Parte 1

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Parte 1 : Solitudine

È davvero incredibile come le nostre vite possano cambiare totalmente in un modo così veloce da non poter fare altro che rimanere immobili a guardare, sopraffatti ed impotenti, gli eventi che sconvolgono la nostra vita. Un giorno hai una famiglia felice, una bella casa e quasi tutto quello che si possa desiderare dalla vita, un giorno hai solo delle lacrime che scendono copiosamente dal tuo viso. Il mio nome è Victoria Thomas ed io avevo solo 19 anni quando la storia che vi sto per raccontare ebbe inizio.

Quando mi svegliai la mattina della vigilia di Natale, come sempre con il sorriso tra le labbra, non avrei mai potuto immaginare che i miei giorni felici sarebbero finiti proprio in quel giorno tanto atteso sia dagli adulti che dai bambini. Come molte altre ragazze io avevo molti sogni ma a differenza delle altre persone, io ero assolutamente certa che i miei si sarebbero ben presto avverati. Che cosa poteva fermare una ragazza bella e giovane, capitano delle cheerleader e con dei genitori milionari ? Stavo spazzolando i miei lunghi capelli biondi e stavo ammirando la mia bellezza allo specchio quando io sentì il campanello suonare con una certa insistenza. In quel momento tutti i miei domestici erano andati a trascorrere le vacanze con le proprie famiglie, così a differenza del solito io fui costretta ad aprire la porta. Non so per quanto tempo i miei occhi azzurri rimasero aperti dopo che un agente di polizia mi disse con un filo di voce che i miei genitori erano morti in un incidente d'auto. 

Quando ripresi conoscenza, ero distesa sul mio lussuoso divano e la mia speranza che tutto fosse stato solo un brutto incubo morì immediatamente quando vidi l'agente di polizia che era seduto su una sedia accanto a me e mi osservava con un'espressione stranissima. Di solito la gente mi guardava con ammirazione, desiderio, invidia ma non in quel momento, in quel preciso istante negli occhi dell'uomo c'era solo tanta pietà. Quasi non ricordo le settimane successive a quel triste giorno, nella mia mente vi sono solo poche immagini di una moltitudine di persone che non avevo mai visto prima che mi guardavano tutte allo stesso modo del poliziotto. Ricordo bene gli avvocati, tanti, troppo avvocati che parlavano solo della mia eredità. Dovevo rimanere tranquilla mi dicevano, con tutti quei soldi non avrei avuto nessun problema.


I miei amici cercarono di aiutarmi, all'inizio almeno. Tuttavia, con il passare dei giorni le visite dei miei compagni si fecero sempre più rade e alla fine io ero sempre più sola nella mia enorme casa, il silenzio era assordante. Quando l'oscurità sembrava avvolgermi e tenermi prigioniera, io non potei fare altro che aggrapparmi alla mia unica ancora di salvezza, l'unica luce che illuminasse la mia vita: Megan.

Megan era la mia migliore amica da quando avevamo otto anni. Noi ci incontrammo per caso un giorno nel parco giochi vicino a casa mia, era la prima volta che mio padre mi aveva portato lì, lui era sempre così occupato con il suo lavoro. Presto io scoprii che Megan era un'orfana e che viveva in un istituto non molto distante da quel parco. Io e Megan diventammo sempre più amiche nonostante noi frequentassimo scuole diverse ed appartenessimo a classi sociali lontanissime le une dalle altre.



Io stavo piangendo ininterrottamente, distesa sul mio enorme letto e Megan mi stava accarezzando i capelli quando il suo telefono squillò. Mentre lei cominciò a conversare con qualcuno, io ammirai la sua immensa bellezza. Negli ultimi due anni lei era diventata una vera dea, non era molto alta (solo 166 cm), aveva lunghi capelli neri e occhi ambrati. Il suo corpo era incredibile e anche se io ero considerata la ragazza più bella della città, a mio avviso io non ero nulla al suo confronto.

- Mi dispiace ma devo andare, il mio capo ha cambiato nuovamente il mio turno - lei disse alzandosi e dandomi un bacio sulla fronte.

Avevo dimenticato che Megan aveva iniziato a lavorare, non lei aveva i soldi per andare al College e il suo istituto stava attraversando un momento di crisi. All'improvviso io ebbi un idea.

- Aspetta Megan - io dissi quasi gridando - Che ne pensi se ti pagassi il College ? Noi potremmo stare insieme e... -

- No, non posso accettare - lei ripose abbracciandomi e aggiungendo - ed inoltre anche con i soldi io non potrei certo venire ad Harvard con te. Ma non ti preoccupare tesoro, io sarò sempre qui quando tornerai - io notai subito la tristezza nella sua voce e la rassegnazione di chi è costretta a rinunciare a propri sogni, sperando solo di avere una vita dignitosa con il poco denaro che poteva ottenere con quel misero lavoro in quello squallido ristorante.

Era impossibile per me lasciarla, era impossibile sopportare altro dolore. Così, senza esitazione io dissi :

- Non andrò al college -

- Non essere sciocca, certo che tu andrai al college - lei rispose guardandomi intensamente negli occhi.

- No ! Rimarrò qui... con te - quasi senza rendermene conto io mi inginocchiai di fronte a lei e la cominciai a supplicare - Rimani con me per favore ! Trasferisciti qui, mi hai detto che stai cercando una stanza -

- Ma... - Megan cercò di dire qualcosa, ma io continuai con le mie suppliche.

- Trasferisciti qui, tu non dovrai pagare nulla, potrai lasciare quel lavoro orribile e potrai cercare qualcosa di meglio senza nessuna fretta.

Megan mi guardò con i suoi meravigliosi occhi ambrati e come sempre io mi sentii come se lei stesse guardando in profondità nella mia anima. Desiderosa di mostrargli quanto io tenessi a lei, io mi prostrai ai suoi piedi ed io incominciai a baciare i suoi stivali, senza nessuna intenzione di smettere. Dopo cinque minuti io ero ancora lì, a baciare disperatamente i suoi piedi, dicendo di tanto in tanto :

- Ti prego...resta, io farò qualsiasi cosa - in quel momento, strisciando ai suoi piedi come un verme, io dovevo sembrare veramente patetica ai suoi occhi ma io non volevo rimanere di nuovo da sola e avrei continuato a baciare i suoi stivali per tutto il giorno, se fosse stato necessario.

- Ok ok , rimarrò - lei disse improvvisamente

Quando io udii le sue parole io finalmente smisi di baciarle i piedi e la guardai in faccia, con le lacrime agli occhi. Megan era raggiante, lei mi guardò per qualche secondo e poi con una risatina disse :

- Allora, non mi ringrazi ? -

Piena di gioia per la sua risposta positiva, io mi prostrai nuovamente davanti alla mia migliore amica nel mezzo della mia camera da letto e ripresi a baciarle gli stivali.

- Grazie , grazie mille -


Parte 2 : Trasloco

- Questa è l'ultima - io dissi mettendo giù l'ultima scatola che conteneva tutti i possedimenti di Megan.

Mentre io ero a corto di fiato e le mie braccia tremavano e mi facevano un male incredibile, lei era seduta comodamente sulla poltrona vicino al camino, messaggiando con il suo smartphone e dondolando il suo piede sinistro. Io guardai per alcuni istanti le sue scarpe da ginnastica che erano molto vecchie e di scarsa qualità, ma ciò era ovviamente il massimo che il suo istituto poteva permettersi. Io promisi a me stessa che Megan non avrebbe più indossato roba del genere, lei meritava molto di più. Il trasloco era stato difficile e faticoso ma io non potevo nascondere che per un attimo ero stata grata che Megan possedesse così poche cose, infatti se avessimo dovuto spostare tutte ciò che io possedevo, noi avremmo impiegato diverse settimane.

- Puoi dirmi di nuovo perché ho dovuto licenziare tutti i domestici ? Sarebbero stati di grande aiuto - io le chiesi, gettandomi sfinita sul divano.

- Ti ho già detto che loro ti avrebbero ricordato il passato e se tu vuoi davvero andare avanti devi fare qualche sacrificio - disse Megan senza togliere gli occhi dal suo telefono.

- Ma potrei assumere nuovo personale - io protestai con veemenza

- No, adesso possiamo prenderci cura della casa anche da sole e un po' lavoro ti aiuterà a non pensare troppo - poi lei mi guardò per la prima volta da quando ero entrato nella stanza e mi chiese :

- Ti dispiacerebbe portarmi una tazza di tè ? -

- Certo - io dissi subito, correndo in cucina per soddisfare il suo desiderio.

Quando tornai in salotto, Megan era nella stessa posizione, sempre con il telefono tra le sue mani. Per un momento mi chiesi con chi si stesse scambiando messaggi, poi le porsi la tazza di tè facendo attenzione a non versare la bevanda con qualche movimento brusco. Prima di poter tornare a sederi sul divano lei mi chiese :

- Potresti essere così gentile da farmi un massaggio ai piedi ? Mi fanno così male, sai, è stata una giornata molto faticosa.

Quella richiesta mi sorprese molto perché ero stata io a fare quasi tutto il lavoro, sgobbando per ore e ore, ma non volevo iniziare la nostra convivenza con il piede sbagliato.

- Certo - io risposi con un largo sorriso tra le labbra e dato che lei non mostrò alcun segno di cambiare posizione, io mi avvicinai alla sua poltrona e mi sedetti sul pavimento con le gambe incrociate. Io incominciai a sciogliere i nodi delle sue scarpe da ginnastica ed avvertì subito il forte odore dei suoi piedi. Quando io rimossi delicatamente le sue scarpe, l'odore divenne sempre più intenso. I suoi calzini viola erano madidi di sudore ed erano così caldi tra le mie mani. Io guardai Megan per sapere quando cominciare ma lei mi stava completamente ignorando e solo quando lei mi diede un leggero calcio in testa, io iniziai il massaggio. Quella era la prima volta per me e non sapevo bene come agire, quindi io incomincia ad esercitare una leggere pressione sulla pianta del suo piede sinistro con i miei pollici. Megan non mi diede nessuna indicazione, così io pensai che lei fosse soddisfatta del mio lavoro o mi avrebbe certamente mostrato il suo disappunto. Io stavo massaggiando il piede sinistro da quasi dieci minuti quando lei appoggiò il destro sulla mia spalla, pericolosamente vicino al mio viso. Guardai di nuovo Megan in faccia ma lei mi stava ancora ignorando completamente. Non sapevo cosa fare, io ero seduta sul pavimento del mio salotto massaggiando i miei piedi della mia migliore amica che mi stava usando come un semplice poggiapiedi. Una parte di me voleva spingere via con violenza i suoi piedi e urlargli contro, una parte di me invece provava una sorta di piacere nell'essere in quella posizione così umiliante, ignorata e sottomessa. Cominciai a pensare che c'era qualcosa di sbagliato in me quando mi resi conto che io avevo piegato leggermente la mia testa di lato ed avevo avvicinato il mio naso al suo piede. L'odore era forte ma per qualche motivo io proprio non riuscivo a definirlo brutto e notai con preoccupazione che ogni annusata di quel profumo non faceva altro che aumentare in me il desiderio di affondare il mio naso in quel calzino madido di sudore.

- Massaggia l'altro piede - le sue parole mi riportarono alla realtà ed io mi affrettai ad eseguire il suo ordine. Quella volta Megan mise il suo piede libero direttamente sulla mia testa, il tallone che poggiava fastidiosamente sulla parte superiore della mia fronte. Noi rimanemmo in quella posizione per più di venti minuti, poi giunsero alle mie orecchie le parole che ormai stavo aspettando con trepidazione.

- Toglimi le mie calze - ancora una volta io obbedii immediatamente ed io rimossi delicatamente i suoi calzini viola, resistendo alla tentazione di affondare in essi il mio volto.

I piedi di Megan erano incredibili e ancora una volta io rimasi scioccato dai pensieri che passavano nella mia mente. Come potevo definire "incredibile" qualcosa di così disgustoso come i piedi ? Iniziai a massaggiare il piede sinistro ed io non potei fare altro che ammirare quella perfezione. I piedi di Megan erano piccoli e incredibilmente morbidi, le dita dei piedi non erano ne troppo lunghe e ne troppo corte ed i suoi talloni erano lisci come quelli di un bambino. Osservai con attenzione lo smalto nero sulle sue unghia che rendeva ancora più divini quei piedi favolosi. Ovviamente quello era il lavoro di Megan, perché lei non poteva permettersi una pedicure in un centro estetico.

" Ma da ora in poi lei potrà farlo " io pensai all'improvviso, sognando di poter fare di persona la sua pedicure. Ancora una volta io diventai una sorta di poggiapiedi, infatti lei mi mise il piede destro sulla spalla, incominciando a giocare con il mio orecchio. Io stavo impazzendo, improvvisamente io persi il controllo e senza rendermene conto, io baciai rapidamente il suo bel piede. Pietrificata da quello che avevo appena fatto, io mi sforzai di allontanare la mia testa dal suo piede ma poi io sentii Megan dire :

- Continua - guardai con stupore la mia migliore amica e notai che ancora una volta lei mi stava ignorando, almeno in apparenza. Lasciandomi alle spalle le mie paure e cercando di non pensare a come sarebbe potuta cambiare la nostra relazione, io incominciai a baciare i suoi piedi nudi ed è molto difficile descrivere quello che provai quando le mie labbra toccarono la morbida pianta del suo piede, mentre io già sognavo di assaggiarlo con la mia lingua, ma non essendomi stato ordinato di farlo io continuai a baciare il suoi piede senza intenzione di fermarmi. Dopo alcuni minuti io non potei più resistere e diverse volte io misi il mio naso tra le sue dita perfette, annusando quell'odore che era diventato per me quasi un droga. Megan ridacchiò molte volte, ma non mi fermò. Quanto dovevo sembrare patetica ai suoi occhi e per un secondo io mi chiesi cosa stesse provando Megan in quel momento ad avere la sua migliore amica che le baciava devotamente i piedi e annusava il loro profumo come un cane da caccia. Improvvisamente, dopo un'ora, Megan si alzò e mi disse :

- Sono stanca, me ne vado a letto -

- Ok - io risposi un po' delusa, poi mi affrettai ad aggiungere - Ti ho preparato la terza stanza -

- No, prenderò la camera padronale - lei rispose immediatamente dandomi un colpetto alla testa come se fossi un cane.

- Ma quella è la stanza dei miei genitori - io protestai

I tuoi genitori sono morti e come ho già detto, devi dimenticare il passato. Quella sarà la mia stanza d'ora in avanti ed in questo modo essa non sarà più una fonte di sofferenza per te. Domani tu dovrai portare lì la mia roba, ora ho bisogno di riposare - e così dicendo lei se ne andò. Io rimasi seduta sul pavimento incredibilmente confusa.

"Come posso lasciarle prendere la camera da letto dei miei genitori ? " io mi chiesi ma subito quella domanda mi sembrò stupida, infatti io avevo passato più di un'ora a massaggiare, odorare e baciare i piedi di Megan, ero stato persino la sua poggiapiedi.
Victoria Thomas poteva aver ereditato Thomas Manor, ma la vera signora di quella antica e nobile casa era Megan Gilles.

Mentre quegli strani pensieri affollavano la mia mente, qualcosa attirò la mia attenzione. Le scarpe da ginnastica di Megan erano rimaste vicino alla poltrona, con i calzini viola ancora al loro interno. Io avanzai a carponi velocemente in direzione delle sue scarpe e dopo aver tolto i calzini, io affondai il mio naso nelle scarpe da ginnastica di Megan e subito dopo incominciai a leccare con fervore le solette. Quando mi annoiai delle scarpe, io mi lanciai sui calzini che ho odorato, baciato e leccato con passione, mettendole poco dopo nella mia bocca, cercando di succhiare via tutto il sudore. Improvvisamente io vidi il mio riflesso nel grande specchio che ornava la stanza ed io osservai con attenzione quella ragazza messa a quattro zampe con delle calze sudate che le uscivano dalla bocca. Quell'immagine mi ricordò subito un cane con le pantofole del suo padrone in bocca e l'orgasmo più intenso di tutta la mia vita esplose quando io pensai che per tutto il giorno io non era stato altro che un cane per Megan.

Parte 3 : Che il lavoro cominci

Io dormii solo due ore quella notte, troppi pensieri affollavano la mia mente ed ancora non riuscivo a capre cosa mi stesse succedendo.

" Perché sto permettendo a Megan di trattarmi in questo modo ? E perché sono così ossessionata dai suoi piedi ? "

Sì... ossessione era la parola giusta o non avrei altrimenti potuto spiegare perché io avevo passato tutta la notte con le sue calze sul mio viso e la mia mano tra le gambe.

" Diavolo, non so nemmeno quanti orgasmi ho avuto prima di addormentarmi esausta " io pensai tristemente.

Quando mi svegliai erano già le dieci di mattina e apparentemente Megan stava ancora dormendo. Facendo attenzione a non fare troppo rumore, io mi fermai vicino alla stanza, che era stata fino al giorno precedente la camera dei miei genitori, e premetti l'orecchio alla porta. Nessun rumore proveniente dall'interno. Felice di non dovere affrontare Megan così presto, io andai in salotto e rimisi le sue calze all'interno delle sue scarpe. Per qualche strano motivo ero convinta che sarei morta dalla vergogna se lei avesse scoperto che io avevo dormito con le sue calze sul mio cuscino (e sul mio viso), come se lei non mi avesse visto la sera precedente come mi ero comportata, facendomi usare come il suo poggiapiedi, odorandole e baciandole i piedi. Mentre aspettavo il risveglio di Megan, io provai e riprovai un discorso che in qualche modo avrebbe potuto spiegare il mio strano comportamento della sera precedente ed io continuai a ripeterlo a bassa voce mentre le preparavo la colazione, io non avevo fame. Pochi minuti dopo io udii un rumore di passi e poco dopo Megan apparve davanti a me, lasciandomi senza fiato. Indossava un elegante vestaglia di raso bianca ed io non potei fare a meno di guardare con la bocca aperta le splendide curve. Non mi disturbò il fatto che lei stesse indossando un abito di mia madre, ovviamente Megan non poteva permettersi abiti così belli. Il mio sguardo cadde subito ai suoi piedi. Lei indossava un paio di infradito blu ed alla vista delle dita dei suoi piedi si formò un lago tra le gambe.

- Ho preparato la tua colazione - io dissi sforzandomi di guardarle il viso angelico.

- Oh, sei così gentile - lei disse sorridendo dolcemente. Poi, quando lei si sedette a tavola, lei aggiunse - sai, potrei davvero abituarmi a questo, sì, da ora in poi mi preparerai la colazione ogni mattina. Ti piace questa idea ? - lei chiese ridacchiando.

" Che cosa ? Dovrei prepararle la colazione tutti i giorni ? Come se fossi la sua serva ? " io pensai, provando uno strano brivido nel mio basso ventre e senza rendermene conto, io sentii me stessa rispondere :

- Sì Megan -

Lei sembrava raggiante ed incominciò a mangiare, facendomi molti complimenti per il cibo. Mi sentivo estremamente orgogliosa di averla resa così felice ed ancora una volta mi chiesi le ragioni di quel mio strano comportamento. Mentre lei mangiava, io rimasi in piedi al suo fianco e subito mi passò nella mente l'immagine di una cameriera accanto alla sua signora. Spesso mi ritrovai a guardarle i piedi mentre Megan faceva dondolare sensualmente le sue infradito e quando per un attimo i nostri occhi si incrociarono io compresi che lei sapeva cosa io stavo pensando. Quando un infradito cadde a terra, io l'ho sentita ridacchiare. Io guardai paralizzata il suo piede nudo e ancora una volta dovetti frenarmi per non gettarmi su di esso e leccare freneticamente come un cane quel meraviglioso arco plantare.

- Porta la mia roba nella mia camera da letto e lascia tutto lì - disse lei improvvisamente, riportandomi alla realtà.

- Sì Megan - io dissi ed io pensai che stavo diventando veramente la sua domestica, anche le mie risposta erano quelle di una serva. Mi affrettai ad obbedire al suo ordine.


Quando entrai nella "sua camera da letto" io vidii il quadro che ritraeva i miei genitori e subito i miei occhi si riempirono di lacrime. Io compresi perché Megan aveva detto di lasciare la sua roba in camera e non fare niente altro, lei non voleva che io soffrissi. Nonostante tutto lei era ancora la mia migliore amica, lei ci teneva a me. Tornai da Megan piena di gratitudine e giurai a me stessa che io avrei fatto qualsiasi cosa per lei, avrei fatto di tutto per rimanere sua amica. Lei aveva già terminato la sua colazione e quando mi vide, Megan disse :

- Victoria il bagno necessita di una bella pulita e anche queste finestre sono molto sporche, i tuoi vecchi servitori erano veramente pigri - lei mi guardò così intensamente con i suoi bei occhi ambrati che a un certo punto io non fui più in grado di sopportare il suo sguardo e guardando umilmente per terra, mormorai :

- Ok nessun problema -

" Nessun problema ? Che diavolo sto dicendo ? Non ho mai pulito niente nella mia vita, non so dove cominciare " io pensai disperata.

- Bene - disse Megan con un grande sorriso, poi lei si avvicinò a me e dopo avermi dato di nuovo dei colpetti alla testa come se fossi il suo cane, lei aggiunse - Nel frattempo io andrò a prendere il sole - e dicendo ciò lei se ne andò lasciandomi da sola con le mie faccende domestiche.

Il bagno di Megan era un vero disastro, c'era acqua dovunque dopo la doccia che aveva fatto subito dopo essersi svegliata e io dovetti usare il mocio per asciugare il pavimento. Poco dopo io iniziai a pulire il gabinetto.

" Dio, questo è così umiliante, come sono finita in questa posizione ? Io sono Victoria Thomas, sono una ragazza milionaria, capitano delle cheerleader, sono praticamente la principessa di questa stupida città e sono stata sempre circondata da una dozzina di servi. E adesso sono qui a pulire il bagno della mia migliore amica solo perché lei mi ha detto di farlo. Il bagno amico della mia migliore amica ? Questo è il bagno dei miei genitori ! Il mio bagno ! Thomas Manor appartiene a me adesso e Megan è solo un ospite...
E allora perché io ho dovuto trasportare tutta la sua roba come facchino ? Perché le avevo preparato la colazione, accettando di fare lo stesso ogni giorno da quel momento in avanti ? Perché le avevo massaggiato e baciato i piedi come se fosse la cosa più normale del mondo ? Perché sto lavando questo stupido bagno mentre lei si prende il sole ? "

Questi erano tutti i miei pensieri quando io realizzai di essere ancora incredibilmente bagnata in mezzo alle mie gambe. Non so perché, ma io avanzai verso il mucchio di lavanderia sporca di Megan e presi dal cesto le sue mutandine sporche, seppellendo il mio viso in essi e annusando vigorosamente e coprendo di baci la zona che era stata a contatto con la sua vagina. Poi, non so bene per quale motivo, io mi misi sue le mutandine in testa e ripresi il mio lavoro in quel modo umiliante. Quanto ero diventata patetica ? Io ebbi un orgasmo sul posto, proprio lì sul pavimento vicino alla tazza del gabinetto. Quella era la cosa miserabile che Victoria Thomas era diventata.

Parte 4 : Sottomissione

Ci vollero quasi due ore per pulire anche le finestre e dopo solo mezza giornata, io ero già esausta. La mia schiena mi faceva malissimo ed io continuavo a chiedermi come certe persone potessero fare un lavoro del genere ogni giorno per quasi tutta la loro vita. Megan aveva ragione riguardo una cosa, con il lavoro io ero stata troppo distratta per pensare ai miei genitori. Purtroppo non fu lo stesso con il vortice di emozioni che mi stavano sconvolgendo in quei due giorni. Non potevo ancora credere di aver messo in testa le mutandine di Megan di mia spontanea volontà, non potevo credere che io avevo avuto un orgasmo così devastante, annusando e baciando la sua biancheria intima sporca. Forse avrei dovuto chiedere a Megan di andarsene, ma ciò avrebbe sicuramente distrutto la nostra amicizia ed io sarei rimasta sola ancora una volta.

"No, devo imparare a controllare queste strane emozioni che mi stanno turbando, deve essere solo una strana reazione alla morte dei miei genitori. Sì, deve essere così. In realtà, non avevo mai avuto simili pensieri su Megan prima di quel momento. Naturalmente avevo sempre pensato che lei fosse stupenda ma non avevo mai sognato di baciarle e odorarle i piedi o le mutandine, solo il pensiero era assolutamente ridicolo "


Non c'era nessun segno di Megan all'interno della casa, quindi io immaginai che lei fosse ancora in piscina a prendere il sole. Io guardai il grande orologio che era costato una fortuna a mio padre ed io mi accorsi che era già ora di pranzo. Uscii di corsa di casa e attraversai rapidamente il grande giardino, che era la grande passione di mia madre. Quando arrivai vicino alla piscina io rimasi scioccata. Megan era distesa sul lettino completamente nuda. Era vero che le mura della proprietà erano molto alte ma io non avevo mai avuto il coraggio di fare qualcosa di simile perché ero spaventata che qualcuno mi potesse vedere lo stesso in qualche modo, specialmente in quel momento che i droni erano così popolari. Ma Megan evidentemente non aveva tali preoccupazioni e lei era così rilassata che probabilmente non notò il mio arrivo. Io approfittai di quella situazione e sono rimasto a contemplare la sua bellezza per molti minuti. Anche se ci conoscevamo da tantissimi anni io non l'avevo mai vista nuda. Il suo seno era incredibile ed i suoi capezzoli attirarono il mio sguardo come un magnete. Presto i miei occhi scesero lungo il suo corpo e con stupore io vidi che laggiù lei era completamente rasata e con incredulità notai che io avevo l'acquolina in bocca. Per la prima volta mi porsi una domanda.

" Sono forse lesbica ? "

Per tutta la mia vita avevo prestato attenzione ai ragazzi, avevo sognato di sposare un bell'uomo, di trovare il mio principe azzurro. Eppure ero lì, a sbavare alla vista del corpo mozzafiato della mia migliore amica.

- Ti piace quello che vedi ? - disse Megan improvvisamente.

Imbarazzato mi avvicinai e subito cercai di cambiare l'argomento della discussione, chiedendole :

- Vuoi qualcosa per pranzo ? - io potevo percepire il suo sguardo nonostante i suoi occhi fossero nascosti dagli occhiali da sole.

- No, non ho fame ma vorrei bere una limonata - lei rispose

Il tono della sua voce era calmo e rilassato, quello non era un ordine, ma allora perché io provavo dentro di me in modo così forte l'impulso di ubbidire ? Ancora una volta non potei fare altro che comportarmi come la sua umile serva.

- Sì, Megan, ti porto subito la tua limonata - dissi chinando il capo e facendola ridacchiare mentre, umiliata, io corsi dentro casa per soddisfare il suo desiderio.








- Ieri sei stata incredibile con quel massaggio - Megan mi disse quando prese la limonata dalle mie mani tremanti. Le sue parole mi fecero arrossire e di nuovo mi sentii davvero orgogliosa di averla soddisfatta. Poi lei aggiunse - Sai, confesso che mi piacerebbe averne un altro in questo preciso istante -

La guardai per un attimo, poi senza dire nulla io mi inginocchiai ed iniziai il massaggio, eccitata di poter toccare di nuovo quei piedi divini.

