Rolling Stone Interview (2015) by James Franco

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Ciao a tutti!
Come promesso,posterò alcune interviste. Inserirò una parte di questa intervista e a 50 preferiti ne metterò un altra.

Quali sono le tue influenze costanti?
Il primo è stato Bob Dylan. È la persona che ho sempre preso a modello. Lui probabilmente odierebbe sentirlo, ma è vero. Quello che amo di lui è il modo in cui la sua musa gli ha sempre parlato naturalmente e quando questo non è successo lui ha continuato lo stesso a scrivere, con diversi stili, dall’elettronica al folk. Amo il film Don’t Look Back di D.A. Pennebaker. Quella è stata una forte influenza per me, vedere tutte le persone che sono andate in viaggio con lui, come Joan Baez e la sua band. Amo i Nirvana, questo è abbastanza noto. Amo Courtney Love. Essere in tour con lei è stato un sogno. Mi piace tutto quello che fa, il suo approccio alla vita è un’ispirazione. I Beach Boys, Pet Sounds. I lavori solisti di Dennis Wilson.

È divertente, ti associo così tanto alla West Coast, ma tu sei una ragazza perfettamente East Coast. Perché la West Coast ti attira tanto?
È successo. Non mi rendevo nemmeno conto di incorporare tutto quell’immaginario, già nei miei primi video, quando avevo 16 anni. All’epoca era soltanto qualcosa di ideale. Poi sono arrivata qui e tutto poteva essere vero. E lo è diventato. (Ride). Quando succede così, è bellissimo.

Perché hai chiamato l’ultimo album Honeymoon?
Credo che la luna di miele sia il mio sogno definitivo. Voglio dire, la vita intera è un’honeymoon, no? La vita, l’amore, il paradiso, la libertà. Con qualcuno, o solo con te stesso. Mi suonava bene, così come Ultraviolence suonava bene prima di questo, quando ero più incazzata (Ride). Mi piace pensare che la vita sia un sogno, e sta a te coltivare il tuo spazio per far sì che diventi un paradiso. Dipende tutto dal tuo stato mentale, ed è il motivo per qui non faccio tante interviste – mi mette di cattivo umore, cazzo. Io cerco di far sì che il mio mondo sia bello, ma è difficile. Siamo in un momento in cui la vita può davvero diventare ciò che vuoi che sia. Sei d’accordo? O tu pensi soltanto al lavoro?

La mia vita è esattamente come vorrei che fosse.
So che questa intervista sarebbe su di me, ma sono curiosa di sapere se è necessario, per te, che la tua vita sia un’espressione della tua arte.

Cerco di fare in modo che la mia vita privata sia il più stabile possibile, in modo da fare ciò che voglio nella mia vita creativa. E una delle cose più intime che conosco è fare qualcosa con qualcuno. Ho un’altra domanda. Una volta hai detto che tu hai più successo in Europa. La vedi ancora così? 
La prospettiva della gente cambia di continuo. Le persone cambiano idea. Ma so che se vado a Parigi per una serie di concerti all’Olympia, l’esperienza sarà bellissima e non correrò il rischio di essere male interpretata. Non mi è mai successo in Francia, o a Milano. Pur con tutti i problemi che ho avuto con la stampa inglese, so che quella è casa mia, musicalmente. Quindi forse sarà così sempre. Ma adesso in America mi sento più a mio agio.

Qui sei l’artista più trasmessa, in termini di streaming. La tua musica è decisamente popolare. (Ride)
Credo che ci sia una discrepanza tra chi ascolta la musica e un settore molto rumoroso di persone che hanno un sacco di cose negative da dire. I due gruppi quasi si cancellano a vicenda. Le statistiche sono così impalpabili, è difficile capire davvero qualcosa. Sentirti dire qualcosa, o leggere qualcosa su di te, non ti fa capire davvero se piaci alle persone o meno. Ma questo non significa che non ti ascolteranno.
 

Non sei certo una specie di…
Un’artista rock provocatoria?

Esatto! E se tu potessi fare album senza dare interviste, credo che lo faresti. Non pretendi molta attenzione, ma ugualmente colpisci alcune corde nelle persone. Come mai?
Penso che quando valuti un artista per quello che fa, e sei costretto a giudicarlo da un punto di vista poetico, puoi trovare cose molto difficili da digerire. Le persone reagiscono male ad alcuni scenari negativi in cui mi addentro, musicalmente. E se non è questo, sarà qualcos’altro, qualcosa che probabilmente non sapremo mai, giusto? Ma il mio lavoro è la mia vita, e sono fortunata a poter viaggiare con un diario, entrare in contatto con la natura e riflettere le mie interpretazioni in forma di canzone. È un lusso, e me ne rendo conto. Per quanto spiacevoli possano essere le interviste, quando non le sto facendo ho tutto il tempo di inseguire ciò che desidero. E poter passare la vita a fare ciò che si ama?
È il traguardo definitivo.

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