Io, una strega?

Capitolo V

Adesso mi accorgo che non ho controllato qualcosa...ma certo! Ho dimenticato di controllare se ho ancora la parrucca addosso!

Mi tasto con le mani i capelli, facendo attenzione a non farmi vedere e mi tranquillizzo dopo aver capito che ce l'ho ancora addosso.

Biancofiore mi aiuta a scendere dal letto e mi accompagna in una stanza, credo sia il salotto della casa, perchè c'è un grande caminetto in un angolo sulla destra, una libreria sulla sinistra e un grande divano in mezzo alla stanza.

Biancofiore mi conduce davanti al divano e si siede sopra di esso, mi fa cenno di sedermi e io lo faccio. Ora mi chiedo con cosa inizieremo a parlare, ma a un certo punto mi accorgo che mi guarda come una persona che non sa cosa dire, e allora rompo il ghiaccio chiedendole:" Che lavoro fa tuo padre?" Mi guarda, come se volesse capire se glielo chiedo per curiosità o per altri motivi.

Alla fine mi risponde:" Lui...in realtà non ha un vero lavoro, i suoi genitori erano delle persone ricche, avare e lavoravano molto, quindi hanno accumulato un grande patrimonio negli anni e a  mio padre basta fare piccoli lavoretti per non restare senza far niente".

Allora le chiedo:" Che tipo di lavoretti?" credo di voler continuare l'argomento perchè credo che il suo lavoro centri qualcosa con quello che mi è successo. Lei mi risponde:" Non lo so e non posso saperlo, so solo che è molto strano perchè usa strani strumenti per il suo lavoro e che lavora spesso di notte".

Quello che mi ha appena detto mi fa sospettare ancora di più: ora credo di sapere chi c'era nel cespuglio, ma mi manca sapere ancora perchè invece di rapirmi ha fatto così e perchè mi ha portato qui."

Non mi sento molto bene, mi gira la testa, quindi dico a Biancofiore che vado a casa perchè mi sento male e lei mi dice di non preoccuparmi e mi chiede se go voglia di chiamare una carrozza, io le rispondo che sarei andata a piedi e parto.

Ho bisogno di pensare e spero di non incontrare nessuno per strada.