Non lasciarmi mai - Parte 6

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Ermal sta per arrivare a Roma, a quest'ora sarà già sul raccordo anulare, gli ha detto al telefono che quando arriva all'hotel gli fa uno squillo per farsi venire a prendere e andare a mangiare qualche cosa. Fabrizio è indeciso su dove portarlo, se fosse per lui lo avrebbe invitato a casa sia per la cena che per la notte che pensare che si trova nella stessa città ma non stare insieme gli pare assurdo.
Ma si è astenuto dall'invitarlo, avrebbe dovuto spiegare la presenza di Marta e soprattutto lo doveva allontanare da Giada il più possibile perché lei avrebbe fatto di tutto per metterlo in imbarazzo con stupide allusioni.
Perché la sua ex nei tre giorni trascorsi dal chiarimento si è messa in testa che Ermal sia l'uomo giusto per lui perché lo fa felice.
E non c'è stato verso di convincerla diversamente anche se conosce bene i tanti motivi per cui una storia tra loro due è impossibile.
Finalmente il telefono squilla, ha già il giubbotto e le chiavi della macchina in mano e si precipita per le scale saltellando allegramente. Si sente un ragazzino, ha una tale energia che potrebbe percorrere i cinque chilometri di distanza dall'albergo di corsa senza farsi venire neanche il fiatone ma opta per l'auto sapendo di fare prima anche se col traffico e i pochi parcheggi non è detto.
Quando arriva, Ermal è già fuori, in piedi difronte all'entrata ed appena lo vede gli va incontro e apre la portiera addirittura prima che l'auto si sia completamente fermata.
Getta nel sedile posteriore un piccolo borsello e mentre si lascia cadere sul sedile si sporge verso l'amico e gli stampa un bacio sulla guancia prima che Fabrizio riesca neanche a salutarlo
Le labbra morbide e umide gli solleticato la pelle e ha improvviso l'istinto di girarsi e di offrirgli le propria bocca ma riesce a contenersi e lo saluta con un "ben tornato" che sa tanto di mogliettina lasciata sola a casa ad aspettare il suo moroso.
Accidenti, si morde le labbra, è proprio quello che si sente.
Intanto il riccio gli dice di partire perché sta bloccando il traffico e gli propone di andare al ristorante più vicino perché ha una fame da lupi.
Fabrizio ha il bisogno fisico di abbracciarlo ma i clacson lo costringono a ripartire.
Mentre guida lo guarda con la coda dell'occhio, anche Ermal lo sta guardando con i suoi profondissimi occhi d'ebano, ha un po' di occhiaie e forse ha perso qualche chilo, il firmacopie deve essere stato stressante anche per lui, più di quello che gli ha detto al telefono, ma finalmente hanno tutti e due un paio di giorni per rilassarsi.
Il ristorante fa schifo, la varietà dei piatti è scarsa come la qualità e l'ambiente è tetro e anche l'odore non è buono, sa di vecchio, questo succede quando si va nel primo locale che si trova.
Pensare che aveva consultato quasi tutte le guide dei ristoranti di Roma e che conosceva un sacco di posti carini ma quando Ermal ha fame non è gestibile, lo ha fatto parcheggiare appena ha visto l'insegna del locale.
Adesso sta divorando tutto con la solita voracità, Ermal si butta sul cibo come su tutto, senza freni o condizioni, senza regole, è capace di buttare giù il salato dopo il dolce e poi di ripassare al dolce.
È divertente guardarlo mentre si ingozza e contemporaneamente racconta cosa gli è successo negli ultimi giorni, quello che è certo è che non ha buone maniere a tavola, strano essendo di classe borghese, ma forse è uno dei suoi tanti modi di disobbedire a cui tiene tanto.
Fabrizio ha poca fame e il riccio si mangia anche quello che ha lasciato nel piatto.
Il romano non resiste più a cansonarlo:
"Dovresti smetterla di dimenticare di mangiare quando lavori, sei dimagrito e ora ti stai a strafogà, guarda che figura mi fai fare con la gente" Nel locale c'è giusto una famiglia e un paio di coppiette, molto probabilmente tutti turisti altrimenti non finivano in quel posto.
"E tu dovresti smetterla di essere così schizzinoso" mentre dice questo Ermal ruba l'ultimo pezzo di pane che Fabrizio aveva già addentato e si mette a ridere di gusto a bocca piena, per quel gusto un po' perfido ma adorabile che ha nel fare dispettucci cretini come fanno i bambini.
Quando ci si mette Ermal è la persona più scema che conosca, ha un'ironia sfrontata che ti spiazza completamente.
E poi è intelligente, praticamente un genio e ha un cuore d'oro ed è bello, tanto bello, troppo bello.
Dovrebbe smettere di fissarlo, probabilmente se ne sono accorti tutti i clienti del locale che è cotto marcio.
Però non ne può fare a meno, gli è mancata così tanto la sua presenza, il suo modo di muoversi e la sua voce dolcissima che ha paura che distogliendo lo sguardo svanisca.
Sono passate le 11, il tempo è volato e sono rimasti soli nel locale, forse sarebbe il caso di andarsene, ma dove? Di certo Fabrizzio non vuole riportare in hotel l'amico, un pub potrebbe fare al caso suo, possibilmente uno dove la musica sia bassa o assente perché la voce del riccio è diventata una dipendenza.
Nel mese passato lontani ha trascorso intere giornate nell'attesa di una chiamata, e, quando arrivava, quella voce non mancava mai di tranquillizzarlo, di farlo sentire a proprio agio con il mondo, cosa che per lui è stata sempre una condizione molto rara.
Ed ora è tutta per lui, gli solletica gli orecchi, gli accarezza i pensieri e si insinua in ogni fibra del suo corpo.
Stasera Fabrizio è stato particolarmente silenzioso, più del solito, ed Ermal se ne è accorto e vorrebbe sapere il perché non gli ha raccontato nulla di quello che ha fatto nell'ultimo mese.
La cosa lo rattrista, vorrebbe condividere tutto con l'amico ed è curioso di qualsiasi cosa che lo riguardi perché in pochi mesi è diventato l'essere più importante nella sua vita.
"Ma qualcuno ti ha mangiato la lingua stasera? Hai fissato le vacanze? Al telefono mi avevi detto che pensavi di fare una sorpresa ai bambini e portarli per tre giorni all'Eurodisney subito prima del mio concerto al forum di Assago. Io continuo a pensare che dovresti portare Giada in un posto un po' più romantico, comunque devi assolutamente trovare il tempo di salire sulla torre Eiffel "Il riccio sorride ma è un sorriso amaro, è geloso di quella giovane donna che ha avuto la gran fortuna di trovare sulla sua strada un uomo eccezionale, forte come una roccia e delicato come una rosa.
Fabrì è pieno di contraddizioni ed è una persona complicata, l'ha capito dal primo giorno che lo ha incontrato che qualche sofferenza nel suo passato lo ha reso ostaggio della rabbia e della paura, però quando ti guarda con i suoi enormi occhi castani ti mostra tutta la sua bellissima anima gentile, onesta e pura e tu ti senti insignificante nei suoi confronti.
Fabrizio è preso di contropiede, Giada non centra niente con questa serata con Ermal però a quanto pare non è quello che pensa il suo amico.
"Ci siamo lasciati " Risponde a mezza voce, con la testa bassa mentre tira fuori la carta di credito dal borsello di pelle nera e fa per alzarsi per andare a pagare.
Ermal gli afferra la mano con la carta di credito e la spinge contro il piano del tavolo.
"Per prima cosa paghi sempre tu e questo non mi va bene, secondariamente io ti ho rotto tutta la sera con delle cazzate e tu sei stato zitto tutto il tempo e poi te ne esci con questa cosa come se non fosse niente"
"Lasciarmi la mano, siamo a Roma e sei mio ospite e quindi pago io. Con Giada è da tanto che la storia stava finendo, è tutto a posto.
E tu non dici cazzate, quasi mai"
Ermal allenta immediatamente la presa e Fabrizio si alza e si dirige alla cassa.
-Apposto un cazzo- Pensa il riccio. Quando lui si è lasciato con Silvia sei mesi prima ha passato un brutto momento, una relazione che aveva costruito per ben sette anni e che pensava fondamentale si era dissolta e lui si era ritrovato confuso.
I suoi pensieri erano come sbattuti dalla corrente di un mare molto mosso e per chiarirsi le idee e rimettere la sua vita in asse aveva cercato il sostegno dei suoi amici e invece Fabrizio non gli aveva detto niente.
Ermal si sente offeso, pensava di avesse la sua fiducia, come durante il festival di Sanremo.
Si aspettava che lo avrebbe chiamato anche alle tre di notte per una cosa importante, invece no, si era lasciato con Giada, madre dei suoi figli, e non ne aveva fatto parola per ben tre ore di conversazione.
"Andiamo in un pub che conosco dove hanno un assortimento di birre assolutamente eccezionale" dice Fabrizio all'uscita del ristorante seguito da un Ermal imbronciato che si stringe nel suo cappotto marrone chiaro e che, allungato il passo, lo supera senza rivolgermi un solo sguardo.
"Allora, sei d'accordo?" Gli grida alle spalle il romano.
"Direi di no, voglio andare in hotel. D'altronde non capisco perché tu voglia passare del tempo con me se non ti fidi"
"E questo cosa cazzo significa? Perché dici che non ho fiducia in te?" Risponde Fabrizio afferrandolo per un braccio per fermarlo.
Ermal si immobilizza e si gira lentamente "Con un amico ci si confida se ci si lascia dopo dieci anni di convivenza e due figli e io pensavo di esserlo per te" la sua voce è bassa, chiarissima e senza inflessioni.
È terribilmente serio e Fabrizio è pietrificato.
Apre la bocca, poi la richiude come un pesce.
Non ha la benché minima idea di cosa dovrebbe rispondere.
D'istinto lo abbraccia perché non farlo andare via è l'unica cosa importante.
"Porca miseria Fabrizio. Ma è possibile che quando non sai che dire tu salti al collo della gente. Lasciami!" Ermal si libera dalla presa e sta per andarsene ma prima posa lo sguardo sul romano.
Fabrizio ha gli occhi bassi e le mani stanno tremando.
Il suo colorito generalmente olivastro è cinereo.
L'albanese si porta le mani tra i ricci ed esala un lungo respiro per poi posare una mano incerta sulla spalla dell'amico.
"Scusa. Sono un coglione. Il fatto che io reagisca ai problemi raccontando a destra e a manca cosa mi è successo non significa che tutti debbano fare come me.
So che sei una persona riservata e non sei tenuto a dirmi niente "
"Io... Io..." balbetta Fabrizio "Non lo so perché non te l'ho detto prima. Pensavo non ci fosse nulla da dirti. Va tutto bene" la voce è poco più di un sussurro e gli occhi sono sempre rivolti all'asfalto.
Tutta l'arrabbiatura di Ermal se n'è andata lasciando il posto alla tenerezza e al bisogno di proteggere e consolare l'amico.
"Sei sicuro? Se me ne vuoi parlare io sono qui" Ermal ha spostato la mano destra sulla nuca del romano e la massaggia.
Porta la sua mano sotto il suo mento per fargli sollevare la testa e guardarlo negli occhi. Sono enormi, lucidi e confusi.
"Andiamo in albergo dove potrai convincermi che va tutto bene? I tuoi occhi mi dicono tutta un'altra cosa. Se preferisci però andiamo al pub di cui mi parlavi, c'è musica dal vivo?"
Fabrizio accenna un sorriso e annuisce. "Ok, andiamo in albergo" e si muove in direzione dell'auto.

Non lasciarmi mai ( Ermal Meta / Fabrizio Moro )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora