L'ultimo disegno

Sette

Alice si rimette per strada, adesso comincia a fare molto freddo, è quasi tutto buio.

Si ferma nella pasticceria che aveva visto poco prima, c'erano dei donuts dall'aspetto meraviglioso.

- Quattro donuts da portare via per favore.

- Gusto?

- Faccia un misto, grazie.

Adora i Simpson, non poteva non pensare ad Homer mentre ne divora un'intera confezione.

Sempre dolce nei movimenti, nello sguardo. Alice mostra tutta la sua gentilezza e la sua grazia in ogni cosa. Nessuno però può comprendere i pensieri che stanno sempre lì nella sua testa, quelli non vanno mai via, ma quel sorriso sfavillante riesce sempre a tenere a bada quei cattivi pensieri, quelle mancanze, tutte quelle parole non dette, le scelte sbagliate, ogni cosa. Quel sorriso riesce sempre a bloccare le lacrime che provano a scendere lungo il suo viso fine, morbido e dolce.

Prende la busta con i donuts ed esce.

Quella pasticceria è il paradiso per chi ama i dolci, c'è proprio di tutto.

- Devo andarci più spesso-, pensa.

Si avvia verso casa di Sabrina, cerca di accelerare il passo. È già tardi, e Sabrina si starà sicuramente preoccupando.

Si chiede se le sue parole e il suo affetto siano stati apprezzati da Sabrina, in fondo tutti hanno un lato dolce, solo che c'è chi prova a nasconderlo.

Tutti hanno un cuore, nessuno è nato senza o con un cuore di ghiaccio. Tutti sono fragili, chi più chi meno.

Alice ha visto per la prima volta Sabrina rompersi come un vetro sottile. Sabrina che sembrava così dura, decisa, rude. Ha trovato nuovamente conferma della sua ipotesi sulla fragilità delle persone.

Lei si definisce come una persona dal cuore d'ambra. L'ambra è una resina particolare molto bella alla vista, fine, apparentemente forte, è sufficiente però toccare un punto particolare per far sì che si faccia in mille pezzi.

Basta toccare un punto particolare nel cuore di Alice, per farlo cadere in tanti pezzettini.

A passo svelto dopo dieci minuti Alice riesce a raggiungere casa di Sabrina, trova già la porta principale aperta.

Trova l'ascensore occupato, prende le scale per sbrigarsi.

- Cos'hai fatto? Una maratona?

Sabrina scoppia a ridere appena vede Alice: tutti i suoi bei capelli castani solitamente ordinati tutti arruffati, il viso color rosso acceso, il fiatone di un centometrista e gli occhi sbarrati come se tentassero di prendere ossigeno anche loro.

- Eh, quasi.

Alice cominciava ad apprendere un po' di dialetto torinese. Sabrina scoppia in un'altra risata sentendo Alice parlare con quel tono e conciata in quel modo.

Le si riempì il cuore. Vedere una persona ridere di cuore la fa stare bene, come se riempisse di gioia il suo cuore e come se quella felicità la contagiasse in un qualche modo.

- Guarda cosa ho trovato qui vicino!

Sabrina divora i donuts con gli occhi.

Decidono di mangiarli tutti e quattro. Uno meglio dell'altro. Fragola, mirtilli, cioccolato e crema di latte.

- Nonna mi dice sempre che mi verrà il diabete.

Alice è una golosa, adora i dolci. Soltanto quelli dal gusto troppo forte e pesante non riesce a mangiare con piacere.

- A proposito di cibo, è ora di cena! Ordiniamo una pizza?

- Anche qualche bottiglia di birra però!

- Certo che sì.

Mentre Alice compone il numero della pizzeria che chiama solitamente, Sabrina prende delle foto salvate nel cassetto della sua scrivania e comincia a sfogliarle.

Ogni tanto le scappa un sorriso, ogni tanto una lacrima.

- Questa sono io da piccola su un cavallo, eravamo andati in un maneggio con mamma. Guardo le foto perché non riesco a ricordare molto bene le cose.

Alice ama le foto, la fotografia. Racchiude un attimo, un soffio, un millisecondo in un'immagine, in uno scatto.

Le fotografie restano così come sono, anche se tutto il resto intorno viene stravolto.

Squilla il telefono di Sabrina.

Appare "Papà" sullo schermo.

Sabrina ha paura di sbloccare il telefono per vedere cosa c'è scritto in quel messaggio.

-Ehi, stai tranquilla. Apriamolo insieme, vedrai che non è niente di grave.

Sbloccano lo schermo. Gli occhi lucidi, le lacrime a mai finire, un velo di tristezza tutto intorno.