Parte 21 : Un nuovo regime
- Credo che questo sia tuo - disse Megan improvvisamente, togliendo il suo piede dalla mia testa
Alzai lentamente il mio sguardo e vidi che la ragazza stringeva tra le mani il mio vecchio collare di metallo.
- L'ho trovato nella cassetta postale, non so proprio come se riuscita a togliertelo ma adesso è giunto il momento che esso torni al suo posto -
Quando il collare si chiuse nuovamente intorno al collo io non potei fare a meno di pensare che il mio periodo di libertà era durato veramente troppo poco, appena due giorni che non erano stati comunque privi di sofferenze ed umiliazioni. Avevo trovato un'amica e l'avevo persa, ero stata costretta a fare un pompino per la prima volta nella mia vita ad un ragazzo che non conoscevo nemmeno, avevo mangiato del cibo buttato nel cestino dell'immondizia ed ero stata quasi violentata in un vicolo buio.
La vita sembrava non volermi mostrare nessuna pietà tanto che non sembrava più possibile che la povera Victoria Thomas potesse avere una vita normale, svegliarsi la mattina eccitata o annoiata per il nuovo giorno, studiare o lavorare, fare shopping con le amiche, avere un appuntamento con un ragazzo. Tutto quello che facevo non mi portava altro che sofferenza ed umiliazione, e non importava quanto io mi sforzassi, ero ormai bloccata in un limbo, persa in un incubo.
Un tintinnio familiare mi avvertì che Megan aveva tirato fuori il guinzaglio e con rassegnazione vidi la mia ex migliore amica agganciarlo al mio collare, piena di eccitazione per avere di nuovo con sè il suo cane fedele.
- Non ti sembra così naturale essere nuda al mio guinzaglio come un cane ? Avevo ragione quando ti ho detto che non sei altro che un animale, non è vero ? - chiese Megan, ridacchiando diabolicamente e, tirando il guinzaglio, mi costrinse ad alzare il capo e guardarla negli occhi.
- Sì... Padrona - dissi sconfitta, sancendo nuovamente il suo dominio su di me, mentre le lacrime scorrevano sul mio viso.
Era stato tutto inutile. La mia ribellione, quell'intenso istante che sembrava avermi mostrato una forza che anche io non sapevo di avere, si era rivelata solo un fuoco di paglia e quella scintilla di speranza che era nata nel mio cuore si era spenta definitivamente in quella banca. Non potei fare a meno di notare che per ironia della sorte, il mio bisnonno aveva cominciato a fare la sua fortuna subito dopo aver ottenuto un prestito in quella stessa banca. L'istituto di credito aveva creduto nei suoi progetti e con quei soldi lui poi aveva forgiato la grande dinastia dei Thomas. Più di un secolo dopo io, l'ultima dei Thomas, avevo visto la mia ultima speranza morire in quella banca nel giorno che aveva sancito la fine della nostra gloriosa dinastia e l'inizio di una nuova era, quella di Megan Gilles.
I miei tristi pensieri si interruppero quando un piede di Megan si appoggiò sul mio viso ed il mio naso fu intrappolato tra le dita della mia Padrona .
- Scommetto che in questi giorni i miei piedi ti sono mancati da morire, non è vero schiava ? - lei chiese
Io non dissi nulla ed annusai con forza, non potendo fare a meno di pensare che mi erano davvero mancati i suoi piedi meravigliosi. Megan sembrò soddisfatta della mia tacita risposta e rise divertita mentre osservava la sua schiava che le annusava le eleganti estremità come un cane da caccia. Continuai a respirare profondamente mentre lei allargava le dita dei piedi, permettendomi di mettere il mio naso tra un dito e l'altro. L'odore era magnifico ed in quel momento dimenticai tutti i miei problemi, dimenticai che non avrei più potuto essere una donna libera, dimenticai che sarei stata la sua schiava per il resto della mia vita.
Non so quanto tempo passai ad annusare i piedi divini di Megan mentre lei si rilassava nella poltrona, soddisfatta di aver nuovamente messo la sua migliore amica in catene. Improvvisamente lei tirò il mio guinzaglio e contemporaneamente spinse in avanti il mio viso con i piedi, quasi soffocandomi.
- Nei mesi scorsi sono stato troppo buona con te, sono stata generosa e ti ho permesso di soddisfare i tuoi strambi bisogni dandoti l'onore di stare sempre ai miei piedi. E tu come mi hai ringraziato per questo ? Sei scappata alla prima occasione, mandandomi quasi in ospedale. No, il tempo di essere buona è finito. D'ora in poi questi piedi che tanto ami diverranno il tuo peggior incubo - e dicendo così lei si alzò dalla poltrona, continuando a tirare con forza il mio guinzaglio.
- Sdraiati sul pavimento, la schiena per terra - lei disse
"Il mio incubo ?" Io mi chiesi mentre osservavo Megan, che camminava attorno a me come una leonessa pronta a sferrare il suo colpo contro la sua preda, e domandomi cosa lei avesse in mente.
Poi, improvvisamente, la ragazza salì con entrambi i piedi sul mio stomaco, mantenendosi in equilibrio grazie ad una mano sul muro. Urlai di dolore ma il suo peso mi tolse il fiato.
- Ti piacciono ora i miei piedi, schiava ? - disse lei, camminando lentamente su di me mentre il dolore diventava sempre più intenso ed il mio pianto disperato - Allora ti piacciono o no ? - Megan chiese ancora una volta, mettendomi il piede destro in faccia e schiacciandomi la testa contro il pavimento mentre l'altro piede premeva sul mio sterno causandomi un dolore indicibile.
Mentre Megan continuava a calpestarmi il viso con un piede, lei avvolse il guinzaglio intorno alla sua mano in modo da accorciare la sua lunghezza e subito il collare cominciò a soffocarmi. Piansi così tanto che il suo piede doveva ormai essere zuppo a causa delle mie lacrime, le mie grida di dolore non sembravano avere alcun effetto sulla mia crudele Padrona.
- Forse un piede non è abbastanza - disse Megan beffardamente prima di mettere anche l'altro piede sulla mia faccia e schiacciarmi con tutto il suo peso la testa contro il duro pavimento.
Non so ancora spiegarmi come le mie ossa del viso resistettero, non so come feci a sopportare quell'immenso dolore mentre Megan mi calpestava crudelmente il viso ridendo, felice di punire severamente la schiava che aveva tentato di ribellarsi. La base del mio cranio, schiacciata senza pietà contro il pavimento, mi faceva sempre più male ed ero ormai sul punto di perdere i sensi quando Megan finalmente scese dalla mia faccia. L'aria ritornò nei miei polmoni e lentamente ripresi conoscenza e tornai ad avvertire ciò che avevo intorno, non avendo mai potuto tenere gli occhi aperti nell'ultimo minuto ne sentire nulla oltre i miei gemiti di dolore. Il mio guinzaglio fu tirato ancora una volta ed io dovetti mettermi faticosamente a quattro zampe.
- Vieni, ringrazia la tua Padrona per averti schiacciata sotto i suoi piedi come il verme che sei- disse Megan ridacchiando.
Esausta, io strisciai ai suoi piedi e cominciai a baciarli lentamente.
- Grazie Padrona per avermi schiacciato sotto i vostri piedi come il verme che sono - io dissi debolmente
- Non mi sembri molto convinta. Eppure pensavo che fosse il tuo più grande sogno essere usata come uno zerbino da me -
- Grazie mille Padrona per avermi schiacciato sotto i vostri piedi come il verme che sono - io ripetei riempendo i suoi piedi di baci.
Megan mi guardò umiliarmi ai suoi piedi per altri due minuti con un ampio sorriso, poi lei disse :
- Di niente schiava. Dato che ti piace così tanto essere il mio zerbino forse la prossima volta ti posso usare mentre indosso i miei tacchi a spillo -
Sbiancai al solo pensiero di essere calpestata in quel modo, i suoi tacchi avrebbero reso la mia precedente tortura piacevole in confronto. Non volendo dare a Megan una scusa per calpestarmi con i suoi tacchi a spillo già in quel momento , io continuai a baciare devotamente i piedi che solo pochi minuti prima mi avevano schiacciato senza pietà.
- Non pensare che sia finita qui, schiava. Non solo sei scappata e mi hai spinto per terra ma tu, lurido verme, mi hai messo anche in imbarazzo davanti ad un'altra persona. Dai sù, andiamo al piano di sopra - Megan mi disse, tirando il mio guinzaglio e costringendomi a seguirla mentre io cercavo di immaginare come lei mi avrebbe punito per averla messa in imbarazzo con Charlotte.
Dal momento in cui ero scappata non avevo più pensato a Charlotte, a come lei avesse reagito una volta scoperto che ero fuggita. Era rimasta nella vasca da bagno aspettando il mio ritorno fino a che Megan non le aveva raccontato tutto? O era forse andata a cercarmi, furiosa per il mio ritardo o incuriosita dal rumore che il nostro conflitto al piano di sotto aveva generato ? Per un attimo mi domandai se le due ragazze dominanti avessero litigato poco dopo. Mi chiesi se Megan si fosse arrabbiata con Charlotte per quello che mi aveva fatto, facendomi scappare via e facendole perdere la sua schiava.
Un dolore acuto nello sterno mi costrinse a ritornare alla realtà e continuai a fatica a seguire la mia Padrona camminando su quattro zampe come un cane, lottando contro il dolore del mio corpo ferito.
Megan mi portò in bagno e mi resi subito conto che la mia nuova punizione sarebbe stata di gran lunga peggiore di quella precedente. Lei avvolse il guinzaglio intorno al rubinetto del lavandino e si sedette sul gabinetto.
- È per questo motivo che sei scappata l'ultima volta, non è vero ? È tempo di imparare ad ubbidire a qualsiasi ordine ti venga dato, non solo a quelli che fanno bagnare la tua fighetta, piccola puttanella. Devi capire che devi obbedire ad un ordine non perché esso ti dà piacere, ma perché esso dà piacere alla tua Padrona -
- Ma Padrona... per favore. Charlotte mi ha costretto a fare qualcosa di così degradante che... -
- Chiudi quella bocca schiava ! - Megan mi interruppe - Non mi importa niente se per te un ordine è degradante o disgustoso, se ti comando di fare una cosa tu la fai immediatamente e senza discutere. Se dovessi portarti a spasso per il parco al guinzaglio e ti ordinassi di mangiare la merda di un cane che ostacola il mio cammino, tu la dovrai mangiare con gusto chiedendo di avere il bis. Hai capito schiava ? - le mi chiese strizzandomi le guance in modo vigoroso.
- Sì Padrona - io risposi, sperando con tutto il cuore che ordini così assurdi e disgustosi non mi arrivassero mai.
- Adesso, proprio come hai fatto l'altra volta, ti metterò della carta igienica sporca della mia merda in bocca e tu masticherai lentamente -
Inorridita il mio corpo si paralizzò mentre Megan defecava, riempiendo la stanza di un odore orribile. Non avrei mai pensato di rifare qualcosa di così degradante e disumano ed io non potei fare a meno di scoppiare a piangere quando la mia signora si asciugò il sedere con la carta igienica.
- Dai su schiava, apri la bocca ed esci fuori la lingua - lei disse, sorridendo quando io eseguii il suo ordine.
Megan poggiò il lato sporco della carta direttamente sulla mia lingua ed immediatamente io ebbi un conato di vomito quando assaporai quel terribile gusto.
- Non vomitare o ti farò pulire il pavimento con la lingua. Maledizione, fai la brava e mastica per bene - lei mi disse, mettendomi una mano sulle labbra e facendomi chiudere la mia bocca. scoppiando a ridere quando cominciai a masticare.
Quando infine mi diede il permesso di ingoiare, Megan disse :
- Cosa devi dire arrivati a questo punto ? -
Guardai con gli occhi piena di lacrime quella ragazza tanto bella quanto crudele, poi con un filo di voce io dissi :
- Padrona posso avere il bis per favore ? -
Megan mi battè una mano sulla testa e sorridente si pulì nuovamente il culo, mentre io ero già con la bocca aperta.
La vendetta di Megan non era ancora finita ed una nuova terribile sorpresa mi aspettava nella sua camera da letto. Quando Megan mi mostrò una strana cintura di metallo, io non capii subito cosa essa fosse. Tutto divenne più chiaro quando lei mi disse:
- Sono stato fin troppo generosa con te nei mesi scorsi. Ho sempre fatto finta di non vedere, sperando che avresti imparato a rispettare i miei ordini. Ma ti sei approfittata della mia clemenza ed hai continuato a disubbidirmi, giorno dopo giorno. Pensavi davvero che non avessi mai notato che ti masturbarvi di notte e che avessi un orgasmo dopo l'altro senza il mio permesso ? Beh, come ho detto prima, quei giorni sono finiti -
Mi resi conto con orrore che Megan mi stava per portare via l'unica cosa che mi rimaneva, l'unica cosa che era sempre stata sotto il mio controllo persino in quei due mesi difficili. Osservai con orrore la cintura di castità che lei teneva in mano, un altro terribile simbolo della mia schiavitù. La cintura aveva una fascia che si avvolgeva all vita ed una specie di scudo protettivo tra le gambe per coprire i miei genitali ed impedirmi di toccarmi. Lo scudo aveva anche un piccola fessura utile per l'igiene che, come mi spiegò Megan, avrebbe permesso alle mie labbra di respirare e mi avrebbe permesso di urinare.
- Terrò io questa, d'accordo ? - Megan mi disse mostrandomi una piccola chiave e poi con un sorriso diabolico, lei aggiunse - Non avrai più orgasmi per molto, molto tempo. Sarà veramente bello vederti osservare i miei ordini sempre più "bisognosa" e vederti supplicare per aver una piccola soddisfazione. Non oso immaginare quanto sarà difficile per te sentire l'odore e leccare i miei piedi sapendo che non potrai più venire come la sgualdrina che sei -
Le sue dure parole penetrarono nel profondo della mia anima e mi resi conto che non c'era più speranza per me. Anche se ero stata costretta a fare cose orribili, una parte di me provava ancora un grande piacere ad essere umiliata, ad essere la schiava della mia ex migliore amica. Ora che non avrei più potuto soddisfare i mie impulsi, la mia schiavitù sarebbe stata solo una atroce tortura senza fine.
- Considerando che hai già cenato poco fa, immagino che ora tu voglia passare un po 'di tempo da sola per riflettere - disse Megan improvvisamente, dopo più di un'ora che ero stata usata come poggiapiedi mentre lei era distesa sul letto a leggere un libro.
Prima che potessi rispondere, lei si alzò e tirò il mio guinzaglio.
- Seguimi schiava - lei disse
La mia stanza non era cambiata in quei due giorni e quasi piansi quando vidi di nuovo la mia gabbia che sembrava essere ancora più oppressiva e scomoda del solito dopo le due notti trascorse nel divano di Roxanne.
- Come puoi vedere avevo già preparato tutto per te, ho anche fatto alcune aggiunte - disse Megan, indicando i vestiti sporchi che sarebbero stati il mio cuscino e parecchie paia di scarpe che lei aveva messo all'interno della mia prigione per aumentare la mia umiliazione.
- Voglio che le mie scarpe luccichino domani - lei disse sorridendo, prima di aggiungere - lo so che sarà un piacere per te... oh che sbadata, dimenticavo che la mia schiavetta non può più divertirsi la notte - e ridendo sguaiatamente lei chiuse la porta della mia gabbia e se ne andò lasciandomi al buio.
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Losing everything (Italian version)
General FictionVictoria, una ragazza che ha tutto nella vita, deve fronteggiare la prematura scomparsa dei suoi genitori. In quel terribile momento, l'oscurità che ha avvolto il suo mondo sarà illuminata solo dalla sua migliore amica Megan, un'orfana che non perd...