My Favorite Word

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Kit era steso sul letto, con il viso rivolto al soffitto bianco dell'Istituto. Stava pensando alla storia degli Shadowhunters e al poter essere uno di loro. Certo, era più una questione di volere che di potere, e quel desiderio di trovare nei Blackthorn una nuova famiglia gli era dato soprattutto da Ty, si rese conto.
Dei colpi leggeri provenienti dalla porta interruppero il corso dei suoi pensieri. Si alzò, guardando l'orologio: le 10:00. Chi poteva essere a quell'ora? Aprì la porta e un paio di occhi grigi e profondi fece capolino dal corridoio. Kit non rimase per niente deluso e fece segno al ragazzo di entrare.
Ty indossava una larga felpa nera e dei jeans del medesimo colore, aveva le solite cuffie al collo, un libro in mano e i capelli spettinati. Kit lo guardò:-Sei stato tutto il tempo fuori dalla porta?- gli chiese.
-Sì.- rispose il ragazzo -Stare qui davanti mi rilassa... - Kit sorrise.
-Avresti anche potuto bussare prima!- esclamò, sorridendo, per poi andarsi a sedere sul davanzale.
Ty riflettè un attimo:-Come fai a sapere da quanto sono in corridoio?- domandò.
-Hai tutti i capelli schiacciati sulla nuca perché sei stato appoggiato alla porta.- spiegò Kit -È elementare, Watson!- Ty sorrise alla citazione, ma poi assunse un'espressione contrariata:-Holmes non l'ha mai detto!- affermò, per poi sedersi vicino a Kit.
-Non sono mai entrato in camera tua.- si rese conto Ty. Kit sgranò gli occhi: era vero!
-Beh, che ne pensi? C'è una bella atmosfera? La mia persona basta a illuminare l'ambiente, vero?- scherzò. Stava usando del sarcasmo. Lui usava del sarcasmo solo quando era nervoso. Questo lo portò a pensare al perché fosse nervoso.
Ty fece silenzio così a lungo che Kit pensò lo stesse ignorando.
-Sì, c'è una bella atmosfera.- la pelle candida delle guance di Ty si tinse di rosso e anche Kit cominciò a sentire il sangue affluirgli al viso.
Guardarono per un po' il mare, poi Kit allungò la mano sul davanzale, senza un motivo preciso, e le loro dita si incontrarono. Con chiunque altro avrebbe immediatamente spostato la mano, scusandosi, ma in quel momento era stranamente a suo agio; e anche Ty sembrava esserlo. Dopo poco Kit sentì un sussurro, un lieve vortice di parole a ritmo con i movimento delle labbra di Ty.
-Anche tu sei nervoso?- si lasciò sfuggire Kit. Ty si voltò a guardarlo, con l'espressione di chi si sente capito come non lo è mai stato. Poi avvicinò il suo viso a quello dell'altro. Fu un riflesso incondizionato, niente di volontario o per cui Ty fosse preparato. Infatti era tutto tranne che preparato quando Kit lo baciò. Fece scontrare le loro bocche delicatamente. Ty inizialmente non riuscì a muoversi ma poi le sue labbra fecero per lui, ubbidendo al cuore, che prima o poi sarebbe scappato fuori dalla cassa toracica tanto batteva forte.
Kit si staccò da lui e gli occhi azzurri cominciarono a saettare in tutte le direzioni a parte che su Ty. Poi si costrinse a guardarlo.
-È stato bello?- gli chiese infine, da bravo Herondale qual era.
Ty lo guardò e annuì.
Kit tirò un sospiro di sollievo:-Grazie al cielo! Perché è da mesi che volevo farlo e, ora che l'ho fatto, voglio solo rifarlo; altre cento volte.- Ty lo guardò stupito e stavolta fu lui a prendere l'iniziativa. Le loro bocche si scontrarono tra loro, annullando la barriera d'aria che li divideva. Ty scivolò all'indietro, sul letto, e Kit con lui. Le cuffie volarono sul tappeto ma il proprietario non si accorse di niente.
Erano quei baci, il tocco di Kit, i suoi ricci dorati, le sue parole... Lo facevano sentire leggero, felice, uguale agli altri. Improvvisamente ebbe l'impulso di abbattere tutto ciò che li divideva. Per questo, con mani tremanti, arrivò al bordo della maglietta che portava Kit, tirandolo su. Cominciò a esplorare il corpo della persona a cui più teneva al mondo. Kit gli sfilò la felpa, passandogli le dita sulla pelle pallida e Ty, finalmente, non ebbe più freddo.
Continuarono così per un po'. Erano un groviglio tra le lenzuola quando Ty si allontanò, col fiatone.
-Perché? Perché con me?- chiese, apparentemente calmo.
Kit lo guardò con espressione stupita: -Non te l'ho ancora detto?- chiese -Scusa, è che l'ho pensato così tante volte che credevo di sì... Ti amo, Tiberius Nero Blackthorn! Ti amo come non potrei mai fare con nessuno! E so che magari non sono sveglio come Holmes o un fedele assistente come Watson ma sono pronto a darti tutto quello che- Ty lo frenò con un bacio.
E poi ce ne furono altri di baci, decine e centinaia, tanti che nessuno dei due riuscì più a contarli.
Ci furono loro. Loro e nient'altro, niente a dividerli. Furono vicini come non erano mai stati, e quasi non gli bastò.
Ty si sentì amato, quella notte, si sentì a suo agio, si sentì normale.
Kit, invece, si sentì fortunato; fortunato a poter tenere tra le braccia qualcosa di così resistente e fragile al tempo stesso.

Quando Ty si svegliò, dovevano essere circa le 7:00, sentì delle dita lunghe e affusolate che gli accarezzavano i capelli. Era appoggiato al petto di Kit, i vestiti sparpagliati sul tappeto, a far compagnia alle cuffie.
-Kit.- disse soltanto - Ha un suono che mi tranquillizza.-
E, per Kit, quella frase, valse più di mille "ti amo".

Kitty, My Favorite WordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora