| uno |

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4:30 am

I festeggiamenti per i vincitori del festival erano giunti al termine. Sia Ermal che Fabrizio erano distrutti. E' stata forse la settimana più difficile della loro carriera, avevano quasi toccato il fondo ma ne sono usciti insieme. Il 'plagio'. Che brutta parola. Che brutta accusa per i due, ma ancora una volta hanno vinto e non solo quel leoncino tanto bramato da tutti, hanno vinto il cuore delle persone. Avevano bisogno di sentirsi amati, non che non lo fossero, ma era tutto un punto interrogativo. Portare una canzone con un significato così importante è stata davvero la scelta giusta. Loro erano la combinazione giusta.

«Fabrì, allora vieni in camera per una sigaretta?»

«Ma stai scherzando? Sono quasi le quattro e mezza, dovremmo dormire!»

«Non abbiamo avuto tempo per parlare un po' da soli. In realtà non abbiamo avuto proprio il tempo per ragionare, ci hanno portato da un'intervista all'altra. Ti lascio andare dopo, promesso.»

«Va bene, daje apri la porta» disse Fabrizio ridendo, «anche se sono sicuro che prima delle sei non vado via da qui!»

«Ah così presto? Nah io dico alle sette.» Ermal rise

«Ho capito. Vado in camera mia..» scherzò Fabrizio, anche se in realtà avrebbe preferito dormire. O forse allontanarsi da Ermal. Non sapeva perché. Qualcosa lo tormentava e per qualche assurdo motivo il suo compagno in questa avventura c'entrava.

«Ma dai. Vieni qui che scherzo.» Ermal gli afferrò il polso e lo trascinò dentro.

La stanza era fredda, Fabrizio riusciva a sentire tutta la tensione e le paure che poche ore fa l'altro ragazzo aveva lasciato e soprattutto profumava di Ermal, e Fabrizio l'amava tanto da volerne comprare una bottiglia anche per lui nonostante non fosse il tipo di fragranza che amava indossare. In realtà la voleva solo perché gli ricordava l'altro, ma non l'avrebbe mai ammesso.

«Senti Fabri, io mi cambio un attimo voglio qualcosa di comodo. Ti da fastidio?»

«Vai tranquillo, io mi siedo qui.»

«Anzi aspetta..» Ermal gli passò un pigiama «Tieni, così dormi qui. Dovrebbe andarti bene.»

«Sicuro che non do fastidio?»

«Ma ti pare? Tranquillo.» rise «Oh però muoviti altrimenti poi dici che non ti faccio dormire.»

«Si infatti è colpa tua. Guarda vado un attimo in camera a prendere delle cose, torno subito.»

«Va bene.»

Al suo ritorno Fabrizio poggiò le sue cose sulla scrivania poco lontana dal letto. Sentì la porta del bagno aprirsi e vide Ermal senza maglietta. Seguì tutti i suoi movimenti e si stupì di quanto fosse 'pulito'. La sua pelle completamente libera, senza alcun tatuaggio. Poco dopo le sue attenzione si spostarono ai capelli. Quei dannati capelli. Solo Dio sa quanto vorrebbe toccarli. E' successo un po' di volte anche nelle interviste, questa volta era una sensazione diversa. Fabrizio non riusciva davvero a capire cosa gli stesse passando per la testa. Ermal era bello, dannatamente bello, aveva un fascino particolare, non adatto a tutti e Fabrizio l'aveva capito.

Si passò una mano sul viso, per mettere in ordine le idee.

«Fabrì? Ma tutto bene?»

«Oh, si scusa. Sono veramente stanco.»

«Lo metti il pigiama? Così dopo subito a letto.» lo guardò perplesso «Io controllo il cellulare. Santo Dio più di trecento messaggi..»

«Ammazza, tutte ste ragazze ti scrivono?» disse scherzando Fabrizio mentre si sfilava i pantaloni «Non farle soffrire mi raccomando.»

«Ma sei scemo?»

Fabrizio scoppiò a ridere.

«Questa è la mancanza di sonno che parla per te.» disse Ermal.

«Se continui a parlare mi distraggo..»

«Falla finita e muoviti.» disse Ermal sorridendo.

Mentre scrollava i messaggi sul cellulare l'attenzione di Ermal cadeva spesso sul petto di Fabrizio che era ancora senza maglietta. Non aveva mai fatto caso a tutti quei tatuaggi nonostante sapeva benissimo che l'altro ne era pieno. Seguiva ogni movimento, era quasi ipnotizzato. Iniziò a tormentarsi le labbra con le dita, a tratti non respirava e la gola era terribilmente secca. Non gli era mai successo ed era confuso, troppo confuso. Da quando Fabrizio lo attraeva così tanto? Sì, aveva sempre ammesso che fosse bellissimo, ma ora lo provava sulla sua pelle. Se qualcuno gliel'avesse chiesto in quel momento l'ho avrebbe detto sospirando, lentamente e con voce diversa da quella di sempre.

«Perché mi guardi?» chiede Fabrizio «So che sono bello, non c'è bisogno di dirlo.» sorrise.

«Sono invidioso dei tatuaggi, lo sai.» cercò di recuperare un po' di saliva «Non sei così bello.»

«Ah si?» Fabrizio si avvicinò al letto e si sedette «Non dicevi così ieri.» gli appoggiò una mano sui capelli. Ermal sentì il tocco e rabbrividì «Cosa guardi lì?»

«Ci siamo noi. Vedi queste» Ermal scrollò delle immagini «Ah questa è bellissima. Ma che occhi hai qua?»

«Ancora? Ma non vedi che stavo praticamente quasi dormendo? E poi trattenevo anche delle lacrime. Vedi tu sei bello, ci sei tu che compensi tutto.»

Ermal rise e guardò Fabrizio. Rimasero qualche secondo in silenzio fin quando Ermal non si alzò e prese le sigarette. «Comunque prima scherzavo. Sei un figo.» disse sorridendo.

Fabrizio si limitò solo a guardarlo in silenzio, si poggiò una mano sullo stomaco, qualcosa lo tormentava ma era una bella sensazione. Non la provava da tempo, forse da quando.. «Fabrì? Ci sei?» Ermal rise «Ho capito dai. Vieni a fumare che ti lascio dormire.»

Fabrizio sorrise «Aspettami, sono anziano sai, ci vuole tempo per alzarmi.»

L'altro rise di nuovo «Va bene, va bene. Ti aspetto.»


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 Ciao! Mi scuso per eventuali errori, non sono abituata a scrivere. 

Spero vi piaccia, mi impegnerò il più possibile per migliorare. ♡  

Raro | MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora