3. Casa Dupont

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Era lì, con le lacrime agli occhi, impietrita all'idea che avrebbe rivisto la sua camera da letto, quella che condivideva con Bèatrice. Voleva andarsene. Avrebbe voluto girare i tacchi e dirigersi verso l'aeroporto. Sarebbe stata ancora in tempo per scappare dal suo destino...

<<Amèlie?>> una donna ha aperto la porta d'ingresso e si è affacciata sul portico avvolta in uno scialle. Era stupita, allibita come se un tuffo nel cuore facesse eco.

<<Mamma?>> ha esclamato Amèlie altrettanto stupita sulla soglia del patio, cercando di mostrarsi disinteressata, mentre avrebbe voluto correre incontro alla donna e stringerla in un lungo e sincero abbraccio.

<<Prego, entrate.>> ha detto incerta la donna. <<Clairette, August, preparate un tè e due cioccolate calde. La signorina Dupont è rientrata nella tana!>> ha concluso accennando un occhiolino.

Eloise Bonnet, da sposata Madame Dupont, era una donna sincera, corretta e generosa, nonostante a sua classe sociale che avrebbe dovuto imporle un atteggiamento altezzoso. Da quando la figlia era partita per la Tunisia, era diventata taciturna e si era dedicata ad attività come entrare nelle leghe delle alte classi sociali, di lettura, di cucito e ricamo, di cucina e di beneficienza.

<<Clairette!!>> ha esclamato Amèlie mentre entrava, prima di stringerla in un abbraccio delicato e amorevole.

<<Quanto sei cresciuta bambina mia! Ricordo quando ti preparavo i biscotti mentre eri intenta a fare capricci e dispetti al babbo!>> ha detto la signora.

<<Sei la bambinaia migliore che possa esistere, è grazie a te se sono cresciuta così!>> ha continuato Amèlie con un tono affettuoso.

<<Allora non so se devo ringraziarvi Clairette!>> ha esclamato una voce proveniente dalla poltrona girata di schiena. Poi è sbucato fuori un viso familiare per Amèlie.

<<Padre!>> ha riconosciuto subito la fanciulla, gettandosi su di lui.

<<Potete accomodarvi, il tè e le cioccolate stanno per essere serviti in sala da pranzo.>> ha annunciato una donna in divisa da cuoca. Così tutti quanti si sono diretti in salone.

<<Simòn, che piacere rivederti! Come va con il lavoro?>>

<<Bene Madame Dupont, grazie. Tra qualche giorno dovrò recarmi in centro a Parigi per un affare.>> ha spiegato il genero.

<<Mi fa piacere, spero che tu riesca a concludere il tuo affare!>> ha esordito Monsieur Dupont. Passarono ore davanti ad un interminabile cioccolata a raccontarsi del più e del meno, di come sono trascorsi quei quattro anni, e di come sono andate le cose.

<<Se non vi dispiace, mi ritiro nella mia stanza per riposare. È stata una giornata faticosa. Bonnenuit, à demain!>> ha comunicato Amèlie frettolosamente.

Poi si è diretta verso i gradini in marmo per salire velocemente la scalinata.

<<Amèlie aspetta, fermati un momento!>> ha detto preoccupata Madame Dupont, mentre la inseguiva su per le scale.

<<Amèlie aspetta per favore!>> ha continuato ad urlare, ma Amèlie era troppo presa per sentirla.

<<Amèlie fermati all'istante>> le ultime parole.

Amèlie aveva già aperto la porta della camera da letto che condivideva con la sorella.

<<E tu chi sei?>> ha detto con aria sorpresa e indiscreta, sotto lo sguardo tormentato della madre e dell'ospite...

L'indovino OttocentescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora