Capitolo 20

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«Conosci mio padre? È vivo? Dov'è?!» Daisy non si teneva più dall'emozione, saltò su da terra spaventando Red e continuò a fare pressione per far parlare Alec. «Sta bene? Sai cosa gli è successo?! Posso vederlo?!»

«Calmati, Daisy, non è così semplice» disse il Cacciatore.

«Sì che lo è! Abbiamo tutte le risposte che ci servivano, no?! Che stiamo aspettando? Perché non posso andarlo a trovare?»

Theo le prese la mano e cercò di tirarla verso il divano per farla sedere. Lei si lasciò trascinare, ma non appena toccò il comodo sofà, scattò di nuovo in piedi. Era in fibrillazione, era pronta a partire in quell'istante per qualunque meta.

«Se nulla è cambiato, quello che so io è che tuo padre è all'Istituto di Londra.»

«Perfetto! Andiamo?!»

Magnus la guardò con compassione, Alec si passò una mano sul viso.

«Non dirmi che siccome sono una mezzosangue non posso vedere mio padre! Se è così problematico farmi mettere piede in un dannato Istituto senza che ci sguinzaglino le guardie addosso, allora lo incontreremo fuori!» disse la ragazza.

«Tralasciando che le guardie degli Istituti sono gli Shadowhunters stessi...»

«Dettagli.»

«Beh, comunque sia, Jasper non può incontrarci fuori dall'Istituto e tu non puoi entrare» disse Alec.

«Che significa che non può incontrarci fuori? Non sarà mica prigioniero?»

Si guardarono negli occhi per interminabili secondi e l'umore di Daisy precipitò come un sasso nell'acqua.

«Calmati e siediti, ragazzina» disse Magnus mettendole una mano sulla spalla e accompagnandola di nuovo verso il divano. «Capisco la tua impazienza, ma prima devi conoscere il resto della storia.»

Daisy si sedé e si ammutolì tutto d'un botto.

«Devi sapere» cominciò Alec «che nel periodo successivo alla ribellione di Valentine, il Conclave divenne molto più severo con le punizioni. Non poteva permettersi ulteriori problemi e cercava di risolvere le questioni alla radice.»

«Invece ora!» esclamò Magnus.

Alec fece finta di nulla. «Il caso di Jasper Everwood fu un esempio di come le punizioni divennero eccessivamente pesanti. Quando il Conclave scoprì che aveva avuto una relazione e addirittura una figlia con una mondana, lo giudicarono come un traditore della peggior specie. Al pari dei seguaci di Valentine.»

«Ma questo è assurdo! Era solo innamorato!» esclamò Daisy.

«Sì, ma della persona sbagliata. Oggi per fortuna le cose non son più così.» Guardò Magnus e gli sorrise. «Fatto sta che il Conclave decise di relegarlo nell'Istituto, imitando a tutti gli effetti la punizione di Hodge qui a New York.»

«Sarebbe?» chiese Theo.

«Piuttosto che derunizzare ed esiliare uno Shadowhunter valido, perdendo così un buon combattente, hanno in entrambi i casi preferito risparmiarli e sfruttare le loro doti. Li hanno elevati a maestri, ma gli hanno negato la possibilità di varcare il perimetro dell'Istituto.»

«Tanti giri di parole per dire che sono prigionieri» concluse Daisy.

Alec annuì. «Ecco perché non possiamo incontrarlo fuori.»

«Ed ecco perché... non ha potuto farmi da padre.»

«Posso dare un'occhiata negli archivi del processo per vedere come sono andate di preciso le cose. Da quello che mi ha raccontato Magnus, è probabile che il Conclave abbia mandato uno stregone a cancellare quei pochi ricordi che i tuoi nonni avevano di Jasper. Forse lui si era recato subito all'Istituto per discutere con i superiori, andando incontro all'immediata punizione.»

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