PROLOGO

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PROLOGO

Tutto iniziò in un giorno, uno di quelli Estivi dove l'aria è afosa e la pelle ti scotta al solo contatto con un raggio di sole.
Niente è più bello della sponda di un lago, del tramonto che si affaccia al di là del cielo, o del fatto che la tua vita sembra procedere tranquilla e senza intoppi a rovinarne i momenti che immaginiamo di più.
Ciò a cui io tenessi di più, però, era il fatto di possedere due genitori che si amavano e che mi rendevano felici al solo pensiero di ciò che fossero e rappresentassero per me.
Ma il fato decise che, proprio in quel giorno, durante quella calda giornata d'Agosto, tutto ciò dovesse finire come un'onda che si infrange decisa su uno scoglio.
L'amore che avevo visto brillare nei loro occhi era scemato come un diamante che perde tutto il suo valore, sottratto dalla luce che gli serve per risplendere, come stelle, ai nostri occhi.
Si erano separati, rendendo la mia vita, la vita tranquilla di Becky Thompson, un vero e proprio disastro nel vero senso della parola.
Era assurdo pensare che il loro rapporto si fosse disintegrato in così poco tempo quando, invece, la loro storia d'amore si era costruita sotto il peso degli anni.
Il tradimento di mio padre nei confronti della mamma, con un'altra donna, era stato qualcosa che aveva distrutto anche me... e non solo nel profondo.
Era stato soprattutto il mio aspetto a risentirne che, spossato dalla situazione, aveva iniziato a rigettare il cibo quasi non ne avesse più bisogno.
Credevo che l'anoressia non c'entrasse, anche se mia madre iniziava a chiederselo sempre più volte, ma, ad essere del tutto onesta, dentro di me, iniziavo ad essere così spaventata da quel problema che pensavo non ne sarei più uscita in nessun modo.
Almeno, fino a quando la mia vita non cambiò improvvisamente di nuovo.
Era ormai inverno e la mamma se ne stava in cucina a preparare la cena per il sabato sera, canticchiando un'insolita canzoncina alle mie orecchie fin troppo smielata.
Entrai nella stanza, inebriandomi le narici dell'odore di uno sformato appena estratto dal forno e poi poggiato sul centro dell'isola della cucina.
«Come mai così felici, oggi?» le chiesi mentre mi sedevo sullo sgabello più vicino.
In quel momento la mamma si girò e mi lanciò uno strano sguardo sorpreso, che non riuscii minimamente a decifrare.
«Beh, stasera abbiamo degli ospiti...» Si asciugò velocemente le mani sul grembiule già sporco di farina. «Pensavo di avertelo già detto!» Il suo tono parve imbarazzato.
Alzai un sopracciglio, ancora ignara di cosa mi aspettasse quella sera. «Non mi hai detto proprio nulla, mamma. Non credi che me lo sarei ricordato, in caso contrario?»
La mamma sbuffò quasi come se fosse avvilita, per poi voltarmi le spalle e continuare ad estrarre roba dal forno, incurante. «Come no... secondo me non mi ascolti più quando parlo, Becky! Ero sicura di avertelo detto, anzi! Ne ero sicurissima.»
Questa volta fui io a sbuffare irritata dalla sua reazione. Ultimamente si dimenticava persino di preparare la cena quando, invece, proprio per quella sera, sembrava stesse cucinando per un esercito intero.
«E quindi? Chi è che abbiamo come ospite questa sera? Me lo dirai prima o poi, oppure devo tirare ad indovinare?»
La mamma posò l'ultima teglia sul tavolo e poi mi fissò con uno sguardo apprensivo in volto. «Josh e i suoi figli si fermano qui a cena con noi, stasera.»
Spalancai gli occhi, intimorita da quella sensazione che aveva appena preso posto nei miei pensieri.
«Così? All'improvviso?» le chiesi, la voce quasi disperata.
Josh era il nuovo compagno della mamma.
Anche se la mamma lo identificava come un brav'uomo, non sapevo molto di lui o della sua precedente famiglia.
Lo avevo visto poche volte, solo quando veniva a prendere la mamma per uscire o perché passava per caso dalla zona in cui ci eravamo trasferite da poco.
Cambiare aria e passare nel Connecticut per trasferirci a Windsor... non era stata un'idea tanto male, se non si parlava del fatto che avevo lasciato metà dei miei amici e della mia vita in Florida.
«Io continuo a pensare di avertelo già detto, Becky...» puntualizzò, riportandomi alla realtà della nostra attuale discussione.
«Io continuo a pensare di no, mamma. Non sono poche le cose che ti dimentichi ultimamente...» le dissi quasi con aria di sfida.
«Becky! Non ti riconosco quasi più quando parli così.» mi rispose agitando la testa.
«E io non riconosco te!» la zittii con poche parole e lei quasi non si mise a piangere.
Presa dallo sconforto e dalla sensazione di disagio, mi avvicinai a dov'era e abbassai il viso sui miei piedi. «Scusa, mamma... è tutto così difficile da accettare, che non so più come dovrei comportarmi.» Rafforzai le mie scuse abbracciandola.
Mi sentivo così stressata per tutta quella storia... non era facile, non dopo che papà era scappato senza dire una parola, lasciandomi completamente sola e unicamente nelle mani della mamma, che pensava a tutto il resto e, segretamente, continuava ad addossarsi di miliardi di pesi addosso.
«Non è nulla, tesoro... io capisco ciò che provi in questo periodo. Meglio di chiunque altro, credimi.» Mi sorrise dolcemente e poi mi accarezzò i capelli ramati con gentilezza.
Annuii con la testa, sentendomi improvvisamente meglio di un momento prima. «E quindi? Come mai Josh viene con tutta la sua famiglia stasera?»
Sentii la mamma irrigidirsi per un solo momento, ma, dopo un po' di silenzio, il suo corpo ritornò a rilassarsi come prima. «Dobbiamo parlare con voi ragazzi, vorremmo dirvi qualcosa di importante...»
Alzai gli occhi sulla mamma, che mi teneva ancora stretta tra le sue braccia confortevoli. «Cosa?» La mia voce anticipò i miei pensieri.
«Vogliamo sposarci, Becky.»
Il mio respiro si spezzò improvvisamente, la testa che girava in un vortice di pensieri infiniti. «Non è possibile...» Mi staccai bruscamente dalla mamma.
Vidi il suo volto spezzarsi in una sorta di dolore. «Becky... non fare così, ti prego.»
Feci un passo indietro guardandola un'ultima volta e poi mi girai, scappando via da quella casa che non mi era mai sembrata più estranea di quel momento.

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