;onde d'insicurezze

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Ero tornato

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Ero tornato.
Finalmente i miei occhi rivedevano quel fantomatico panorama che continuavo a sognare da mesi.
La salsedine profumata, il mare in risacca ed il vento tiepido tra i capelli scuri.

Ero tornato.
Eccome se ero nuovamente a casa.
Chissà se ci sarebbe stato anche quest'anno.
Chissà se era lì ad aspettarmi con impazienza e con le mani trepidanti come le mie.
Il tepore era lo stesso, anche la realtà circostante.
Viali alberati che adornavano la costa sabbiosa e bassa, case basse e color mattone e la solita piazza di quel piccolo paesino torrido.

Non pensavo di incontrarti così in fretta, d'improvviso i nostri occhi si catturarono in uno sguardo sorpreso, impettito ed instabile.
Sentii il cuore gonfiarsi appena tu mi rivolgesti lo sguardo.
Ricordo ancora quanto corsi veloce per raggiungere la tua figura più slanciata dell'anno precedente.

Eri diverso, eri dannatamente cresciuto e il tuo volto aveva abbandonato in un angolo i tuoi tratti bambineschi ed il tuo sorriso addolcito dal succo di pesca.

Eri quasi duro, freddo, lontano.
Quando ti sfiorai tu non avesti un benché minimo spasmo, un brivido.

Dio Felix, com'era possibile che io stavo letteralmente tremando dall'emozione e tu restavi fermo come una statua in marmo?
Ridatemi il mio ragazzo, ridatemi la persona che mi ha preso il cuore con la sua dolcezza ed ha sciolto quella calotta di ghiaccio protettivo.

Vi prego fa che sia tutto un sogno, un doloroso incubo dove tu sei soltanto un misero ragazzo pieno di sicurezze e altrettanta superbia da avermi dimenticato.

“Dio, Felix è passato solo un anno eppure mi è sembrata un'eternità.
Sei cambiato così tanto che stento a riconoscerti.
Che fine ha fatto il mio bambino?”.

Ricordo come mi guardasti, i tuoi occhi rattristati e non più colmi di desiderio.
Cos'era successo a quel ragazzo con le lentiggini e lo sguardo innamorato?
Innamorato di me, delle mie attenzioni, delle mie parole.

Felix ti prego guardami ancora come solo tu sapevi fare.
Fai vibrare le mie ossa con le tue carezze e fai imbizzarrire gli animali nella mia pancia.
Guardami, baciami, abbracciami, poggia il tuo viso sul mio petto e senti il mio cuore che batte impazzito, per te, solo per il tuo essere.
È rimasto addormentato per un intero anno mentre i miei pensieri volavano via fuori dal l'uscio e cercavano te, la tua mente, le tue mani, le tue labbra.

“Il tuo bambino ormai è diventato un uomo che non ha più tempo di soffrire, Changbin”.

“Cosa stai dicendo?...”

Non trovavo nemmeno le parole adatte per continuare questa conversazione che mi trafiggeva la pelle come mille aghi acuminati, volevo soltando schiaffeggiarti le guance di baci e stringerti a me fino a farti ricordare quanto profondi fossero i nostri abbracci, quanto avidi di passione e dolcificante fossero i nostri sguardi.

YOUTH - changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora