Beyond.

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"To live is the rarest thing in the world.
Most people just exist."
-Oscar Wilde


Di tutte le cose che gli erano successe nel corso dei suoi diciannove anni di vita, Noé aveva la fortuna di poter dire che solo poche di esse fossero state veramente traumatiche.
Tanto per cominciare, assistere alla morte dei suoi nonni umani lo aveva turbato parecchio, ma mai quanto vedere con i propri occhi la cruda esecuzione di Louis, il suo amico d'infanzia divenuto un maledetto, per mano del suo maestro.
Conservava quel tragico ricordo nell'angolo più recondito della sua mente dove vi erano tutti i ricordi dei quali non voleva ricordare, ma che puntualmente lo visitavano ogni notte, insieme all'immensurabile senso di colpa del non aver potuto fare nulla, dell'esser stato niente più che un mero spettatore.
Egli, forse a causa di tutto ciò che gli era successo, si riteneva piuttosto abile nel leggere il volto ed il passato delle persone, non solo grazie alla sua abilitá in quanto ultimo membro del clan degli Archiviste ma anche perché, la maggior parte delle volte, il passato era scritto sui volti delle persone in modo indelebile.
Forse, anche per far sí che una tragedia come quella di Louis non ricapitasse mai più.
Molte erano le cose che non sapeva, non sapeva neppure se il suo fosse un talento unico o qualcosa che anche gli altri vampiri sarebbero stati in grado di fare con lui, tuttavia era sicuro di una cosa: Vanitas rappresentava un'eccezione.
Se n'era accorto giá da prima di quella volta in cui lo aveva trovato seduto sulla cima del campanile ad Altus, quella volta in cui l'umano gli aveva puntato un coltello alla gola che lui aveva prontamente bloccato.
Forse, se n'era accorto fin dal primo momento in cui lo aveva visto: era impossibile capire cosa passasse per la testa di Vanitas, quali pensieri vagassero in lui.
Noé sentiva di trovarsi di fronte ad un libro scritto in una lingua indecifrabile e incomprensibile, libro che tra l'altro non voleva neppure esser letto, ma ciò non faceva altro che alimentare quella curiositá che lo aveva sempre un po' caratterizzato, fin da quando era bambino.

Ricordava perfettamente il giorno del loro incontro come se fosse avvenuto solo ieri: come poteva dimenticarlo?
Era giunto a Parigi sotto richiesta del suo maestro in quanto si vociferava che il leggendario libro di Vanitas fosse stato avvistato proprio in quella cittá.
Prima d'allora, seppur stranamente affascinato da quella luna blu che a volte appariva nel cielo notturno e incuteva terrore negli altri vampiri,
Noé aveva sempre pensato che quel grimorio maledetto fosse portatore di sventura e morte perché esso era in grado di interferire con il vero nome dei vampiri facendoli impazzire.
Eppure, aveva visto con i propri occhi color magenta come "un semplice essere umano" che si nascondeva dietro al nome del famigerato vampiro della luna blu era stato in grado di riportare alla normalità un maledetto quando mai nessuno c'era riuscito, proprio grazie a quel tremendo libro dalla copertina blu.
Tanti vampiri erano morti giustiziati, con l'unica colpa di essere caduti vittima della maledizione di Vanitas.
Tra centinaia di nomi sconosciuti vi era anche il nome di Louis e di tutti i suoi amici d'infanzia.
In quel tempo lontano Noé non era stato in grado di fare nulla ma, quando vide Vanitas riportare la signorina Amelia alla normalitá restituendole il suo vero nome, tornò a brillare in lui l'ormai opaca luce della speranza.
Ed aveva subito creduto nel potere del libro di annullare la maledizione se usato in maniera diversa, d'altronde era ciò che aveva inconsciamente continuato a cercare per tutti quegli anni: la possibilità di riscattarsi.

Dopo poco tempo ebbe modo di rendersi conto che Vanitas non gli piaceva.
Sebbene avesse trovato ciò che aveva fatto prima veramente eccezionale, l'umano non gli piaceva affatto.
Non lo convinceva la sua assurda affermazione di voler salvare tutti i vampiri "in barba alla loro volontá", non gli piacevano i suoi modi di fare e soprattutto non gli piaceva quello strano alone di mistero dal quale era sempre avvolto come da una fitta nebbia.
Noé, che era da un po' abituato a leggere i volti delle persone come se fossero libri aperti, si sentí disorientato come quando da piccolo si perdeva nei boschi e non riusciva a ritrovare la via di casa.
Si convinse da solo che, se fosse rimasto con lui, lo avrebbe fatto solo per il libro di Vanitas e per salvare quanti più maledetti possibili.
Per il suo stesso bene.

Beyond - Vanitas no CarteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora