Primo Capitolo

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Scendo velocemente le scale del mio condomino per non arrivare in ritardo al fermata del bus, mi tirò su il capuccio della mia felpa rossa e infilo le mie cuffie, mi metto a sedere in fondo come sempre. Nessuno mi nota come sempre, ormai ci sono abituato a essere invisibile per il mondo o odiato da mio padre ma qualche volta però vorrei avere un amico con il quale parlare senza paura, tirò fuori dal mio zaino il mio blocco da disegno e mi metto a disegnare il passaggio che si vede dal finestrini del bus. Vedo qualcuno che si ferma difronte a me,al inzio penso che vuole prendermi in girò e semplicemente lo ignoro ma lui mi tocca la spalla allora mi tolgo le cuffie.
"Ciao... Scusa ma di fianco a te è libero?" mi chiede il ragazzo e io mi accorgo che è la voce di Achille.
Io annuisco confuso, perché il ragazzo più popolare del scuola si dovrebbe sedere di fianco a me?
Lui mi guarda mentre io riprendo a disegnare ma stando ben attento a non fargli vedere niente.
"Wow..sai disegnare?" chiede lui con la sua voce melodiosa, io mi limito a continuare a fare ciò.
"Mmmh... non hai voglia di fare conversazione. Ho un idea.." detto questo mi tira via le cuffie con delicatezza dalle mani e mi porge un'altra coffia, io la prendo infilandola nel orecchio poi noto di soppiatto che lui fa la stessa cosa. Parte "Immortal" dei Fall Out Boy e Achille chiude gli occhi e io ne approfitto per osservare meglio Achille il piè veloce. Achille è più grande di me di 2 anni, quindi lo sempre visto di sfuggita.
I suoi capelli biondi sono cosi luminosi da sembrare fili d'oro, la sua pelle abbronzata è liscia senza imperfezioni, le labbra sono l'assoluta perfezione esattamente come tutto di lui. Metto silenziosamente a posto nel mio blocco da disegno nella borsa per non distubarlo, chiudo anche io gli occhi per concentrarmi sulla canzone che ormai è finita e parte "diamond"di Rihanna mentre appoggio la testa sulla spalla di Achille. Credo che sia perché sta notte ho dormito veramente poco per via del mio lavoro ma mi addormento.
"Hey mi dispiace svegliarti ma siamo arrivati."mi informa lui e io mi accorgo che sul bus ci siamo solo noi mentre gli altri sono già scesi tutti.
"Sono davvero così comodo? Hai dormito quasi tutto il viaggio." dice lui ridacchiando mentre io mi stiracchio per bene.
"È stato un piacere viaggiare con te." dice sorridendo per poi scendere dal bus non prima di avere salutato l'autista cordialmente. Io scendo tutto tranquillo per andare a lezione. Finalmente la scuola è finita e mi avvio a piedi verso casa come ogni pomeriggio ma la mia strada viene bloccata dai un gruppo di ragazzi e ragazze che mi guardano malissimo. Io cerco di passare senza guardarli magari non mi vedranno e io potrò tornare a casa senza la schiena viola o dolorante ma purtroppo le mie speranze vengono troncate a metà quando la mia schiena viene sbattuta violentemente contro il muro.
"Sfigato, proprio te stavamo cercando."dice una voce maschile ma io non la riconosco perché sono troppo concentrato sul dolore provocato al mia schiena e spero che non sanguini come l'ultima volta.
"Come che oggi Achille si è seduto di fianco a te?" mi chiede tutto il gruppo.
"Io non lo so...." rispondo ma loro mi mollano un pugno nello stomaco che mi toglie il fiato.
"Non mentire. Perché?" dice una voce femminile.
"Non...Non lo so..."gli rispetto con il fiato mozzato.
"Hey! Ragazzi cosa fate?" sento la voce di Achille in lontananza e vedo che tutti si incominciano a sistemarsi, qualcuno mi conferma che è il piè veloce. Con le poche forze che mi restano corro verso casa il più veloce possibile,ringraziando mentalmente Achille per avermi salvato dal ennesima picchiatura. Arrivo a casa e mi accorgo che è vuota come sempre, mi metto a preparare il pranzo che consisterà in una minestra calda, apparecchio per due e vado a prendere la foto di mia madre che tengo gelosamente in camera mia per poi metterla dove ce il secondo posto.
"Ciao mamma, come stai?" dico mettendo nei piatti la minestra poi mi siedo a mangiare.
"Vuoi sapere come è andata la giornata?" chiedo a mia madre, gli racconto tutto.
Appena ho finito di mangiare raccolgo il mio piatto e mi metto a lavarlo. Lascio lì altro piatto ma lo copro in modo che non si raffredda anche se so che mio padre non lo toccherà perché l'ho cucinato io però lo faccio sempre nella speranza che prima o poi lo assaggi almeno un poco, anche se in 5 anni che cucino non ne ha mai toccato un singolo piatto che gli ho cucinato,al inzio cercavo di avere un "ma che bravo che sei stato è veramente buona" però crescendo ho capito che ciò non sarebbe mai arrivata questa frase. Prendo la foto e vado in camera mia, sento il mio telefono vibrare e capisco che si tratta di mio padre.

Da padre a me
Patroclo, starò via fino a domani sera. Ti ho messo i soldi su bancomat.

Io sopiro e gli rispondo che va bene. Spengo il cellulare tanto non mi serve per un po' e mi metto a fare i compiti e poi a disegnare. Mi acorgo che sono le 18:30 e che devo andare a lavorare. Saluto la mamma e mi affetto ad uscire da casa chiedendo a chiave.
Arrivo al lavoro e noto che c'è più agitazione del solito e che le ragazze sono tutte su di giri ma non ci faccio più di tanto caso,mi dirigo verso il mio camerino per vestirmi.
Tiro indietro i capelli ma alcuni ciuffi non stanno al loro posto però gli lascio così,mi metto i pantaloncini aderenti di lattice nero lucido secondo i miei gusti troppo aderenti ma fa parte del mio lavoro, le scarpe belle con un papillon nero legato al collo e per finire la mio mascera nera. Esco dal camerino per dirigermi verso il bancone per ricominciare il mio turno. Prima vado al tavolo dei VIP per servire i loro drink ma durante il tragitto vego salutato da i clienti abituali.
"Hey gufo, come stai? È da un po'  che non ci vediamo." mi dice Paul e io rido.
"Lo so, lo so ma ho avuto dei problemi e per un po' non sono venuto." gli rispondo
"Canti questa volta?" mi chiede ancora e io rido.
"Non te lo prometto." ribatto per poi continuare il mio lavoro. Appena arrivo al tavolo che c'è Ares con un paio di amici.
"Ciao guffettino, come stai? Senti ho qui un amico che compì gli anni e voglio il meglio del meglio. Pensi di potermi accontentare." dice lui e io capisco al volo ciò che vuole, io sorrido.
"Hey! Ti presento Achille." dice lui dando un pacca sulla spalla al il ragazzo biondo e io divento una statua di marmo.
Achille il piè veloce!

Angolo per me
Spero che questo primo capitolo vi piaccia e vi chiedo scusa per gli eventuali errori di battitura.
Questa era un po' una intro della storia e dal prossimo capitolo incomincia al storia vera

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