Si poteva dire che il loro mezzo di trasporto fosse... Particolare. Dopo settimane di lavoro, un po' di magia e tanto nastro isolante, Alex era riuscito a inventare l'impossibile: un mezzo adattabile e dotato di intelligenza magica, capace di prendere le sembianze del trasporto desiderato. Un jet, un peschereccio, un camioncino dei gelati... Davvero di tutto. Ma - sì, c'è sempre un "ma" - spesso faceva di testa sua.
Quel giorno, ad esempio, era una nave della Compagnia delle Indie Orentali chiamata Good Wind. In coperta, decine di marinai invisibili (donati dallo Spirito dell'Aria nel New Hampshire dopo un'intensa gara di deltaplano) lavoravano instancabilmente, remando, pulendo e cucinando la colazione. I ragazzi si erano sistemati nella sala da pranzo, che per restare in tema era diventata l'ufficio del capitano: fra vetrinette di spade, torri di mappe e tesori antichi spuntati da chissà dove, il tavolo e le sedie di plastica bianca sembravano proprio fuori posto, eppure quelli stranamente non cambiavano mai.
I Mezz'Essenza si sedettero intorno al tavolo, e subito invisibili mani di vento portarono due vassoi di panini al burro di arachidi. Uno dei marinai sussurrò qualcosa di incomprensibile all'orecchio di Alex, ma il ragazzo sembrò capire e annuì. Veloci come erano apparsi, gli spiriti sparirono, lasciando un piacevole odore d'incenso.
Elia guardò i panini con aria schifata. «Ancora burro di arachidi, ma scherziamo? Non mangiamo altro da tre giorni!» Si lamentò.
«Almeno tu mangi» Lo zittì Lee, che era allergico alla frutta secca. Elia lo guardò con la bocca socchiusa, senza riuscire a intuire il tono della frase. Kane lo capiva: con il suo portamento pragmatico, da predatore, il ragazzo sapeva incutere un timore simile alla calma prima di un ciclone tropicale.
Ci fu un momento di silenzio mentre tutti finivano la colazione (Lee si accontentò di un bicchiere di spremuta), poi Freya si rivolse ad Alex: «Allora, il tuo sogno?»
L'ispanico sembrò riscuotersi all'improvviso, e spalancò i suoi grandi occhi da folletto. «Oh, certo, il sogno.»
Mentre lo diceva evitò d'incrociare lo sguardo degli altri, cosa sospetta per un tipo come lui. «Ho visto noi che sbarchiamo a San Juan, una città non lontano da qui. Stiamo girando per le vie del centro storico, quando all'improvviso... ogni cosa prende fuoco. Sembrava così reale che vi giuro di aver sentito il calore sulla pelle. Dalle fiamme vedo uscire lentamente dodici figure: non sembravano spiriti, ma neanche mortali... Avevano un'aura potente. Erano vestiti all'antica, e per "antica" intendo almeno anni '80 dell'Avanti Cristo: armature, toghe, chitoni... Mi guardano, e la figura più imponente si fa avanti per dirmi qualcosa... Poi il vuoto»I ragazzi mossero lo sguardo da Alex a Kane, come se si aspettassero qualcosa. Kane corrugò la fronte, scettico. «E avevate bisogno di me per capire di che si tratta? Ovviamente le dodici figure sono dei dell'Olimpo, e ci stanno dicendo di andare a questa San Juan.»
Elia alzò gli occhi al cielo. «Fin qui c'eravamo arrivati, geniaccio. Sei te che hai le visioni, di solito. Credevamo sapessi interpretare i sogni meglio di noi» Lo rimbeccò. Nonostante il tempo passato alla Città Vegetale, il quattordicenne non aveva ancora perso la cadenza sarcastica tipica di certe zone di New York.
Kane scrollò le spalle e addentò il terzo panino: dopo aver dormito tutto quel tempo, aveva una fame da lupi. «Secondo me dovremmo andare. La profezia nomina gli dei greci e romani in tutti i casi, non si può scappare dal destino. Se ci chiamano loro, tanto meglio» Sentenziò.
Lee ridusse gli occhi -già penetranti di loro- a due fessure. «Quindi non ti sa per nulla di trappola? Nel sogno gli dei escono dal fuoco, che è proprio la cosa contro cui stiamo combattendo. E se fosse un suo piano?»
Kane si ricordò della volta in cui aveva quasi fatto uccidere Jaz, Mike ed Elia per via di un sogno mandato da Fuoco. Allora però era stato diverso: il calore delle fiamme era così vero da bruciarlo nella vita reale. Alex, però, non sembrava per nulla dolorante. «Direi lo stesso di provare» Ripeté piano.
Katherine annuì. «E sia. Ci fidiamo del tuo istinto». Per i mezz'essenza, l'istinto era una vera e propria forza soprannaturale: potente, onnipresente e infallibile. Tuttavia stavolta Kane non si fidava del tutto del suo: e se avesse rimandato i suoi amici in una trappola mortale?
