Non lasciarmi mai - Parte 2

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Tutto è buio, e poi le luci rosse si accendono ma Fabrizio vede comunque il bianco della scenografia sanremese di quest'anno, così pulita, così austera che rende il palco così lontano da quello che ama, tutto è ordinato e non ci sono chitarre e bassi scatenati ai suoi lati ma lontana un'orchestra composta da maestri che leggono attentamente dagli spartiti, tutti composti, precisi, affidabilissimi ma statici; sente in un attimo tutto il peso della sua esibizione.
Non può sbagliare, deve tirar fuori l'energia che ha dentro, non si deve far anestetizzare dalla platea tutta seduta e vestita con abiti di alta sartoria e gioielli.
Tutto è stato provato e riprovato, ogni movimento, ogni intonazione, ogni gesto, sa tutto a memoria quindi dovrebbe essere facile ma sa anche che se non ci metterà l'anima la gente lo capirà, sia quelli in giacca e cravatta delle prime file che le persone sul divano a casa che stanno mangiando popcorn.
E stasera vuole spaccare, far sentire la sua rabbia e farsi capire da tutti.
E poi la musica parte e sente la voce di Ermal, perfetta, e tutto è perfetto, tutto va al posto giusto, le loro voci si rincorrono e abbracciano per tutto il brano e sente forte la presenza del collega al suo fianco.
Canta le ultime sue parole con una convinzione che non aveva avuto durante le prove e arriva inaspettato il braccio di Ermal a cingergli il collo e in quell'attimo è felice.
La sua mano istintivamente afferra il polso dell'amico e ha la sensazione che quell'attimo sia per sempre ma le ultime note si spengono nell'applauso fragoroso del pubblico e improvvisamente si sente esposto, abbracciato a quel bellissimo ragazzo dai capelli ricci si accorge che la sua corazza si è completamente disintegrata, si libera dell'abbraccio e serra le labbra in un vano tentativo di controllare le emozioni che sono troppe e troppo forti.
Usciti dal palco tutti si congratulano con loro ma Fabrizio ascolta a fatica, è stanco, l'unica cosa di cui si rende veramente conto è che quel maledettissimo festival se lo ricorderà per sempre.
Dopo la terza serata e il paio di ore di black out che l'hanno seguita Fabrizio è sereno.
Tutto è rientrato nei binari come se l'incidente della sospensione non fosse mai successo ed Ermal non fa altro che fare battute e sorridere ed è contagioso.
Tutti lo adorano e in particolar modo i giornalisti che in poche ore sono passati dal considerarlo un truffatore a un genio assoluto.
Fabrizio è stranamente a suo agio con accanto una persona così estroversa che gli fa come da scudo e lo protegge dal caos organizzato che è Sanremo.
Durante le interviste è così rilassato che a volte si distrae e si ritrova ad osservare l'amico, zigomi pronunciati sotto occhi scuri profondissimi e riccioli ribelli e così morbidi da passarci le dita che spesso non resiste alla tentazione di posargli la mano sulla testa; è la bocca però che lo rapisce maggiormente, due labbra rosse che spiccano su quella pelle diafana, e quando sorride di quel sorriso storto, tenerissimo ma da furbetto, è allora che rimane ipnotizzato e accidenti all'intervistatore che pretende una risposta anche da lui alla solita stupida domanda che però non ha sentito.
"Fabrì, terra chiama cervello in fuga, a che cazzo stai a pensà? Poi arrabbiati anche se i giornalisti ti prendono in giro!" Gli dice il riccio appena saliti nella macchina che li riporterà all'albergo.
"Non mi lamento dei giornalisti ma di te, ti giuro che se racconti un'altra volta delle urla nelle quinte dell'Ariston, o del fatto che sono più vecchio di te te la faccio pagà" Ribatte Fabrizio che non può certo rispondere alla domanda.
Ermal ride "Ma l'episodio dell'Aristo è divertente, dovevi vedere la faccia di Gazzè, e il ragazzo dello staff che dava i tempi per le entrate era preoccupato, pensava che avessi un attacco di panico"
"Già, da come mi ha guardato penso che mi avrebbe buttato in mezzo al palco a calci se mi fossi rifiutato di entrare in scena. Accidenti, uno dice una volta che ha questo tipo di problemi e tutti non aspettano altro che tu ti senta male"
Ermal continua a ridere "Forse non lo penserebbero se prima dell'esibizione non sembrassi uno destinato al patibolo, sinceramente l'hanno scorso credevo anche io che ti saresti bloccato sul palco ma ormai ti conosco"
Fabrizio sorride, pensa di essere molto fortunato ad avere la fiducia del collega.
Ermal e Fabrizio si separano nell'atrio dell'hotel, il riccio deve contattare la sua casa discografica per qualcosa inerente "Non Abbiamo Armi" uscito il giorno precedente e Fabrizio vuole tornare in camera a farsi una doccia e rilassarsi un'oretta per ricaricare le batterie se no teme che oggi, sabato 10 febbraio 2018, finale della sessantottesima edizione del festival di Sanremo, sarebbe stata la volta buona che avrebbe sbattuto la faccia contro il pavimento dell'Ariston, allora sì che i giornalisti si sarebbero divertiti ma come avrebbe potuto spiegare la cosa a Libero e Anita?
La quarta esibizione va che è una meraviglia come era andata anche quella del giorno prima con il supporto di Cristicchi ma stasera è anche meglio, la mano che Ermal appoggia sulla sua spalla nel momento del coro gli dà una sicurezza che non ha mai sentito sul palco dell'Ariston e poi la musica finisce e Ermal gli prende la mano e si sente invincibile. Nessuno può togliergli quel festival, il più bello della sua carriera, e, anche se non avessero vinto, la loro è la canzone è la migliore e sarebbe stata ricordata, hanno dato il massimo e il pubblico ha recepito il loro messaggio.
Tutti i dubbi e le incertezze del giorno della sospensione sono svaniti, al loro posto c'è solo la soddisfazione di un lavoro ben fatto e la gioia che prova nell'avere accanto il suo cespuglietto.
Arriva il momento della proclamazione del vincitore e la felicità è troppa, non riesce a contenerla, abbraccia Ermal e l'amico lo solleva da terra, è un lunghissimo abbraccio che il romano termina con un bacio sulla tempia.
È così fiero di Ermal, sa che ha sofferto molto per la sospensione, forse più di lui, eppure non ha mai smesso di sostenerlo e di difenderlo.
È stato una roccia al suo fianco e si merita tutta questa vittoria. Cantano la loro canzone un'ultima volta ma la serata non è ancora finita, c'è il Dopofestival e poi i festeggiamenti proseguono.
Riesce a sdraiarsi solo alle sei ma è talmente euforico che addormentarsi è un'impresa e, quando la mattina arriva troppo presto, è distrutto ma è una stanchezza che non pesa.
È solo mentre raggiunge l'Ariston per l'ultima volta per "Domenica In" che è colpito improvvisamente dalla consapevolezza della fine di questa meravigliosa avventura.
Certo deve fare qualche ospitata TV e radio ma poi lo aspetta un lungo periodo di firmacopie lontano da Ermal.
Questa è una realtà che non riesce a concepire, a quanto pare la fissazione con Ermal è più grave del previsto; in quel momento, in macchina con tre persone, si sente solo e guarda dal finestrino per vedere se all'ingresso del teatro scorge l'auto del collega.
Nella migliore delle ipotesi più di un mese lontano lo aiuterà a dimenticare ma non ci conta, e poi lo vede, sta parlando distrattamente con gli autori del programma mentre mangiucchia dei grissini, ed è assonnato e stanco ma assolutamente adorabile, e il cuore gli fa un salto in petto.
Sa che quel mese senza il suo cespuglietto sarà insopportabile.

Non lasciarmi mai ( Ermal Meta / Fabrizio Moro )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora