ANIL

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"Sei sveglio? Va tutto bene?"

Himani aprì gli occhi di scatto e si guardò intorno. "Chi ha parlato?" Chiese sorpreso, non vedendo nessuno.

Con suo enorme stupore, si rese conto di trovarsi ancora sul ramo più alto del Baobab.

"Sono qui, proprio sotto di te." continuò la voce.

Himani abbassò lo sguardo giusto in tempo per vedere un maestoso gatto grigio dalle strisce nere, balzare dal ramo sotto il quale era seduto e andare ad accucciarsi di fianco a lui con passo agile.

"Tu sei il gatto del mio quadro?" Chiese emozionato con il cuore che gli batteva forte nel petto.

"Sono io." Miagolò il gatto puntando i grossi e profondi occhi blu nei suoi.

"Ma tu parli?"

"Guardati intorno, qui non siamo più sulla terra."

Himani abbassò lo sguardo oltre i folti rami del Baobab e quello che vide lo lasciò senza fiato, impietrito dalla paura. D'un tratto si ricordò di essere caduto dall'albero.

Sotto di loro non c'era la terra, le radici del maestoso Baobab erano tutte scoperte e visibili e galleggiavano, ondeggiando in mezzo ad una gigantesca nuvola.

"Sono morto? Siamo in paradiso?" Domandò Himani al gatto.

Lui alzò le spalle. "E io cosa ne so! Non so neanche se esiste il paradiso." Rimase a fissare lo sguardo terrorizzato di Himani per alcuni istanti, prima di continuare. "Riguardo alla prima domanda, la risposta è sì. Sei morto, esattamente come lo sono io."

"E come sei morto tu?"

"Ricordi il giorno che ci siamo visti? Quando io sono uscito dal quadro?"

"Non passa giorno senza che io ci pensi." Disse Himani.

"Ebbene, quel giorno ero terrorizzato. Per tutti quegli anni avevo vissuto dentro un quadro, poi d'un tratto sono uscito fuori, ti ho visto e non sapevo cosa fare, così mi sono buttato fuori dalla finestra."

"È così che sei morto?"

"No, scemo. Sono un gatto. Atterrato in giardino, un cane si è messo a inseguirmi e mi ha catturato sbranandomi."

"Deve essere stata una morte orribile."

"Non era mica la prima, Noi gatti abbiamo sette vite."

"Non ci capisco più niente di tutta questa storia." Disse Himani prendendosi la testa tra le mani confuso. "Quell' unguento. Quello che ho rovesciato sul ramo del Baobab, che cosa era?"

"Intendi questo?" Disse il gatto indicando con una zampa una boccetta impigliata su un ramo poco distante, poi con un balzo andò ad accoccolarsi sulle ginocchia di Himani."Controlla tu stesso."

Himani allungò una mano e prese la boccetta, svitò con cautela il tappo e si versò un po' del liquido sul palmo.

"Acqua?" Domandò sorpreso.

"Già, acqua. Nulla di magico."

"Continuo a non capire, perché Dharini mi ha fatto rovesciare dell'acqua sull'albero? Sapeva che sarei caduto e che ti avrei ritrovato dopo la morte?"

Il gatto alzò le spalle. "Chi lo sa, forse si è trattato di una coincidenza. Oppure qualcuno a noi superiore ha deciso che un giorno io e te ci saremmo dovuti riunire."

"Intendi il destino?"

Il gatto alzò di nuovo le spalle. "Hai mai conosciuto tuo nonno?"

"No, è morto pochi mesi prima che io nascessi."

"Forse, allora, questo è stato l'unico modo perché tu entrassi in qualche modo in contatto con lui dopo la morte."

"Tu conoscevi mio nonno?"

Il gatto alzò la testa verso di lui e fece le fusa mostrando una medaglietta che aveva appesa al collo.

Himani allungò la mano e fece appena in tempo a leggere il nome sulla targhetta che il gatto si girò di scatto e con un balzo saltò via dal ramo, scomparendo nel nulla.

Sulla medaglietta c'era scritto Anil, il nome di suo nonno.















IL SENTIERO DEL BAOBABWhere stories live. Discover now