Alex sorrise e si strofinò involontariamente le mani come un cattivo Disney. «Perfetto, così potremo anche fare provviste! Gli spiriti del vento mi dicono che se non facciamo rifornimento presto ci resterà solo il burro di arachidi» Rivelò.
«Piuttosto uccidetemi!» Esclamò Elia.
Jas rise, poi si alzò. «Bene, credo che ora possiamo tornare tutti alle nostre...»
«Aspettate!» La interruppe Kane, che si era appena ricordato del suo sogno. «Ho fatto anch'io un sogno strano» Raccontò loro dei ragni, della donna in nero e del dolore lancinante che gli aveva procurato la luce. «Che ne dite?» Chiese alla fine.Jas parve riflettere con attenzione. «Da come la descrivi mi sembra di averne sentito parlare, ma nessuno spirito vegetale indosserebbe mai dei fiori morti. È contro la nostra natura. Magari qualcuno uscito dalle porte della morte?»
Elia scosse la testa. «Impossibile. Non c'è leggenda che parli di una donna-ragno con le vene nere e tante voci: ho passato mesi a riordinare i vecchi testi, me ne ricorderei» Assicurò.
Kane annuì e si voltò verso gli altri per avere un parere, ma quando vide Lee dovette trattenersi dal fare un passo indietro: lo fissava con gli occhi spalancati e le pupille piccole come capocchie di spillo, e tutti i suoi capelli erano ritti come i peli di un gatto spaventato. Anche Freya sembrava a disagio, ma almeno non aveva una faccia da serial killer. «Credo di sapere di chi si tratta, ma è impossibile...» Disse la ragazza.
«Lei non appare più da anni, e per una buona ragione... L'ultima volta fu per l'attacco alle torri gemelle» Gemette Alex, con le enormi orecchie dritte.
«Lei chi? Di chi state parlando?» Chiese Kane, irritato da tutti quegli occhi puntati addosso.
«Orya, spirito ragno e dell'oscurità» Rispose Lee, con gli occhi quasi tornati normali. «Non appare spesso, ma quando lo fa... È per annunciare la morte.»
Dopo il discorso sull'inquietante sogno di Kane, tutti erano tornati alle loro mansioni: nessuno aveva più voglia di chiacchierare. L'istinto di Kane era venuto subito meno: il ragazzo aveva cercato di convincere gli altri a evitare San Juan, ma avevano replicato che ormai era deciso. "Chissà, forse Orya non parlava di questo e stiamo facendo la scelta giusta" aveva cercato di rincuorarlo Freya. "È un'occasione troppo importante da sprecare" aveva invece detto Katherine. Quindi ora l'inglese era al timone, perso nei suoi pensieri, mentre accanto a lui Alex controllava delle mappe stese su un tavolo.
«Stiamo facendo la cosa migliore» Disse il compagno, come se gli avesse letto nel pensiero. «Sento che c'è qualcosa di davvero importante a questa San Juan, è come se mi chiamasse...» Il suo sguardo si perse un secondo nel vuoto, per poi tornare sulle sue carte.
Kane lo guardò con la coda dell'occhio. «Di' la verità, c'era dell'altro nel sogno» Dedusse, ricordando come Alex aveva evitato i loro sguardi. «C'entra qualcosa con Orya?»
Alex lo guardò, corrucciato. «Assolutamente no, altrimenti l'avrei detto! È solo che... No, forse non è importante»
«Tutti i dettagli sono importanti. Ti ricordi a Tucson, quando un'enorme gallina ci ha costretti a trovare un filo di paglia in un mucchio di aghi?» Ribatté Kane.
Alex sorrise, nostalgico. «Quelli sì che erano bei tempi... E va bene, te lo dico. Insieme ai dodici olimpi, appare anche un ragazzo, dall'aura più luminosa di quella degli dei. È alto e con i capelli neri, vestito con una vecchia maglietta arancione. Mi vede e sorride, e all'improvviso le fiamme vengono spente da un'ondata di acqua salata...»
Kane fissò il mare davanti a sé: si potevano quasi sentire le rotelle del suo cervello che giravano. Chi era il ragazzo che emanava più potere degli dei dell'Olimpo?
«Questo tipo... Oltre ai capelli neri e alla maglietta, aveva qualche altro segno particolare?»Alex sembrò pensarci su. «In effetti... Sì. Aveva gli occhi verdi. Verdi come il mare.»
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FIGLI DEGLI SPIRITI- Il Viaggio
Fanfiction~Storia ambientata durante il viaggio sulla Argo II~ "Le due stirpi semidivine si sono riunite, ma un'altra sfida le attende. La loro catena gli antichi ibridi dovrà ritrovare, Il destino del mondo risiede nelle loro mani. Luce e buio il mondo dovra...