Capitolo 2

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Amanda

Paulo Dybala è proprio di fronte a me mentre parla con mio padre. Ha la divisa della Juventus indosso e io sto per svenire. Dal vivo è ancora più bello.

-Non sto sognando giusto?- chiedo non staccando i miei occhi da lui.

I miei amici si mettono a ridere ma non li ascolto.

-Amanda! Finalmente! Volevo vedere la tua faccia, ma mi sa che me la sono persa!- urla mio padre mentre si avvicina insieme a Paulo.

-Piacere sono..-

-Oh credimi lo sa chi sei.- dice Paul ridendo.

Mi sorride, ma guarda tutti con confusione. Che cazzo di sorriso.

-Beh, diciamo che dovresti ringraziare lei per essere qui. Ci ha parlato di te per mesi, fin quando non abbiamo ceduto e siamo venuti a vederti e ci hai convinti.-

-Oh, allora grazie mille!- dice ridendo abbracciandomi.

Io ancora non riesco a parlare e dopo questa, non credo ci riuscirò.

-Carina la giacca.- mi dice all'orecchio. Merda ho i brividi. Si stacca da me, richiamato da mio padre e io non riesco a levarmi questo sorriso da ebete, mentre continuo a guardarlo.

-Non ho mai visto Amanda così.- mi deride Sandro.

-Buongiorno ragazzi, ciao piccoline.- entrano Gigi, Chiello, Barza e Leo che ci salutano, ma non li calcolo minimamente.

-Ha incontrato Paulo?- chiede Barza e i miei amici annuiscono.

-Ma quanto è bravo?- dico fissandolo ancora, mentre fa due tiri in porta.

-L'abbiamo persa.- dice sconsolato Àlvaro mentre segue i suoi compagni negli spogliatoi a cambiarsi.

-Amanda, sta venendo qui con tuo padre.- mi informa Marlene. Merda. Avevo smesso due secondi di guardarlo e lui viene qui.

-Come sto?- chiedo agitandomi.

-Come prima Ams.- dice ridendo.

-Piccola, ho pensato che potevamo fare due chiacchiere con voi nel frattempo che aspettiamo quei scansafatiche.- dice mio padre sedendosi di fianco a noi in panchina.

Paulo rimane in piedi mentre palleggia e io devo seriamente smettere di fissarlo.

-Allora, Paulo come ti trovi fino ad ora?- chiede Mar tentando di spezzare il silenzio.

Lui mi guarda, sorride e poi risponde –Meglio di quanto avessi immaginato-

-Oh perfetto! Dai Ams, perché non metti i tacchetti e fai due passaggi con lui? Mi hai assillato per mesi, ora ce l'hai qua davanti, fa qualcosa!- dice mio padre. Non so se ridere o sotterrarmi.

-Tu giochi?- mi chiede l'argentino.

-Con un padre allenatore che ti aspettavi?- rispondo ridendo. –Papi, le mie scarpe sono qua?- chiedo, rivolgendomi a mio padre stavolta.

-Si, sono dentro, ah, c'è un pacchetto nel mio armadietto, è tuo.- annuisco, ringraziandolo ed entro negli spogliatoi.

Trovo i miei tacchetti nell'armadietto di mio padre, che praticamente è più mio che suo, e anche il pacchetto di cui mi parlava. È morbido quindi penso siano vestiti.

Lo scarto e ci trovo una divisa della Juventus. Con sguardo interrogativo, giro la maglia e mi metto a ridere.

Mio padre aveva fatto fare un'altra divisa di Paulo e me l'aveva regalata. Infilo tutto ed esco, trovando già la squadra che si allena. Non voglio disturbare, quindi prendo un pallone e vado vicino la panchina per far compagna a Marlene. Inizio a palleggiare, alternando la palla da un piede all'altro, mentre ascolto la mia migliore amica.

Like a dream. || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora