La noia si sconfigge con il viola e l'azzurro

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Hwoarang aveva una mezza idea e si stava davvero annoiando

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Hwoarang aveva una mezza idea e si stava davvero annoiando.

Quando all'improvviso notò qualcosa di davvero molto interessante e pensò: Jin penso che potrebbe incazzarsi per questa mia idea, ma io mi sto annoiando. Non doveva lasciare il vibratore in giro e penso proprio che anche a lui un po' di relax gli piacerà.

Si mise in tasca l'oggetto che aveva attirato la sua attenzione e andò a cercare il ragazzo trovandolo in una delle tante stanze dell'appartamento che avevano deciso di dividere fino all'inizio del prossimo torneo.

«Jin...» lo chiamò il ragazzo con voce melensa.

Il ragazzo dai capelli corvini si voltò e lo osservò per un attimo mentre un brivido freddo gli passava lungo la schiena: «Cos'hai in mente?» chiese indietreggiando fino a cadere sul letto mentre lui gli si avvicinava con uno strano sorriso sul volto.

«Ho voglia di divertirmi un pò» disse lui bloccandolo sotto il suo peso mentre tirava fuori dalla tasca un vibratore viola e azzurro azionandolo.

Jin arrossì imbarazzato e cercò di divincolarsi, però, senza molta convinzione perchè l'idea di torturare il ragazzo con quell'oggetto si stava facendo allettante nella sua mente.

Hwoarang gli morse l'orecchio: «Ti stai già eccitando. Sei davvero tanto impaziente» era piuttosto divertito e sentire la virilità del compagno risvegliarsi sotto di lui lo eccitava moltissimo.

«Sei un bastardo...» borbottò lui diventando ancora più rosso.

«Mai quanto te, Jin» rispose lui baciandolo per poi mordergli il labbro, il ragazzo dai capelli corvini si lasciò scappare un gemito infastidito da tutta quell'indecisione per questo motivo provò ad invertire le posizioni, ma Hwoarang lo bloccò nuovamente: «Dove pensi di andare?»

«La smetti di giocare!» esclamò il ragazzo veramente irritato.

Il ragazzo ridacchiò e decise di accontentarlo sfilandogli lentamente gli abiti ricoprendo ogni lembo di pelle di baci e morsi che fecero eccitare ancora di più Jin tanto che immerse le mani tra i suoi capelli e li strattonò con forza: «Cazzo, Hwoarang! Smettila di fare lo stronzo!» sbottò ancora una volta.

Senza farselo ripetere due volte smise di torturarlo in quel modo e terminò di spogliarlo lasciandolo completamente nudo, a quel punto Jin era sotto il suo controllo.

Prese il vibratore e lo azionò facendolo scorrere sul corpo del ragazzo sotto di lui per poi raggiungere la sua virilità e stimolarla con quell'oggetto facendolo gemere sempre più forte ed incontrollato.

Hwoarang vedendolo sempre più eccitato fece scorrere il vibratore fino a raggiungere la sua apertura forzandola leggermente, ma il ragazzo sotto di lui era fin troppo rilassato per questo non trovò nessuna resistenza e stimolò quel punto facendolo impazzire completamente.

«Hwoarang...» lo chiamò con voce flebile.

«Mi vuoi chiese lui?» con voce rotta dall'eccitazione.

Il ragazzo dai capelli corvini annuì e decise di accontentarlo, tolse il vibratore e lo sostituì con la sua virilità.

Jin a quell'intrusione artigliò le spalle di Hwoarang gemendo di piacere.

Prima di muoversi il ragazzo attese alcuni minuti, ma sapeva che Jin odiava sul serio aspettare per questo motivo iniziò ad assestare delle spinte sempre più veloci.

I loro gemiti divennero sempre più forti e diversi minuti dopo raggiunsero l'apice del piacere.

Jin sentendo che Hwoarang si era riversato in lui, gli diede un pugno sulla spalla, ma non troppo forte: «Quante volte te lo devo dire di uscire!»

«Zitto, idiota...» gli posò un bacio sulle labbra diverso dal solito e quando si allontanò gli sussurrò a fior di labbra: «Ti amo»

Il ragazzo dai capelli corvini lo osservò sorpreso per un attimo solo, ma poi si lasciò andare ad un sorriso: «Lo stesso vale per me» Hwoarang si accontentò di quelle parole perchè sapeva che era fin troppo inutile forzare la mano se lui non se la sentiva di dire quelle semplici parole.

Lentamente, tenendolo fermo per i fianchi, lo liberò dalla sua presenza e si distese al suo fianco sospirando leggermente.

Jin con dita tremanti gli sfiorò la schiena: «Perdonami se non riesco a dirti quelle parole» ammise con un lieve sussurro.

«Va tutto bene. Non importa se non riesci a dirle» rispose lui sorridendogli tranquillamente: «Non allontanarmi e non chiuderti nel tuo mondo. Sono qui per aiutarti come ti ho aiutato in passato quando volevano riportarti con la forza a casa»

«Non lo farò...» disse ancora lui avvolgendogli i fianchi con il braccio facendolo appoggiare contro il suo petto e diversi minuti dopo si addormentarono.  

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