Prologo

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«Chanyeol! »

Il suono ovattato di una voce giunse alle orecchie del ragazzo. Qualcuno stava chiamando con insistenza il suo nome.

«Chanyeol! Ehi, pss, Chanyeol sveglia.. »

Quel fastidioso rumore continuava a martellare i timpani senza sosta. Era il caso di aprire gli occhi e scoprire quale fosse la causa di tutto quel baccano, ma essi risultavano troppo pesanti.

Restare in quella posizione era davvero rilassante, così cercò in tutti i modi di evitare quel fastidioso suono, a cui ora si era aggiunto anche uno strano pizzicore all'altezza del fianco destro, proprio lungo la cucitura della camicetta che indossava.

«Chanyeol.. cazzo, Chan—.. !!»

«Park Chanyeol, le pare il momento adatto per schiacciare un pisolino? Non so, vuole anche un cuscino ed una coperta?»

In un lampo il testone del ragazzo si levò in aria, benché ancora non avesse messo a fuoco la realtà circostante. Ci vollero alcuni istanti prima che riacquistasse la vista, insieme alla cognizione del tempo e dello spazio.

Park Chanyeol era il suo nome.

Ed in quel momento desiderò con tutto se stesso che non fosse così.

Nella piccola stanza era calato il silenzio. Tutti erano girati verso di lui, lo fissavano con sguardi curiosi e soprattutto divertiti, in netto contrasto con quello incorniciato da una montatura rosso acceso della donna poco più in là del suo naso.

Era in classe.

Subito una sensazione di disgustosa familiarità lo colpì allo stomaco, facendolo ribaltare su se stesso più volte.

Si era addormentato. Di nuovo.

«Allora? Non hai nulla da dire in tua discolpa, prima di fare un bel giretto dalla preside?»

In quel momento avrebbe preferito sparire dal mondo, piuttosto che trovarsi lì, di fronte ai fastidiosi occhi opachi della donna, che di tanto in tanto venivano scossi da uno strano tic nervoso.

La cravatta della divisa del ragazzo era improvvisamente diventata troppo stretta, mentre le orecchie paraboliche si tingevano di un delizioso color rosso pomodoro.

Fu questione di istanti prima che l'intera classe scoppiasse in una risata chiassosa e disordinata. Gli unici a non essere influenzati da quell'ondata abnorme di gridolini e movimenti spastici del corpo furono Chanyeol, l'insegnante, entrambi con il volto imporporato, ma per motivi diversi, ed il compagno di banco di Chanyeol, che stava letteralmente sprofondando nel terreno per la vergogna. Il suo nome era Kyungsoo Do e rivestiva l'importante ruolo di migliore amico, nonché compagno di banco e, nel tempo libero, anche mamma di quel gigante scemo con l'abitudine di addormentarsi in qualunque luogo gli capitasse a tiro.

E fu proprio in questo modo che si ritrovò a dover scontare le sue pene nell'ufficio della preside, che ormai conosceva bene come le sue tasche. Ma per fortuna, grazie alla media eccellente dei suoi voti e al titolo di studente più buono dell'anno, per aver salvato il professor Kang da una catastrofica caduta dalle scale pochi mesi prima, Chanyeol poté tirare un sospiro di sollievo; non lo avrebbero né sospeso né bocciato, semplicemente si sarebbe limitato a dover restare a scuola un po' più a lungo del solito per lucidare il pavimento dell'intero istituto.

«Te la sei cavata proprio bene Yeol! Per la figuraccia che mi hai fatto fare, dovresti passare come minimo dieci anni in carcere. Davvero non sopporto più quel tuo faccione del cazzo.» Borbottò Kyungsoo, mentre arrabbiato come una belva, tornava a casa con quel caso umano del suo migliore amico.

«Eh dai! Kyunggie, non sei felice? Anche l'anno prossimo potremo essere compagni di banco come da tradizione. Non sei felice, eh? Eh? »

Kyungsoo avrebbe volentieri perso a calci il ragazzo che gli trotterellava allegramente affianco, come se non avesse mai fatto la figura del pesce lesso addormentandosi in classe.

D'accordo, c'è da ammettere che per Chanyeol fosse un'abitudine fare figuracce, ma Kyungsoo restava sempre più esterrefatto dal suo comportamento infantile, nonostante si conoscessero da anni.

«No, mi stai sulle palle. Levati di torno e non parlarmi per i prossimi, mmmh... mille anni, sì, mille anni dovrebbero bastare. »

«Daaaai, Kyung! Non puoi essere arrabbiato sul serio.-» Un Chanyeol con l'aria da cucciolo ferito si parò dinanzi al ragazzo più basso, tagliandogli del tutto la strada ed impedendogli di ignorarlo. «-Davvero non vuoi più vedermi?»

Kyungsoo si limitò a sospirare.

«E va bene, va bene. Ti ignorerò fino alla gita di fine anno. Ah, Yeol, renditi utile e portami questo fino a casa.» Il ragazzo moro si congedò con quelle parole, dopo aver lanciato lo zaino carico di libri tra le braccia del gigante spaesato.

«Aspetta cosa?! Una gita?» Chanyeol restò perplesso grazie a quell'affermazione. Nessuno gli aveva parlato di una gita prima d'allora. Così partì alla carica, dopo essersi infilato lo zaino del suo amico a mo' di marsupio; in quel modo sembrava ridicolo, una mamma con il neonato sul grembo. Un neonato fatto di quaderni e libri colorati.

«Sì, una gita stupido gigante. Andremo a Jeju. »

«Dici sul serio? E perché io non ne sapevo nulla?»

«Forse perché sei un fottuto idiota che si addormenta mentre l'insegnante parla?»

«Ma..»

« Forza muoviti idiota, andiamo a rimpinzarci con del buon cibo, così ti racconto cosa ti sei perso.»

Chanbaek ┊ Lullaby from hellWhere stories live. Discover now