passerà in bianco... l'ennesima di una lunga serie!'
Vado in cucina e provo a bere un bicchiere d'acqua per calmare i nervi.
'Altro che un bicchiere d'acqua! Ci vorrebbe un'intera bottiglia di vodka!'
La mia bocca si apre da sola e inizio quasi a ridere ripensando al mio addio al celibato.
A quando mi correggevo la birra di nascosto per uccidere la noia della serata in cui mi aveva trascinato.
A quando involontariamente ho finito per far ubriacare anche lui.
Le due ore più lunghe e divertenti della mia vita.
E sorrido ancora mentre penso a come riuscisse a rimanere affascinante e perfetto, in ogni sua imperfezione, nonostante fosse fradicio come una spugna.'Ma che diavolo sto dicendo?! Sto impazzendo! È sicuro!'
Rientro in camera e guardo Mary che dorme ancora come un sasso.
Guardo mia moglie.
La guardo, ma non vedo casa mia.'Dov'è allora casa mia?!'
Un volto familiare mi appare nella testa.
Due occhi azzurro mare.
Dei morbidi ricci nero corvino.
Una bocca rosea che sorride.'Vattene!'
Non ho voglia di ributtarmi sul letto.
Non riuscirei più a dormire.
Non voglio passare un'altra notte sdraiato sul quel materasso come una salma a fissare il muro senza prendere sonno.
Il più silenziosamente possibile mi vesto, prendo il cellulare ed esco di casa.
L'aria fresca nel buio di Londra m'investe in pieno volto, mi entra nelle ossa e mi sveglia ancora di più se è possibile.
Cammino per strada senza meta, senza ragione.
Cammino per strada perché non voglio più pensare a quel sogno.
Non voglio più pensare a lui.
Non voglio più pensare a niente.
Ma la brezza fredda della notte di Londra non mi congela i neuroni e non riesco a non pensare.
Lo vedo e lo rivedo.
Rivivo quel sogno come se stessi ancora dormendo.
Chiamo un taxi, apro lo sportello e monto, ma non so dove andare.
Il tassista mi guarda leggermente irrequieto dallo specchietto retrovisore attendendo con ansia che gli indichi una destinazione, così sparo il primo posto che mi viene in mente."Al Regent's Park, per favore."
L'uomo mi guarda ora dubbioso e abbassa gli occhi un paio di volte verso il cruscotto del suo mezzo.
Seguo con lo sguardo la stessa direzione che prendono i suoi occhi e l'orologio del taxi, che segna le 03:34 del mattino, brilla di rosso davanti a me.
Forse l'uomo si sta chiedendo perché io stia andando al Regent's Parck, tutto solo, a quest'ora di notte.
Non lo so nemmeno io.
Non m'importa.
Non voglio rispondere a nessuna domanda.
Non voglio parlare.
Non voglio pensare.
Non voglio più vedere quei due dannatissimi occhi glaciali nella mia testa.
La macchina parte e la città scorre veloce dal finestrino.
Guardo fuori i palazzi illuminati.
Guardo fuori la luna che splende.
Guardo fuori i senzatetto che dormono sotto i portici.
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Tutto in una notte
FanfictionSi può scegliere di ignorare i propri sogni. Si può scegliere di non ascoltare i propri pensieri. Ma per quanto si possa provare, non si può scegliere di spegnere il cervello. E tutto ciò che si può fare prima di impazzire è soltanto fermarsi e prov...