20 Settembre.
La scuola è iniziata da un po' di giorni.
Mi alzo alle 7 per colpa della sveglia che interrompe uno dei miei soliti sogni tranquilli e mi dirigo verso la cucina per fare colazione.
Fuori c'è già il sole che spunta da dietro una catena di montagne che circondano Torino e il paesino di provincia dove abito io. Si sente ancora l'aria dell'estate, ahh che bei ricordi, il mare, la spiaggia, la pigrizia più totale.
Ma adesso è ricominciata la solita routine e mi toccherà sopravvivere fino alle prossime vacanze, a meno che non dia una svolta a tutto questo e cambi le carte in tavola.
Ma tornando a noi, finisco di mangiare e torno in camera; mi vesto abbastanza leggero, un paio di jeans neri, Vans classiche da skater e una maglietta a maniche corte qualunque, poi prendo lo zaino e mi incammino verso il ponte per poi arrivare alla fermata del pullman dove mi aspetterà il mio amico Fabio.
Nel tragitto mi metto le cuffiette e comincio ad ascoltare musica, in particolare rock e pop punk, i miei due generi preferiti; li ascolto da ormai 5 anni e vedendo tutte quelle band unite tra loro che si divertono, fanno musica e coinvolgono i loro fan nei concerti, mi è venuta voglia di metterne su una mia. Suono la chitarra da un po' di tempo, ogni tanto compongo qualche canzone da solista ma nulla di più, tengo tutto per me, non ho mai fatto sentire nulla a nessuno, proprio perchè voglio essere accompagnato da altri strumenti.
Il problema è trovare le persone adatte che vogliono fare il tuo stesso stile di canzoni, e i vari componenti.
Pensandoci bene, i miei più grandi amici d'infanzia hanno tutti suonato qualcosa, ma non penso saranno d'accordo con la mia idea. Ci penserò su.Arrivo alla fermata e vedo che Fabio è già arrivato prima di me e mi sta aspettando seduto sulla panchina col suo solito cappellino che indossa sempre e in qualunque situazione. Penso di averlo visto pochissime volte senza, e ci conosciamo addirittura da 10 anni, lui dice che è per via dei capelli, sono liscissimi e tendono a non stare su.
Parliamo del più e del meno e dopo un paio di minuti arriva il nostro pullman, completamente pieno di gente come accade spesso, addiruttura i vetri sono appannati per colpa del calore all'interno, ma noi per fortuna (e a malapena) riusciamo ad entrare.
Ci tocca fare un quarto d'ora di viaggio, tutti ammassati e qualche via vai di gente che scende e sale, solo dopo 5 fermate è possibile tornare a respirare dentro quella carcassa.
Inoltre vedo salire una ragazza alla fermata, una in particolare.
Diciamo che ho una specie di cotta per lei, già da un paio di mesi, non ho avuto ancora modo di parlarle. Sono abbastanza timido in queste situazioni, però devo trovare il coraggio...lei è cosi bella, ha quegli occhi azzurri bellissimi e quei capelli castani che ogni tanto nasconde sotto ad un cappellino di lana.
Fabio sa di questa cotta per lei, perciò quando anche lui si accorge che è salita sul nostro stesso pullman mi tira un colpetto col gomito e mi fa un cenno. Io lo guardo, annuisco e arrossisco un sacco.
"È proprio una bella ragazza. Devi parlare, magari è pure simpatica e vi troverete bene insieme." Mi dice Fabio con un tono basso.
"Lo so ma non so come iniziare il discorso, è sempre difficile." Rispondo continuando a guardarla.
"Beh, voi due vi vedete anche alla fermata per il ritorno, perciò potresti cominciare chiedendole un'informazione, tipo tra quanto passa il pullman o robe simili."
"Nah, troppo banale"
"Allora ti capiterà quanto meno te lo aspetti".Scendiamo dal pullman e ci dirigiamo a scuola.
Appena entrati troviamo nell'atrio dei fogli attaccati riguardanti l'autogestione che si terrà tra qualche mese: erano segnati tutti i laboratori e in fondo c'era una scritta evidenziata che diceva 'A breve saranno appesi i fogli per le iscrizioni'
Io e Fabio ci mettiamo a leggere con attenzione tutte le varie attività proposte: "Fotografia, nah non è il mio forte...cortometraggio, ci potrebbe stare ma non sono un grande attore..."
"Body painting! Ci saranno un sacco di ragazze, potremmo andare lì!" Mi interrompe Fabio ridendo.
"Anche si, oppure mmh...laboratorio di musica! Ecco quello che fa per me! Potrò finalmente sfoggiare le mie doti di chitarrista e cantante!" Rispondo soddisfatto e sorridendo.
"Io non me ne intendo molto di musica, ci penserò su e deciderò cosa fare, però ti serve una band, non vorrai mica fare tutto da solo."
"Tranquillo, ho le persone adatte, devo solamente avvisarle."
Faccio che tirare fuori il telefono dalla tasca, scatto una foto dei laboratori e la mando ai miei amici che anch'essi suonano uno strumento musicale, Ale, Peter e Lollo.
Frequentiamo tutti la stessa scuola, siamo un gran bel gruppo di amici e penso che sia arrivato il momento di attuare la mia idea di mettere su una band.
Ah dimenticavo, non mi sono ancora presentato, mi chiamo Davide, ma per tutti sono Dado.
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The Broken Radio: la strada verso il successo
Teen FictionMi chiamo Dado e questa che sto per raccontarvi è la storia della mia band, i Broken Radio. Come ogni gruppo siamo partiti da zero, abbiamo cominciato a suonare nelle scuole, nei locali, nei posti più illegali della città, fino ad accumulare un po'...