night II

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-Perché Yoongi?Perché stai facendo tutto questo?Cosa ti è preso?- quasi urlò il piccolo che iniziò a singhiozzare.
-Non mi è preso assolutamente nulla e smettila di parlare, devi stare in silenzio- lo schiaffeggiò ancora e ancora un'altra volta a tal punto da far diventare la guancia sinistra di un rosso acceso.
-Non starò mai in silenzio, l'ho fatto per così tanto tempo per te e tu stai facendo questa follia- urlò cercando di avvicinarsi all'altro che riprese a martoriarlo di più.

-Ti odio Jimin, non è una follia. Ti voglio vedere senza vita una volta per tutte. Scommetto che ancora non realizzi il motivo per cui venivo sempre al negozio- disse estraendo il coltellino dal palmo del ragazzo.
Jimin ebbe la nausea, il mondo gli era crollato addosso in un'ora esatta e ciò lo portò sempre di più ad odiarsi.
Yoongi non andava al negozio per incontrarlo più volte ma semplicemente perché gli servivano strumenti da taglio?
Perché Yoongi lo trattava così?

-Mi spieghi perché hai voluto conoscermi allora?- disse cercando di sopportare le continue volte che Yoongi infilzava il suo coltello nel suo palmo.
Yoongi strappò via la benda dagli occhi del piccolo e si avvicinò a lui furiosamente -Ti ho detto di parlare?- ringhiò puntandogli il coltello.
Jimin tremò leggermente non appena vide i suoi occhi iniettati di adrenalina e scosse la testa.
-Dimmelo e basta- aggiunse aspettando una sua risposta.
Yoongi non parlò bensì fissò il viso pallido che gli si presentava di fronte.
-Perché mi sembravi una preda perfetta per i miei interessi- disse alla fine togliendo e buttando il coltello per terra.
Jimin non riuscì a capire nonostante i suoi sforzi ma capii solo che, Yoongi non era mai stato sincero con lui.
Aveva dato piena fiducia ad una persona che lo desiderava morto per chissà quale motivo.
Yoongi era pazzo, ne era più che certo dopo le ultime frasi pronunciate da questo.

-Non c'è nessuna motivazione, lo faccio con tutte le persone deboli e ingenue che si presentano a me come cagnolini obbedienti- disse dandogli un altro bacio che, cercò di respingere l'altro.
-Ci son state altre persone prima di me?- sgranò gli occhi guardando la persona orribile qual'era.

Yoongi annuì vistosamente con un sorriso che lasciò all'immaginazione di Jimin.
Si avvicinò al tavolino e prese qualcosa da sopra esso per poi ritornare dal ragazzo.
-Stai fermo-
Jimin lo guardò confuso fin quando non sentì il dolore eccessivo causatogli da un chiodo nello stesso polso di prima.
Cercò di non urlare un'altra volta dato che al più grande avrebbe dato sicuramente fastidio.

E come se no fosse successo niente, tolse il chiodo e lo buttò per terra.
-Ho conosciuto molte ragazze nella mia vita, proprio come te- disse cambiando radicalmente tono di voce e modo di fare.
-Ma nessuno di loro capiva che per stare al mio fianco dovevano giocare, tu Jimin.. saresti disposto a giocare con me?- disse avvicinandosi al viso dell'altro.
-Gioco?- chiese perplesso Jimin con respiro affannoso ricambiando lo sguardo.
-Se vinci ti lascerò vivo, ma se perdi.. farai la stessa fine delle ragazze precedenti- disse giocherellando con la punta appuntita del contello.
Jimin ci pensò su e dedusse che quel gioco non aveva un vincitore se non Yoongi.
-E se non giocassi?-
Yoongi gli sorrise -Non posso tenerti per sempre nella mia cantina, non credi?-
Sapeva benissimo che nonostante avesse giocato con lui, sarebbe morto.
Ma ciò non lo fermò, infondo Jimin teneva ancora al più grande.
Si accorse dopo del pensiero malato che la sua mente creò.

***

Yoongi sciolse le manette ai polsi del piccolo e nel mentre gli sorrise.
-Son felice che tu abbia accettato il mio gioco- disse baciandogli la fronte.
-Yoongi, posso chiederti una cosa?- disse con la voce tremolante quando venne completamente liberato dalle manette.
Lui annuì.
-Hai mai tenuto a me?- aggiunse guardando i suoi piedi, aveva bisogno di almeno una certezza.
Non voleva che tutto ciò che Yoongi ebbe costruito insieme a lui, fosse solo una barzelletta recitata dal ragazzo accanto a sè.
Yoongi lo guardò storto -No- gli rispose.

Il cuore di Jimin si frantumò in mille pezzetti e con rassegnazione nel volto, annuì alla sua risposta.

Yoongi non ci fece caso -Il gioco consiste in un semplice nascondino, se ti trovo sei mio- gli disse dandogli un bacio sulla guancia.
-Quanto tempo ho?- riuscì a dire con voce spezzata da alcuni e silenziosi singhiozzi.

-Mezz'ora. Inoltre non provare a scappare, ho sigillato tutto- disse aiutandolo a salire le scale. -Il gioco è iniziato- aggiunse spingendolo oltre alla porta.

Il cuore di Jimin batteva all'impazzata e  sentiva dappertutto i suoi battiti sempre più accellerati.
I suoi schizzavano da una parte all'altra in cerca di un nascondiglio adatto.
Guardava le finestre ma erano tutte state sbarrate da lunghe assi di legno che non permettevano di guardare oltre.
Jimin salì al piano di sopra ma anche lì le finestre erano sigillate così come le porte.

Il panico si era impossessato di lui a tal punto da farlo rimanere fermo ed immobile con le lacrime agli occhi.
Si sentiva già sulla pelle fredda la lama di quel coltello lacerargli tutto, dallo stomaco fino al cervello.
Non riusciva a pensare, ogni minima particella di lui era rimasta bloccata in trappola.
Nella testa aveva soltanto il suono delle lancette dell'orologio appeso in cucina che scorrevano ininterrottamente.

Ogni posto gli sembrava scontato e banale e sapeva per certo che Yoongi non si sarebbe fermato dal trovarlo, al costo di rimetterci l'intera notte a lui a disposizione.

Corse verso la cucina e aprì i vari sportelli per cercare un coltello con cui difendersi.
Se non si fosse nascosto bene almeno avrebbe contato su quell'arma, sapeva che Yoongi avrebbe giocato sporco anche lui.
Le sue idee fallirono quando notò che tutti i cassetti erano stato svuotati da qualsiasi cosa.
Yoongi aveva pensato davvero a tutto.

Andò in salone e vide la porta della cantina aperta.

-È finito il tempo- gli disse una voce dietro di sè che lo fece sobbalzare e correre via senza neanche voltarsi indietro.
Il tempo era finito veramente così presto?Certo che no, Yoongi aveva barato un'altra volta.
Si accorse di non essere più inseguito e si calmò cercando di smettere di respirare così rumorosamente.
Sì mise al muro guardandosi intorno, era in un corridoio che non aveva visto prima.
Poi guardò meglio la fine di esso e notò a suo malgrado che fosse senza via d'uscita.

-Secondo te Jimin, perché nessuna delle ragazze voleva giocare con me?- vide l'ombra di Yoongi farsi sempre più vicina con qualcosa di pesante tra le mani.
Yoongi era affaticato dal trasportare un'ascia con sè.
-Ci sono qua io, tranquillo- disse con voce flebile avvicinandosi sempredi più al ragazzo immobile.
Jimin strizzò gli occhi chiusi.
-Sarà una lunga notte, per me.- aggiunse.

I loved you, bloody;; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora