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POV HARRY
Non mettevo piede alla Smith Company da giovedí scorso, principalmente perchè non avevo riunioni, ma un po' anche per dare a me stesso del tempo per smaltire il nervoso.
Sarei andato a parlare con Giulietta dopo la riunione, o magari questo pomeriggio!
Volevo una spiegazione per avermi piantato da solo sul suo divano!
Ma prima di tutto ho bisogno di un caffe!
Scendo dall'ascensore e mi precipito alla caffetteria sperando che a quest'ora tutti stiano già lavorando, non ho molta voglia di fare conversazione.
Fortunatamente le mie preghiere vengono esaudite e la stanza è vuota.
Mi verso la bevanda calda in una tazza ma non faccio in tempo ad assaporarala.
"Ciao" sento sbiascicare da una vocetta acuta.
Mi giro verso la porta e mi ci vuole un attimo prima di capire che non sento le voci ma è stato un bambino a parlare.
"Ciao" gli rispondo "che ci fai qui da solo?"
So che c'è una specie di asilo sul piano ma non immaginavo che i bambini potessero girare da soli!
Soprattutto non se sono cosí piccoli, avrà circa tre, massimo quattro anni.
"Voglio portare questo alla mia mamma" sventola di fronte alla sua faccia un foglio che prima non avevo notato "mi accompagni?"
"Non c'è una maestra con te?" non vorrei essere accusato di rapimento di minore!
"Lo sa! Allora mi ci accompagni?" si incrocia le braccia al petto e sposta il peso su una gamba sola impaziente.
"Dov'è la tua mamma?" cedo alla fine.
Sul suo viso nasce un enorme sorriso e i suoi occhinoni si illuminano.
Ho già visto quest espressione ma non saprei dire dove.
"Sopra" alza la manina indicando il soffitto.
"Andiamo allora" gli sorrido di rimando e lo prendo per mano.
Stringe il mio dito per tutto il tempo e non smette un attimo di parlare del suo disegno e della sua mamma.
La elogia in tutti i modi possibili e non mi aspettavo che un bambino così piccolo conoscesse tutte queste parole.
Mi racconta anche che settimana scorsa è stato male e che poi per tutto il weekend ha dormito nel <letto dei grandi>, così l' ha chiamato.
Non ci metto molto ad abituarmi al suono della sua voce acuta, è meno fastidiosa di quanto pensassi!
Quando passiamo di fianco al banco dove è seduta Erin, questa ci guarda sorpresa.
Come se non si sarebbe mai aspettata che potessi arrivare con un bambino a fianco.
Ok non me lo aspettavo nemmeno io questa mattina quando sono arrivato.
Non dice una parola, nemmeno risponde quando la saluto.
Strano.
Intanto il piccolo si è quasi messo a correre e mi sta trascinando, per quanto gli sia possibile, verso una porta dall'altro lato del locale.
Quando ormai siamo di fronte alla porta lascia la mia mano e corre dentro.
"Mamma" lo sento urlare prima ancora di raggiungere lo stipite.
La scena che mi si presenta di fronte era veramente l'ultima cosa che mi sarei aspettato.
Giulietta inginocchiata di fronte al bambino pronta a prenderlo in braccio appena gli si getta al collo.
"Amore" lo stringe e gli stampa un bacio sulla testa.
Immediatamente mi tronano in mente le parole che Samantha ha usato per descrivere il famoso <Lorenzo> settimana scorsa.
Biondo.
Occhi azzurri.
Parlantina infinita.
Quindi il sosia di Thor è un bambino.
SUO FIGLIO!
Ecco perchè era così preoccupata!
Ma perchè non me lo ha detto?!
Mi ridesto dai miei pensieri quando sento il tono della giovane mamma cambiare.
"Se venuti da solo?" chiede preoccupata continuando a guardare il piccolo come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
"No, con lui!" si gira per indicarmi e sorride.
Giulietta sposta i suoi occhi dal viso del bambino e li posa si di me.
I suoi pozzi blu si dilatano diventando ancora più grandi del normale e sul suo viso compare un'espressione sorpresa.
Non credo si aspettasse che scoprissi di suo figlio.
"G-Grazie .... per averlo accompagnato" farfugli evidentemente a disagio.
Prima che possa risponderle mi sento spintonare di lato.
"Lorenzo!" quasi urla sospirando "Ecco dov'eri! Mi hai fatto prendere un colpo!"
Il bambino sorride colpevole e nasconde il viso sulla spalla della madre.
"Scusa" sbiascica.
Giulietta lo mette tra le braccia di quella che penso sia la maestra e lascia che lo porti fuori della stanza.
Io sono ancora sulla porta in attesa che mi guardi.
Sposta i suoi occhi un po' ovunque prima di trovare il coraggio di alzarli e fissarli nei miei che non hanno smesso un secondo di guardarla.
"È simpatico" dico, riferendomi al bambino, per spezzare il silenzio pesante che è sceso.
"Adora parlare" sorride lei, probabilmente pensando a lui.
Continua a spostare il peso da una gamba all'altra ed a strofinarsi un braccio.
È evidentemente agitata.
Sembra un cucciolo in gabbia.

POV GIULIETTA
La sua voce non aveva nessun tono in particolare, ma la cosa non mi tranquillizza affatto!
Sento i suoi occhi su di me ma non ho il coraggio di guardarlo.
Pensavo che si sarebbe arrabbiato quando avesse scoperto di Lorenzo, insomma mi aspettavo tutto ma non il silenzio!
Mi mette ancora più a disagio.
"Devi incontrare Smith?" chiedo per cercare di sbloccare la situazione.
"Si! Ho una riunione tra tre quarti d'ora"
Annuisco ma non so più cosa dire ed il mio tentativo fallisce miseramente.
Passano alcuni secondi, o forse minuti prima che sia lui a rompere il silenzio.
"Come stai?"
Alzo la testa verso di lui e fisso i miei occhi nei suoi.
Non mi aspettavo questa domanda.
"Bene.... Non ho dormito molto in questi giorni" sospiro.
Comincio a giocare con una ciocca dei miei capelli scappata dalla coda.
"Io- Io devo tornare al lavoro" balbetto indicando disordinatamente la scrivania alle mie spalle.
Sospira ed abbassa la testa scuotendola poi leggermente.
"Ti riaccompagno a casa più tardi" parla infine.
Non so se sia una domanda o un affermazione.
Lo guardo interrogativa.
"Dobbiamo parlare e preferirei farlo in privato" mi spiega.
Detto questo esce dal mio ufficio senza guardarmi.
Mi lascio cadere a peso morto appena raggiungo la sedia.
Provo a rimettermi al lavoro ma l'ansia mi attanaglia lo stomaco e non mi permette di concentrarmi.

Tell Your Heart to Beat Again ~ HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora