Posai il cellulare in tasca e scesi in macchina, in fin dei conti glielo avevo promesso. Presi con me la birra e la vodka, come dai patti, e per strada avrei preso poi una pizza d'asporto. Una würstel e patatine con doppia razione di patate, come piace a lei. Abita lontano, ma Chissene. Suonai il clacson e lei scese, con una t shirt larga, shorts e zainetto in spalla. Ci salutammo amichevolmente e partimmo verso la mia casa al mare, nonostante fosse notte inoltrata, le promesse sono promesse. La situazione non era delle più facili, veniva da una relazione importante e io avrei fatto qualsiasi cosa per fargliela dimenticare. Dopo tre ore di chiacchierata raggiungemmo la meta, parcheggiammo, prendemmo i teli mare e raggiungemmo la spiaggia senza pensarci due volte..era deserta, avevamo il mare tutto per noi. Mangiammo felicemente, bevemmo quanto basta per far sparire le inibizioni e iniziammo a baciarci. In due secondi era sopra di me, con le ginocchia piantate nella sabbia, e le mani attorno al mio collo. Io le accarezzavo la schiena, tenendola vicina al mio corpo, mi piaceva sentirla..sentivo i capezzoli fare capolino dalla maglietta, e sfiorare il mio petto, e il suo corpo diventare sempre più caldo. Sembrava non curarsi della sabbia che le consumava la pelle, si muoveva con decisione su di me, facendo ampi movimenti col bacino, e l'eccitazione cresceva, cresceva e cresceva. Ci sfilammo i vestiti, rimanendo nudi sulla sabbia, a strofinare i nostri corpi l'uno contro l'altra. Aveva il sapore della vodka mista al fumo, ma non importava, era tutto in perfetto equilibrio in quel momento. Le sue intimità bagnate scorrevano contro il mio bacino,a ritmo delle mie pulsazioni; mi bastò uno scatto improvviso, la presi dai fianchi ed entrai totalmente in lei. Liberò un grido di piacere e di sorpresa, lasciando cadere la testa all'indietro, e tenendosi I seni tra le mani. Andavamo all'unisono, ad ogni mia spinta lei si contraeva, e il ritmo diventava sempre più intenso, così come il piacere. Ogni tanto mi lasciavo andare a qualche sculacciata, ma le mie mani erano ben salde sui suoi glutei, per farle tenere il ritmo, mentre lei continuava a stimolarsi insistentemente i capezzoli. Decidemmo di cambiare posizione, lei si accovacciò, puntando il sedere verso di me, scoprendo tutte le sue intimità, visibilmente eccitate. Non riuscii a resistere e iniziai ad assaporarle, ruotando la lingua con movimenti lenti e morbidi, in modo da stimolare ogni punto. Era così buona, avrei continuato tutta la notte; lei era impassibile, si era totalmente lasciata andare al godimento, e si limitava ad ansimare profondamente. La luna le illuminava il corpo sudato, cosparso da granelli di sabbia, che si confondevano con la pelle d'oca. Mi alzai ed entrai di nuovo in lei, stavolta con estrema lentezza, affinché lei potesse sentire ogni microscopico movimento, ogni pulsazione, ogni centimetro che entrava in lei. trattenne il respiro finché non entrai completamente, per poi liberare un gemito di soddisfazione. Il ritmo a quel punto divenne infernale, non rallentai nemmeno per un attimo e il godimento stava arrivando alle stelle. Sentivo il suo corpo tremare tra le mie mani, stava per raggiungere l'orgasmo, ne ero sicuro. Iniziò a stimolare il clitoride con la sua mano, implorandomi di non smettere, di andare ancora più forte. Aveva bisogno di godere, di lasciare andare tutto ciò che le era successo, di sfogare tutti i suoi sentimenti. Venne, accompagnata da un urlo liberatorio, e si sdraiò sulla sabbia. Mi disse di venire su di lei, di cospargerle tutto il corpo col mio seme e così feci. Prese la mia erezione tra le mani, la tirò a se e la pulì con le labbra, leccandosele poi con la punta della lingua. Mi sorrise, con le ultime forza si alzò e raggiunse la riva, per poi tuffarsi mentre rischiarava l'alba. La raggiunsi con un sorriso sulle labbra, e riprendemmo, intrecciati, a baciarci.