Capitolo secondo

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"Hai voglia di andare al cinema?"
"Sinceramente no, se andassimo da te? A casa ho lasciato un casino, e i miei coinquilini ritornano per pranzo. Non ho voglia di sentire che si lamentano."

A casa mia è tutto pulito e in ordine. Non avendo un lavoro che mi occupa otto ore al giorno ho tempo per prendermi cura del mio antro, e una buona atmosfera può aiutare molto la concentrazione. La mia carriera dipende interamente da questo.
Mettiamo dei popcorn nel microonde e ci stendiamo sul divano a guardare un film su Netflix. A me non interessa, ma Tania sembra esserne molto presa. È la storia di un sedicente fruttivendolo che in realtà lavora per i servizi segreti. Non è il mio genere, ma devo ammettere che la cinematografia è molto più che discreta. Lei ha ancora il trucco della sera prima sul viso, un po' sbavato ma non particolarmente disastrato.

"Vuoi farti una doccia? Puoi prendere dei vestiti puliti dal mio armadio"
"Puzzo?"
"No! Certo che no... Non intendevo dire..."
"Sto scherzando! Ahahah! Metti in pausa, ci metterò poco."

Riappare dopo una quindicina di minuti, profumata, struccata e indossando una mia felpa che le sta molto larga. Ha legato i capelli. Mentre riprendiamo il film penso a tutto quello che le ho sempre voluto dire e che non ho mai avuto il coraggio di esternare. Sono innamorata di lei, lo sono stata dal primo istante in cui l'ho vista, poco meno di un anno prima. Eravamo ad una festa di compleanno e ci siamo incrociate perché nessuna delle due si stava divertendo molto. L'avevo notata subito, era la più bella di tutti in quel pub. Era venuta da me sorridendo e attaccando bottone, non avevo potuto fare altro che caderci a piè pari. Da quel momento il sentimento si era solo intensificato, conoscendola meglio, uscendoci sempre più spesso insieme. La mia vita aveva preso a girare intorno a lei.

"Lilly?"
"Uhm? Sì?"
"Stai bene? Sembri preoccupata, non stai guardando il film. Ti sei persa in qualche posto sperduto nella tua mente?"
"..."
"Che succede? Parlami..."

Leggo la preoccupazione nei suoi occhi, vorrei parlare ma ho la bocca completamente asciutta e il mio cervello si rifiuta di comporre delle frasi di senso compiuto. Si sta agitando, cerca di capirmi. E ad ogni secondo che passa sono più bloccata. Ripenso ad una battuta di un film che mi ha sempre colpita molto: per le decisioni che contano nella vita hai sempre e solo un attimo di tempo. Prendere o lasciare. Quante cose potrebbero andare storte se facessi la scelta sbagliata ora? Quanto potrebbe cambiare la mia vita? Ne vale la pena? Ma certo che si', ne vale sempre la pena. Apro finalmente la bocca e sono pronta a parlare, il tempo scorre al rallentatore, Tania sbatte le palpebre e socchiude le labbra.

Non parlo, la bacio. Per una frazione di secondo la vedo spalancare gli occhi, chiudo i miei e mi aspetto ti sentirla indietreggiare. Non lo fa, perché non lo sta facendo? Riapro gli occhi. Il suo sguardo è stupito, ma ci leggo anche qualcos'altro che non so decifrare. Sono confusa, non si è mossa. Indietreggio e abbasso lo sguardo, le mie mani si attorcigliano nervosamente l'una con l'altra. Perché l'ho baciata? Forse sono stupida. Ci sarebbero stati modi migliori, avrei dovuto parlarle e basta. Una delle sue mani sfiora le mie e me le scioglie lentamente, ma non ho il coraggio di alzare lo sguardo finche' non sento che me le stringe forte. Sorride... Che cazzo sta succedendo?

"Credevo che non avresti mai trovato il coraggio di farlo."

Si butta sulle mie labbra, questa volta non si percepisce più nessun'agitazione.
Porca puttana, le piaccio.

Quello, signori lettori, è stato il momento in cui ho davvero iniziato a vivere. Prima di allora posso solo dire di essere sopravvissuta, di essere stata sfiorata da alcune emozioni e di aver guardato le cose accadere dalla piccionaia del teatro in cui andava in scena la mia vita. Avevo vissuto un'intera esistenza ad osservare le acque di un fiume scorrere, senza mai immergermi e nuotare.
Quell'istante mi ha cambiata, finalmente le emozioni hanno iniziato ad investirmi in pieno petto e non più a passarmi di fianco come persone anonime in una strada affollata. L'acqua del fiume mi aveva travolta con un'onda e aveva iniziato a trasportarmi con la sua corrente.
Ma ancora non sapevo, nella mia ingenuità, che la corrente non sempre è buona e che non basta semplicemente stare bravi e placidi a farsi trascinare. Bisogna nuotare, anche con forza, trovare un remo se necessario, evitare gli scogli e le cascate. Rimanere fuori dall'acqua a guardare le cose scorrere è più facile, ma alcuni tesori ci potrebbero sfuggire per sempre.
L'importante è che quando si decide di tuffarsi o ci si casca dentro non si smetta di nuotare. Perché il fiume è meraviglioso, ma pieno di insidie.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 21, 2018 ⏰

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