capitolo 3

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Rimasero in silenzio, non sapendo cosa dire. Si erano allontanati per stare un po' da soli, insieme, per parlare un po', ignorando gli avvertimenti dati dai rispettivi nonni.

L'aria era fresca, scompigliava leggermente i capelli dei due accarezzandoli dolcemente. Mikail era imbarazzato, mai come adesso erano stati così vicini, o almeno non lo erano per farsi del male, come quando erano più piccoli.

Rammentò con nostalgia uno dei pochissimi momenti teneri che c'erano stati tra lui e il principe. Una semplice giornata passata insieme al mare, cercando di essere amici e aveva scoperto che per certi versi erano molto simili, per altri opposti, ovviamente.

A sera inoltrata furono obbligati a dividersi, e mai per Mikail fu così difficile lasciarlo andare a casa, la malinconia era parte nel suo sguardo che vedeva il piccolo demone allontanarsi.

Si riscosse da questi pensieri scacciandoli, considerandoli inadatti al momento e sciocchi. Basta illusioni, basta struggimenti. Era ora di dare una svolta alla propria vita e aveva deciso di partire dimenticando Luxifer.

Subito gli passò per la testa un altro ricordo, un lapsus. Lo stesso che aveva descritto nel proprio diario, la richiesta di scuse per avergli quasi spezzato l'ala.

Il suo subconscio lo aveva associato a quello datogli poco prima, ed entrambi i ricordi avevano scaturito gli stessi brividi, le stesse emozioni che a parole, constatò Mikail, non erano possibili da descrivere.

In entrambi i momenti si sentì dannatamente felice fra le sue braccia, ci sarebbe rimasto per sempre, gli sembrò di toccare il cielo con un dito.

D'altra parte però, sapeva fosse un abbraccio d'obbligo. Mentre quello di prima... Non era obbligato a ricambiare, tantomeno tirarlo a se per dargli un ulteriore abbraccio.

Era libero di "rifiutare" quel gesto d'affetto e allontanarlo.

Guardò il castano seduto accanto a lui, vicino abbastanza per riuscire contemplare le miriadi di sfumature color bronzo e ghiaccio dei suoi occhi, e realizzò che proprio adesso che stava lasciando perdere, che stava decidendo di dimenticarlo, seppur a malincuore, lui era ripiombato nella sua vita, come un lampo a ciel sereno; col suo sorriso, il suo profumo, le sue labbra, tutto.

Era dannatamente meraviglioso, e, difficile da ammettere, Mik non avrebbe esitato un attimo a gettarsi per l'ennesima volta tra le sue braccia.

Con quell'abbraccio, quell'odiato sentimento inevitabilmente era riaffiorato, riempiendo per l'ennesima volta il cuore dell'angelo, mentre Luxifer si era occupato di occupare i suoi pensieri.

Si perse nei suoi ricordi e struggimenti, fino a quando a riportarlo alla realtà non fu proprio il demone seduto accanto a lui, che non ce la faceva più a guardarlo e a non poter interagire.

Era stanco di quella situazione, e voleva mettere le cose in chiaro.

LUX POV

Presi un profondo respiro, attirando su di me l'attenzione del mio angelo, che adesso mi scrutava con quegli occhi blu, così tristi e vuoti.

«Senti, io...» sospirai, non riuscivo a trovare le parole giuste ed era dannatamente difficile, avevo sottovalutato la situazione.

Lo guardai e vidi la sua luce spegnersi ancora di più, e d'un tratto un nuovo e angosciante sentimento si faceva strada dentro di me, si diramava nelle vene, nel mio sangue e non riuscivo a controllarlo: la paura.

La paura di perderlo, e adesso lo stavo per fare definitivamente, per quanto si ostini a sembrare forte i suoi occhi invocavano aiuto, erano spenti e spaventati, tanto che le pupille erano un po' più dilatate rispetto a come dovrebbero essere.

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