3Capitolo.

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Harry's pov.

Mi svegliai e mi misi seduto sul divano, sentì un forte dolore martellare la mia testa e portai le mani a massaggiare le mie tempie. Mi alzai dal divano, salendo lentamente le scale per non far rumore e mi avvicinai alla stanza di Zayn, entrando poco dopo. Notai che non era letto, segno che era uscito. Quando non si usciva si svegliava sempre durante il pomeriggio. Erano già due mesetti che due volte a settimana non lo trovavo a letto, così ne approfittavo per pulire la sua stanza. Mi guardai intorno e vidi che non c'era molto da pulire, anzi, niente. Strano. Di solito la lasciava in disordine per costrigermi a ripulirla. Sentii il mio telefono suonare, così scesi velocemente di sotto e lo presi, aprendo la chiamata di mio fratello che puntualmente arrivava tutte le mattine.

'Jake!' sorrisi, contento di sentirlo, ormai mi era rimasto solo lui.

'Harry!' rispose lui, con un tono più felice del solito.

'Come stai?' mi sedetti sul divano e iniziai a parlare con lui, non curandomi di fare colazione. Quando chiamava lui mi scordavo il resto del mondo. Nascondevo il telefono sotto i cuscini del divano, Zayn non voleva che parlassi con qualcuno. Solo ero e solo dovevo rimanere. Ma io avevo bisogno di mio fratello. Lui sapeva tutto di Zayn, molte volte mi aveva detto di scappare, ma io mi rifiutavo sempre. Io lo amavo, e dovevo aiutarlo. Dopo un po' di tempo che ero al telefono sentii la porta aprirsi e la figura di Zayn spuntare dietro essa, chiusi immediatamente la chiamata e nascosi il telefono dietro la mia schiena, paralizzandomi e restando a guardarlo, senza dir niente.

'Da dove esce fuori quel telefono?' sputò con tono deciso, aggrotando visibilmente la fronte. Rimasi in silenzio, non sapevo cosa dire, nessuna scusa era plausibile.

'Da dove esce quel fottuto telefono?' ripeté, avvicinandosi pericolosamente a me e strattonandomi, facendomi cadere in un nano secondo dal divano, strappandomi poi il telefono dalle mani.

'Jake? Chi cazzo è Jake?' Rimasi ancora in silenzio, in effetti non aveva mai conosciuto i miei familiari, aprì bocca per poter rispondere, ma mi arrivò uno schiaffo dritto sul viso, che mi fece girare il viso di lato.

'Ti avevo detto che non dovevi parlare con nessuno e devi obbedire, cazzo! Tu sei mio. Hai capito? Mio!' Portai lo sguardo su di lui, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime e cercai di trattenerle, non riuscendo a dire niente.

'Sai che gli spaccherò la faccia, vero?' Aprì la bocca e cercai di rispondergli, ma immediatamente sentii un forte mal di testa e inizi ad avere la vista appannata, socchiusi gli occhi e caddi a terra, l'ultima cosa che riuscii a sentire fu un 'Harry?' detto tra le lacrime.

He look like an angel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora