Capitolo Due

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Venne svegliata dalle urla di sua madre.
Aprì stancamente uno dei suoi occhi.

"Non posso credere di aver dimenticato di portare via il portatile da qui!
L'hai usato per tutta la notte, non è vero!?"

Natalie sospirò e premette il viso sul cuscino più che poteva, stringeva vicino a sé la sua giraffa.
Sua madre sospirò ed uscì.
Natalie fece una doccia, si lavò i denti e fece colazione; poi si vestì.
Mise una felpa grigio-blu con cappuccio e con pelliccia all'interno. Non era la sua preferita, ma era l'unica che avrebbe potuto portare a scuola visto che gli altri vestiti erano a lavare.
Indossò jeans neri e degli stivali sottili "alla moda".
Poi finalmente scese giù per le scale per andare a scuola.

Saltò in macchina e sua madre iniziò a guidare, ma a causa della mancanza di sonno, Natalie, appoggiò la testa contro il finestrino e chiuse gli occhi.
I suoi sogni, o meglio, i suoi incubi, continuavano a tormentarla con i ricordi della violenza subita da bambina, vividi come se quella violenza stesse continuando ad accadere ancora.
In secondo luogo i ricordi dell'abuso sessuale da parte suo fratello Lucas, durato per 4 anni prima che avesse il coraggio di girarsi contro di lui. Ancora addormentata si contorse piangendo.
Sua madre non se ne accorse.
Sua madre non si accorgeva mai di nulla.

Ancora una volta fu risvegliata da un tono seccato:

"Siamo arrivati".

Guardò stanca la grande insegna della scuola: "Istituto di Walkerville - Collegio delle Belle Arti".
Sospirò stancamente e uscì, mettendo il suo zaino sulla spalla.

"Ci vediamo. "
disse chiudendo la portiera della macchina.

Entrò a scuola, e dopo aver chiacchierato con alcuni compagni si diresse al suo armadietto, al terzo piano.
Afferrò i suoi libri e, prima che i cinque minuti a disposizione finissero, corse in classe.

L'insegnante di inglese sbatté fastidiosamente la mano sul suo banco.

"Dov'è il suo compito, signorina Ouellette?"

Natalie deglutì.

"Io -ehm, l'ho dimenticato a casa. Mi dispiace signorina Homenuik."

Lei ringhiò e si alzò.

"Il suo tempo è scaduto, signorina Ouellette.
Lei mi delude."

Natalie rimase un attimo confusa. Non sapeva perché, ma quelle parole si sciolsero in lei.
Ignorò la sgridata da parte della professoressa e tornò ad ascoltare la lezione cercando disperatamente di non addormentarsi.
Più tardi quel giorno, mentre si dirigeva al suo armadietto per la quarta ora, il suo ragazzo, Chris, si avvicinò a lei.

"Ehi... ti va se parliamo dopo la scuola?"
Lei sorrise, amava parlare con Chris. Stranamente non sospettava nulla. Era sempre stato un ragazzo dolce.

Durante la lezione di francese, Natalie, non prestò attenzione.
Si mise solo a scarabocchiare sul quaderno...
L'arte era la sua passione.
Sangue, sangue e ancora sangue... persone accoltellate, coltelli insanguinati, immagini macabre.
Altri avrebbero considerato inquietante che lei disegnasse queste cose, ma lei pensava che fosse normale.

"Miss Ouellette?"

Rapidamente coprì lo scarabocchio e si rivolse verso l'insegnante.

"Sì, Mr. LeVasseur?"

"Mi mostri il suo lavoro."

Lei, esitante, spostò il braccio per mostrare l'immagine di una persona qualunque accoltellata da un folle.
Il professore la guardò perplesso.
Lei sorrise nervosamente.

"Cancelli tutto e inizi il suo lavoro"
disse con voce stranamente calma.

Si allontanò e lei sospirò cancellando il disegno.

L'insegnante la guardò ancora:

"Signorina Ouellette..."

Lei lo fissò.

"Il suo tempo è quasi scaduto.
Le suggerisco di fare il lavoro adesso".

Lei ringhiò al rimprovero dell'insegnante.
Sembrava che le fosse sempre stato contro, ma in verità non le importava più del suo lavoro.
Dopo la lezione si incamminò fuori dalla scuola per trovare il suo ragazzo, con il quale si era data appuntamento.
Lei sorrise e si avvicinò, ma mentre si avvicinava il suo sorriso lentamente scomparì.

"Chris, cosa c'è che non va?
Di cosa volevi parlarmi?"

Sospirò.

"Natalie, penso sia ora che noi... dovremmo iniziare a vedere altre persone."

Sentì il cuore in pausa.

"Ma... perché?"

Lui la guardò con sguardo severo.

"È per i tuoi disegni.
Penso che in te ci sia davvero qualcosa che non va.
E la cosa peggiore è che non mi dici perché ti stai comportando così... mi fa sentire irresponsabile.
Se solo... no.
Non ce la faccio più.
Mi dispiace."
E si allontanò.

Clockwork- Your Time Is Up [Ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora