III

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Dopo l’incontro con Aomine la mia mente continuava a pensare solamente ed unicamente in Kagami e ripensavo alla conversazione che ebbe con lui poco prima di partire e a quanta fiducia riponesse in me , ma soprattutto mi resi anche conto di quanto Kagami mi amasse..
Le lezioni una dopo l’altra passarono velocemente portando cosi la giornata alla sua fine. Quel giorno avevo lezione fino alle 17 e non appena queste finirono, mi affrettai a tornare subito a casa per poter cosi controllare i voli disponibili per Los Angeles.
Ebbene si. Io Kuroko Tetsuya , avevo deciso di viaggiare in America per poter vedere e parlare con Kagami per potergli finalmente dire ciò che avrei dovuto dirgli tempo prima e non importava se questo era il mio primo volo, perché avrei fatto di tutto per cercare di rimediare ai miei sbagli.
Passai tutta la serata a guardare la schermata degli aerei disponibili, ma non riuscivo a trovare posti liberi tant’è che iniziai lentamente a pensare che il destino volesse punirmi per aver aspettato troppo, ma la fortuna sembrò regalarmi un fascio di speranza perché sulla schermata apparve un biglietto singolo in prima classe per l’America.

“No, aspetta prima classe??!”

Esclamai sbattendo più volte le palpebre alla vista della somma che avrei dovuto pagare solo per l’andata. Okay era stata una mezza fortuna, ma cosa potevo fare ora? La somma l’avevo però era tutta il gruzzoletto che mi ero messo da parte per i viveri , l’affitto per l’appartamento e per i libri universitari..
Ci pensai un paio di minuti prima di spostare il cursore del mouse sul tasto “Comprare” e cliccare!
Come mi ero ripetuto prima niente e nessuno mi avrebbe fermato ora, quindi neanche i soldi!
L’orario di imbarco era previsto per le 18:30 mentre l’orario di arrivo all’aereoporto di Los Angeles era per le 20:22 circa sarei arrivato un po' tardi ma almeno sarei riuscito a vedere la sua partita, anche se non dall’inizio.
Avevo pochissimi minuti e perciò in fretta e furia presi semplicemente il mio telefono, il carica batterie, ovviamente il portafogli e il cappotto prima di uscire di casa e chiamare un taxi per l’aereoporto.

Non vedevo assolutamente l’ora di vederlo.

Il viaggio fu lungo e abbastanza duro per un principiante come me dato che non ero mai salito su un aereo la paura di precipitare era maggiore, ma sembrò filare tutto liscio come l’olio e fortunatamente mi ritrovai a terra sano e salvo nel territorio californiano. Los Angeles.
Era la prima volta che facevo un viaggio di cosi tante ore da solo e la prima cosa che notai fu proprio il tipo di aria che si respirava, totalmente diversa dal Giappone.
Fortunatamente grazie a Kagami il mio inglese era migliorato e senza problemi riuscì quindi a dare delle indicazioni al autista del taxi per farmi portare ovviamente al campus dove si sarebbe tenuta la partita e subito dopo la festa.
Mi sembrava cosi surreale il fatto di essere proprio qui a Los Angeles e pensare anche a quanti chilometri ora mi dividessero da Kagami, mi rincuorava sapere che lentamente questi si stavano sempre di più accorciando. Le strade non erano per niente brutte, anzi, erano per lo più illuminate ed era esattamente come lui mi aveva raccontato. Il gruppo di ragazzini che ballavano o facevano rap ad ogni angolo della strada e i campi da pallacanestro sistemati in ogni parco.
Decisi nell’attesa di scrivere un messaggio a Kagami giusto per sapere se la partita fosse o meno iniziata, anche se immaginavo già che lo fosse.

|Io|
: “Allora come sta andando la partita? Hai già visto quel ex allenatore?”

|Bakagami|
: “Abbiamo appena finito il secondo quarto, siamo in pausa e indovina un po'? 54 a 22 !!! Siamo in enorme vantaggio!!! E con quel tipo ci ho parlato prima della partita, mi ha detto che mi avrebbe guardato per tutti i quarti!! Sono emozionato!!! ..Mi sarebbe piaciuto saperti qui per vedere la partita….”

|Bakagami|
: “ALMENO COSI AVRESTI VISTO QUANTO SONO MIGLIORATO EH!!!”

Ai suoi messaggi scoppiai a ridere immaginandomi la sua faccia non appena mi avesse visto alla partita, sarebbe stato contento vero? Chissà come avrebbe reagito..
Stavo per rispondergli quando l’autista mi avvisò di essere appena arrivato a destinazione e cosi dopo aver pagato scesi dall’auto incamminandomi dentro l’enorme campus cercando di seguire le indicazioni, nonostante il mio senso dell’orientamento facesse alquanto schifo, man mano che mi avvicinavo a quello che sembrava essere l’edificio principale, iniziai a sentire le urla e fischi di incoraggiamento insieme al rumore ritmico della palla colpire il campo da basket. Segui quei suoni finche non arrivai finalmente e seriamente a destinazione.
Il campo da basket era completamente accerchiato dagli spettatori, i quali se ne stavano in piedi a incoraggiare i vari giocatori che avevano ripreso a giocare ma i miei occhi si soffermarono su un singolo giocatore, Kagami.
Vederlo dopo un anno anche se ancora da lontano, mi fece provare un sentimento di nostalgia misto alla felicità e il mio cuore prese anche a battere all’impazzata facendomi desiderare ardentemente di buttarmi fra le sue braccia per riassaporare quella meravigliosa sensazione di tepore che provavo ogni volta che lui mi abbracciava, ma quello avrebbe dovuto aspettare dato che in quel momento doveva assolutamente concentrarsi per farsi notare dal ex allenatore.
I miei occhi seguivano accuratamente ogni singolo movimento di Kagami, il quale esattamente come mi aveva accennato tempo fa in un messaggio sembrava essere proprio migliorato e non solo nei palleggi, ma in tutto assist, passaggi, canestri e anche salti.
L’allenatore l’avrebbe dovuto notare per forza o sarebbe stato un idiota!

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