- Sbang! Ecco un'altra mano vincente!
L'uomo vestito con eleganza sopraffina allungò la mano per arraffare dal piatto le fiches appena vinte, riversandole nella sua fedora bianca improvvisata a contenitore.
La gentil dama di fronte a lui gettò con stizza le carte perdenti sul letto che stavano utilizzando come tavolino.
- Se continuiamo di questo passo oggi la scampi tu - La giovane ragazza iniziò a contare le poche fiches che le erano rimaste per poi recuperare tutte le carte sparse sul letto e rimescolare il mazzo con grande maestria.
Due carte ciascuno.
- Vediamo se vinci anche questa.
La mano femminile lanciò diverse fiches sul letto, ostentando una sicurezza piuttosto arrogante. Indossava un anello scuro con incastonato un opale nero dai riflessi piuttosto luminosi per trovarsi in una stanza in penombra.
L'uomo seguì la scommessa senza pensarci troppo.
- Va bene, vediamo se vinco.
Mentre la mazziere girava le carte coperte sul 'tavolo', questa si voltò con fare dubbioso verso il ragazzo che stava riposando in quello stesso letto usato come banco da casinò.
- Eppure... non pensi che sia irrispettoso giocare su di lui? Voglio dire... cioè... guardalo...
L'uomo si voltò anch'esso verso il ragazzo ancor prima di aver visto le carte girate.
- Non ti preoccupare, credo che nessuno ci noterà mai - Nonostante tali parole potessero sembrare un po' ciniche, girò la bocca in una smorfia di tristezza.
Tornò quindi a guardare la ragazza col suo solito fare amichevole - E poi dobbiamo pur passare il tempo in qualche modo. Sai che tanto in queste situazioni non possiamo allontanarci. Dobbiamo solo aspettare.
Dalla bocca del ragazzo usciva un lungo tubo che connesso ad un insieme di macchinari ne regolavano artificialmente la respirazione, mentre diversi sensori sparsi per il suo corpo permettevano di monitorare in ogni momento le sue condizioni. I rumori dei marchingegni si ripetevano in maniera al quanto ritmica e precisa, indicandone i buoni segni vitali.
- Hai ragione, credo. Continuiamo.
Il gioco riprese regolarmente a ritmo dell'elettrocardiogramma.Ancora una mano vincente per l'uomo vestito di bianco.
- Dannazione, ma come è possibile? Vorrei vincerne una! Una! non ti chiedo tanto!
La bella dama sembrava dare i primi segni di collera.
- Solo una! Cioè tu hai giù tutto, guardati!
Il vecchio uomo si guardò gli abiti come in cerca di macchie su quel bianco candido. Ogni singolo indumento che indossava era bianco, lindo, senza segni di imperfezioni.
- Tutto così perfettino...! Senza considerare il fatto che tutti ti adorano - Continuò la ragazza nella sua sfuriata per poi, una volta consumata tutta la rabbia, piegarsi in avanti con le mani sugli occhi, mentre delle lacrime le scivolavano lungo il viso.
- ... mentre tutti ce l'hanno con me... solo perché amo vestirmi di nero, solo perché sono un tipa un po' strana e macabra, solo perché... - I singhiozzi e le lacrimi le impedivano di parlare in modo chiaro e fluido - ...perché... il mio lavoro è... è difficile da capire... non è colpa mia se... -
Dopo quel 'se' i singhiozzi presero definitivamente il sopravvento, come se ciò che avrebbe voluto dire la facesse soffrire al solo pensiero.
Vedendo la sua amica di vecchia data immersa nella propria malinconia, l'uomo si allungò verso di lei accarezzandole una spalla nel tentativo di confortarla un po':
-Ehy, dai, non ti preoccupare. Molti non capiscono, è vero, ma io SO quanto il tuo lavoro sia importante- L'uomo provò a sorridere - Sai che senza di te questo mondo non esisterebbe.
A queste ultime parole i singhiozzi sembrarono terminare di colpo.
- Grazie, so che hai ragione, ma non è semplice stare dalla mia parte.Aprendo la mano bagnata delle proprie lacrime notò che le rimaneva una sola fiche: - Punto tutto su questa ultima partita; o la va o la spacca!
Asciugandosi le ultime lacrime rimaste, appoggiò delicatamente quell'ultima speranza di vincere sulla coperta del letto.Due carte ciascuno.
Una carta scartata dal mazzo.
Tre carte da girare.
Tre carte scoperte sul tavolo.
Una carta scartata dal mazzo.
Una carta scoperta dal mazzo.
Un'altra carta scarta dal mazzo.
L'ultima carta scoperta dal mazzo.
-POKER! - La ragazza gridò entusiasta saltando in piedi.
L'uomo con profondo rammarico scosse la testa, mostrando le sue due carte.
- Mi spiace... Scala Reale. A questo giro ho vinto io la partita. Sarà per la prossima Mort...
In quell'esatto momento le macchine che monitoravano il ragazzo sembrarono impazzire. Il ritmo si spezzò e diversi suoni e squilli preoccupanti iniziarono a risuonare nella stanza e nei corridoi dell'ospedale. Un gruppo di infermieri e dottori entrarono in tutta fretta per provare a soccorrere il giovane con ogni strumento a loro disposizione, ignorando bellamente i due giocatori come se nemmeno fossero presenti.
Dopo dieci minuti di lotta, la ragazza guardò rassegnata il cardiogramma ormai piatto:
- No... credo di aver vinto io... purtroppo.

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Vita Comune
Short StoryVita di tutti i giorni. Non sempre ci accorgiamo di ciò che capita in torno a noi, e in alcuni casi, vale davvero la pena usare una lente di ingrandimento sulla vita di tutti i giorni.