2. Tutto ciò che non ti aspetti

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2. Tutto ciò che non ti aspetti

«Regina! Ecco, ti presento Becky. Mia figlia.»  La mamma mi superò per avvicinarsi alla ragazzina che osservava incantata oltre la finestra che dava sul giardino.
«Oh!» esclamò Regina.
Lo sguardo le si illuminò non appena si girò e mi vide. «Molto piacere, Becky! Non vedevo l'ora di incontrarti. Tua mamma mi ha parlato molto di te!» Mi corse in contro e mi abbracciò.
Rimasi spiazzata. Non avevo idea di come avrei dovuto reagire in quella situazione.
«Emh... ciao! Regina, giusto? Il piacere è tutto mio.» dissi in imbarazzo.
Fu in quel momento che si staccò da me e poi mi sorrise.
Teneva i capelli corti rasati sui lati e neri come la pece, frutto di una colorazione recente. Dalla piccola ricrescita alla radice probabilmente doveva essere bionda.
Il trucco pesante sugli occhi e sulla bocca mi faceva pensare alla vecchia me quattordicenne, proprio l'età che le si addiceva.
Per fortuna, però, quel periodo della mia vita era ormai un capitolo chiuso; a sedici anni avevo deciso di non sfoggiare più quel mio lato dark che una volta avevo tanto adorato.
«Sì, esatto. Anche se il mio nome mi fa abbastanza schifo!» Parve contrariata.
Josh e Zander entrarono in quel momento.
«Regina! Quante volte ti ho detto di non uscirtene con quell'espressione per quanto riguarda il tuo nome? Quello è il nome di tua nonna materna e in più è un nome bellissimo. Non dovresti disprezzarlo così tanto!» la rimproverò Josh.
«Ma papà! Lo sai che lo odio. E poi non m'interessa ciò che pensi! Lo detesterò fino a quando avrò vita su questo pianeta.» Regina sbuffò e poi corse a sedersi in uno dei posti liberi a tavola.
Josh alzò gli occhi al cielo e la mamma lo consolò con una pacca sulla spalla. «Oh, tesoro. Sai come la pensano al giorno d'oggi i ragazzi! Anche a Becky una volta non piaceva il suo nome...»
«Sì, certo... come no.» le rispose con una smorfia. «Ma piuttosto! Direi che è ora di cena. Siamo tutti pronti, vero?» aggiunse e infine prese posto in uno dei due capotavola liberi.
Quel posto era mio una volta. Non lo avrei dimenticato così facilmente...
Poteva sembrare stupido, ma ci tenevo. E come se ci tenessi!
La mamma, invece, abituata a sedersi proprio accanto a me, prese posto vicino Regina e Josh.
Presi un bel respiro e mi andai a sedere nell'ultimo posto libero.
Fantastico. Adesso mi sarei anche seduta accanto a Zander e all'altro posto rimasto vuoto.
Iniziavo già a sentirmi esclusa da quella nuova "famiglia".
La cena era già tutta a tavola, così iniziammo a mangiare quasi subito.
Beh, non che io toccai molto di quello che c'era dentro al mio piatto.
La fame andava e veniva, e quello era uno di quei momenti in cui non avevo proprio voglia di mangiare.
Sentirsi subito pieni al primo boccone mi faceva venire voglia di vomitare tutto ciò che avevo nello stomaco; e in fondo sapevo bene che questa cosa preoccupava più la mamma che me stessa.
Finimmo la cena in tranquillità e poi Regina sparecchiò insieme alla mamma per servire il dessert, una torta a tre strati fatta di pan di spagna e crema al burro. La mia preferita e l'unica cosa che riuscii ad ingurgitare per davvero.
«Allora, Zander... hai già pensato al college? Che facoltà pensi di scegliere?» gli chiese la mamma.
Zander tossì e per poco non sputò tutta la torta.
Quella domanda sembrava quasi averlo preso alla sprovvista. «Il college a cui vorrei iscrivermi non mi accetterebbe mai. Quindi non credo che mi iscriverò mai da qualche parte.» rispose, la voce impassibile.
La mamma parve sorpresa. «Mi sembra impossibile che qualcuno non ti accetti, caro. Josh mi ha informata dei tuoi voti a scuola, sono tutti eccellenti. Hai già inviato la tua domanda all'università che ti piace?»
La mamma lavorava come professoressa di matematica al liceo dove studiavo.
Era alquanto brava nel suo mestiere e dubitavo che non fosse informata su tutto ciò che riguardasse un percorso accademico come il college.
«Ah, sì? Mio padre ti già parlato della mia carriera scolastica?» Il suo sorriso si affilò, quasi fosse stato un rasoio. «Allora saprai anche che tipo di college vorrei frequentare. Quindi non vedo perché farmi questa domanda, Silvia. Perché posso chiamarti così... giusto, Silvia?»
Wow. Che tipo arrogante.
Non avevo mai visto un ragazzo della mia età riferirsi in quel modo davanti a mia madre.
Non che ci fosse qualche problema, sicuro... però che persona dalle mille sfumature iniziava a sembrarmi quel ragazzo.
La mamma sembrò assecondarlo. «Ma certamente! Nessun problema... e comunque no, tuo padre non me ne ha ancora parlato. Ma a dire la verità sono piuttosto curiosa al riguardo. Perché non ce ne parli?» gli sorrise in attesa.
Con la coda dell'occhio vidi Josh stringere lentamente la mascella.
Regina, invece, sembrava fosse rapita da ciò che leggeva sullo schermo del suo smartphone.
Avrei voluto fare esattamente come lei: estraniarmi completamente da quella conversazione.
In quel momento Zander finì la sua fetta di dolce e con un movimento delicato appoggiò la forchetta sul piatto.
Tutta quell'agilità mi fece quasi dimenticare della sua cecità per un secondo.
«Come non detto.» Mise i gomiti sul tavolo e si accarezzò le mani fissandole senza vederci veramente. «Il college di cui parlavo è la Windsor Music University, il più prestigioso college di tutto il Connecticut per quel che riguarda una carriera musicale. Mi piacerebbe andare lì, ma le possibilità sono davvero scarse per uno come me. E qualcun altro non è nemmeno d'accordo.»
Quasi come se avesse avvertito lo sguardo del padre sopra di sé, Zander si girò nella direzione che ospitava Josh.
La mamma guardò il suo compagno alzando un sopracciglio. «Josh? Di che sta parlando tuo figlio?»
Josh grugnò qualcosa. «Non è vero! E' solo che non penso sia la scelta giusta per lui.»
Zander si alzò in piedi con uno scatto e la sedia dov'era seduto un momento prima cadde all'indietro producendo un gran chiasso. «Cazzate! Tu pensi soltanto al tuo stupido matrimonio, papà. Non dirmi che non è vero!»
Oh mio dio, guai seri in vista. mi ritrovai a pensare, gli occhi verdi spalancati per lo stupore.
Vidi la mamma impallidire, mentre Regina alzava gli occhi al cielo e Josh si alzava per andare in contro al figlio.
«Figliolo! Per piacere, datti una calmata e risiediti al tuo posto.»
«Come se potessi vedere dove è finita quella fottuta sedia su cui era posato il mio culo! Mi prendi in giro, forse?!» rise facendo eco ai miei pensieri.
Josh, in tutta risposta, prese la sedia dal pavimento e la rimise dritta per com'era.  «Ecco. Ora puoi sederti! E smettila di alzare la voce con me, stai parlando con tuo padre.» Il tono di Josh divenne duro.
«Sono stanco di questa cena. Me ne torno a casa, così potrete parlare del vostro matrimonio in santa pace e tranquillità. Ormai lo sappiamo tutti, non c'è bisogno che rimanga qui a sorbirmi le vostre chiacchiere da innamorati.»
A stento non mi scappò una risata. 
Non aveva poi così tanto torto.
Mi dispiaceva solo per la mamma e per Josh, soprattutto quest'ultimo, decisamente e totalmente in imbarazzo. Fortuna che la mamma era una persona abbastanza comprensiva.
«Zander, aspetta! Non andartene... io e tuo padre questa sera volevamo dirvi anche qualcos'altro.»
Mi girai verso la mamma intimorita da quelle parole che le uscirono di bocca. «A cosa ti riferisci, mamma?»
Vidi Josh e la mamma sospirare contemporaneamente. «Aspettiamo un bambino.» disse, lo sguardo pieno di aspettativa.
Sentii Regina esultare per la sorpresa, l'unica a dare segni di vita in quell'istante.
Per me, invece, il tempo decise di fermarsi in quello stesso attimo; un attimo privo di qualsiasi senso.
L'aria mi si bloccò nei polmoni e per poco non rischiai di vomitare addosso a mia madre.
Corsi in bagno giusto in tempo e rigettai quel poco che avevo mangiato.
Nello stesso momento sentii sbattere una porta e Regina che gridava mentre correva dietro a qualcuno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 10, 2018 ⏰

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