- Brava la mia ragazza - disse Megan

Come l'ultima volta la pianta dei suoi piedi erano incredibilmente morbide ed incapace di resistere, io feci scorrere il mio dito su di esse facendola ridacchiare, quel suono meraviglioso quasi mi ipnotizzò e presto mi ritrovai smarrita in un altro mondo, un mondo in cui c'ero solo io e quei piedi meravigliosi. Passai diversi minuti a sfregare dolcemente i suoi talloni, applicando una leggera pressione su di loro. Infine decisi di spostare la mia attenzione sulle dita dei suoi piedi, infilando il mio indice tra di loro e facendola ridere nuovamente. Megan avvicinò le sue dita dei piedi al mio viso e potei avvertire nuovamente quel profumo che mi aveva stregato. Mentre stavo annusando i suoi piedi cercando di non essere notato da Megan, improvvisamente lei intrappolò il mio naso tra il suo alluce ed il secondo dito. Essendo ormai stata scoperta, io incominciai ad annusare rumorosamente. Non mi importava di apparire patetica, io volevo solo perdermi in quel profumo divino. Megan cambio piede e mise il sinistro sul mio viso, intrappolando ancora una volta il naso tra le sue dita dei piedi. Ho potuto sentire le sue risatine mentre io annusavo come il cane che ero diventata. Dopo quella che sembrò una vita, lei mi tolse i piedi dal viso per un secondo ed io inconsciamente cercai di seguirli, facendola scoppiare a ridere.

- Baciali - ordinò Megan, mettendomi nuovamente i piedi in faccia. Mi affrettai ad ubbidire e come un animale affamato io mi avventai sui suoi piedi, baciandone con passione ogni centimetro. Occasionalmente Megan roteava i suoi piedi per permettermi di baciarne anche la parte superiore. Non so perché io fossi così eccitata ma posso affermare con certezza che non ero mai stato così bagnata prima di quel momento.

" Se baciare i suoi piedi mi fa sentire così bene, io li bacerò in continuazione per il resto della mia vita " io pensai continuando a toccare quella pelle delicata con le mie labbra.

Il mio desiderio cresceva sempre di più, così alla fine io feci quello che avevo sognato per tutta la notte. Io aprì leggermente le mie labbra e tirai fuori la mia lingua dando una rapida leccata al suo piede e gustando per la prima volta il suo suo sapore. Era davvero delizioso, forse un po' salato, ma era sicuramente qualcosa che avrei assaporato con gioia, senza nessuna sosta. Rimasi delusa quando Megan tolse i suoi piedi dalla mia faccia, mettendosi seduta. Lei vide la delusione sul viso e con un dito sul mento mi costrinse a guardarla negli occhi.

- Tu ami veramente i miei piedi, non è vero ? - lei chiese guardandomi intensamente negli occhi.


Quello era il momento della verità, non potevo più negare a me stessa che mi ero innamorata dei suoi piedi, del suo corpo, di Megan. Non potevo negare che mi piaceva essere in quella posizione umiliante, non potevo negare che avevo amato essere il suo poggiapiedi, non potevo negare che mi era piaciuto essere trattata come la sua serva. Io trattenni il respiro per un momento e poi io pronunciai le parole che fuoriuscirono dal profondo della mia anima, sancendo il mio destino.


- Io amo i tuoi piedi Megan, non so perché ma il loro odore è come una droga per me, in un solo giorno sono diventata totalmente dipendente da esso e se fosse possibile io starei tutto il tempo con il mio volto sotto i tuoi piedi. Essere il tuo poggiapiedi è stata la cosa più eccitante della mia vita e farei tutto per rifarlo di nuovo. Mi è piaciuto anche essere trattata come un serva da te ed ho amato servirti come principessa -

Megan mi guardava attentamente ed il mio cuore si riempi di gioia quando lei sorrise dolcemente. Prima di poter dire qualcosa, io mi prostrai come un musulmano e con le mie mani io misi il suo piede sinistro sulla mia testa per mostrargli la mia totale sottomissione. Poi la supplicai :

- Per favore Megan dammi l'onore di leccare i tuoi meravigliosi piedi, io farò qualsiasi cosa per te che mi sei così superiore, io sarò la tua umile servitrice, sarò la tua schiava devota -

Megan non rispose alla mia supplica e noi rimanemmo in quella posizione per più di cinque minuti, con me prostrata al suo cospetto ed il suo piede sulla mio testa. Poi improvvisamente Megan disse :

- Leccare i miei piedi è un onore che ti devi ancora guadagnare, ma puoi continuare a baciarli...schiava - poi lei tolse il suoi piede dalla testa, permettendomi di guardarla con amore e devozione e mentre il mio basso ventre era scosso da brividi di piacere io ricominciai a baciare i piedi della mia nuova padrona.

Losing everything (Italian version)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora