Prima è un lieve tremore che le investe le membra, poi qualche scatto d'arto ed infine la schiena si stacca di scatto dal letto mentre spalanca gli occhi e la bocca in una muta espressione di orrore.
Il viso è percorso da lacrime miste a sudore e di fatti alza le mani a portarle sugli occhi a nascondere quell'accenno di sentimenti che trabocca dagli occhi, irrefrenabili, quasi non avesse il comando del suo corpo.
E di fatti è così.
Ogni singolo risveglio è lo stesso.
Il corpo che cerca di scappare dall'orrore dell'incubo, così vivido, da sembrare un ricordo intrappolato nella sua mente , ma non riuscendoci ne strappa brandelli e se li porta con se al risveglio.
Alla fine anche le lacrime cessano e così i tremori, mentre una strana ed onirica calma le scende sul corpo, quasi attenagliandola a riportarla stesa, nel mondo di Morfeo.
Spazia lo sguardo per quel bilocale che è la sua tana, il suo loculo come direbbero in molti, dato lo spazio esiguo.
Due stanze più un bagno.
Sala e cucina insieme,bagno e camera da letto. Pochi muri, pochi ostacoli per lo sguardo.
Ma come ogni mattina si impone di alzarsi ed affrontare la giornata.
Appoggia i piedi a terra e , facendo perno sulle braccia, si alza nel suo metro e cinquantacinque scarso stiracchiando le membra assopite e praticando i soliti esercizi atti a sciogliere i muscoli, ancora deboli dal sonno appena interrotto, iniziando così quella mattina come tutte le altre , in una routine perfetta e collaudata, una routine di ferro che esula da tutto quello che accade fuori da quelle piccole quattro mura.
Doccia, vestizione, colazione, vedere cosa accade nel mondo usando il pc ed osservando tutto con distacco mentre consuma la stessa colazione ogni singola mattina, tea caldo con cinque biscotti.
Ogni singolo movimento è collaudato, ogni singola percezione che ha dello spazio che la circonda è il medesimo.
Ogni cosa è atta a non lasciare trapelare insicurezze, date da ciò che improvvisamente può accadere.
Si è creata una finta perfezione, almeno lì, nella sua tana.
Allunga le mani al viso e si lega i lunghi capelli biondi in una coda di cavallo a liberare l'ovale del viso.
Impossibile darle un età, trenta? trentacinque?
C'è chi la prende ancora per una teenager con quei tratti delicati del viso, in un tratteggio pulito e privo di macchia, d'un epidermide pallida e non abituata al sole, anche se al momento due occhiaie violacee si stendono sotto gli occhi grigi, chiaro segno delle notti passate insonni a pregare un sonno privo di incubi, invano.
Il corpo è modellato dalle lunghe corse che si concede, alla ricerca di aria pura ed un anelare costante di libertà, una libertà che non sembra di casa l', in quella casa che è quasi più una prigione per la sua anima, per il suo cuore.
Sospira, quasi sovrappensiero, e lascia spaziare lo sguardo oltre il pc, verso la finestra che da su un parco. Se si sforzasse di più potrebbe vedere tante piccole persone, ognuna immersa nella propria vita, che stazionano per un attimo sotto quella finestra, dando, di solito, a lei, modo di chiedersi " e se io fossi altro? Se decidessi di sparire e cambiare vita?"
Incognite che ogni mattina affollano la sua mente ma sarebbe troppo facile appendere la laurea al chiodo e decidere di fare altro, sarebbe troppo facile scordarsi degli orrori per inseguire la libertà ed una felicità effimera.
Ma quella mattina il telefono, con tutta la sua arrogante prepotenza, spezza l'equilibrio della casa, ed il suo trillo la investe mentre si sta mettendo le scarpe da corsa interrompendo di colpo quella routine.
Osserva il telefono mentre mille pensieri diversi le affollano la mente e vaglia le persone che conoscono quel numero, pochi.
Si avvicina con circospezione al telefono come se questo fosse un mostro e mentre allunga la mano sinistra verso il cordless le dita hanno uno spasmo di paura.
La sua amata paura che da tempo immemore la domina.
Rendendola solamente un ombra della persona forte che era un tempo.
Accetta la chiamata ed un "pronto" leggero le esce dalle labbra in un sussurro che già sa.
"E' tornato."
Bastano quelle due parole, pronunciate in tono duro ed autoritario, a lasciarla di stucco sul posto e di nuovo trema, di nuovo è in preda all'angoscia più assoluta mentre le ginocchia cedono e crolla a peso morto a terra in una sonora culata.
Tre anni prima era una persona completamente diversa.
Era un animale notturno e come tale riusciva a riconoscere quelli come lei.
Per questo era bravissima a trovare gli assassini, soprattutto i ritualisti, quelli che si celano nelle ombre del web e della vita di tutti i giorni, quelli che prendono un simbolo e lo traviano, modificando il significato che tutti gli conferiscono e dandogliene uno personale, rendendolo di colpo Malvisto, odiato, disprezzato.
Un chiaro esempio di simbolo è la svastica le cui origini risalgono alle culture dell'India e con significati di soliti augurali o di fortuna.
Poi arrivarono quei simpaticoni dei tedeschi e decisero di scegliere proprio quel simbolo, annullando ogni significato precedente e dandogliene uno nuovo. L'apologia del Nazismo.
Laureata in criminologia forense, medicina e psichiatria forense era una dei più promettenti nel suo campo, anzi, per alcuni la sua strada era già segnata, tanto che la stessa FBI l'aveva presa con se e unita alla sua squadra di ricercatori forensi, fino al caso del Ritualista.
Lì era stata poco furba e tutto era sprofondato in un mare di merda tale che i media e la pubblica opinioni si erano accaniti senza pietà sul suo team e su tutto ciò che la circondava.Il brutale omicidio di sua nonna era stata solo una delle prove che le si erano parate di fronte agli occhi.
Ed essendo coivolta in prima persona, a causa del legame parentale era stata semplicemente messa da parte.
Eppure il caso non riusciva a lasciarla, di fatti, alzò gli occhi sulla parete della camera da letto, visibile dalla sua posizione, ed osservò con malcelata paura le foto appese lì, sul muro.
Ogni singolo agghiacciante particolare impresso su pellicola ed affisso sulla parete, a non dimenticare. Mai.E si chiese come mai una persona potesse, con una precisione così accurata, colpire persone mai legate l'una all'altra, lo stesso giorno ogni tre anni.

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La casa dei sogni perduti
Mystery / ThrillerLa polizia non sa più che pesci pigliare. Ogni tre anni, puntuale, viene ritrovato un corpo. Uomini, Donne, Bambini, non c'è uno schema se non la presentazione che l'assassino da di se, ogni volta inscenando composizioni che rubano lo sguardo. Così...