陰 - hidden, secret (or female, moon.)

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[1 Gennaio 2017, 4:27 – Im Cottage, Philadelphia, Pennsylvania, Stati Uniti.]

"Jimin."

Taehyung sentí solo un assonnato 'mh?' come risposta.Fu seguito da una leggera pressione del braccio contro la sua schiena, per assicurarsi della sua presenza e avvicinarlo, per la quale l'agente finse di non provare una strana sensazione allo stomaco.

"Sono stanco di fingere."

Jimin aprí gli occhi e lo ascoltò, guardandolo serio. Taehyung era arrivato alla conclusione, dopo essersi svegliato, che odiava quel posto, la gente, Yongsun e la notizia inaspettata su Namjoon. La loro missione ormai era giunta al termine, e non voleva rimanere lí piú del dovuto. Al solo pensiero Taehyung avrebbe voluto vomitare.

Appoggiando nuovamente il volto sul petto di Jimin, giurando di non ripetere piú l'azione una volta che il viaggio si sarebbe concluso, Taehyung si rilassò tra le braccia confortanti del partner.

"Voglio andarmene."




[1 Gennaio 2017, 23:22 – Incheon Airport, Gonghang-ro, Jung-gu, Incheon, Corea del Sud.]

"Dobbiamo informarle. Stanno rischiando la vita anche loro."

Dopo il breve colloquio con Seokjin, i quattro furono incaricati di portare a termine una missione di poco conto in Grecia. La notizia li aveva sorpresi e Jungkook non fu il solo a protestare: la loro priorità doveva essere trovare Namjoon, non seguire i passi di un qualsiasi illegale scambio d'armi dall'altro capo del mondo. Seokjin riferí che le analisi scientifiche sul luogo dello scoppio avevano riportato poche informazioni: i documenti trovati da Taehyung sottolineavano l'ovvio, e l'unica novità interessante arrivò dal laboratorio di chimica e dall'autopsia di quello che rimaneva del corpo di Jaebum. A quanto pare lo sfortunato doveva essersi trovato molto vicino alla causa dello scoppio: la bomba, provocata probabilmente da un piccolo dispositivo, poteva essere stata posizionata ovunque.

Nonostante ciò, Seokjin decise di indagare solo sulla moglie Yongsun e quindi lasciare a Taehyung e Jimin l'investigazione. Anche quando Jungkook e Seoyoon si proposero di aiutare in qualche modo, il capo rimase fermo nella sua decisione. Non avendo scelta, gli agenti e le quartermaster accettarono l'incarico e raggiunsero l'aeroporto di Incheon.

Lo scetticismo riguardo l'insulsa missione affidatagli e l'importante ricordo di quella mattina di Jungkook, spingevano il sesto senso del giovane verso la sfiducia. L'unica con cui si era confidato era la sua quartermaster, che immediatamente gli aveva creduto: stava succedendo qualcosa nella loro agenzia, tuttavia non sapeva ancora cosa stesse succedendo o chi fossero gli artefici. I due avevano provato a contattare Jimin e Taehyung, e la connessione fallita non aveva fatto altro che aumentare i loro sospetti.

Piegando piú volte il biglietto aereo per la leggera rabbia, J si trovava vicino a Jungkook, cercando di farlo ragionare riguardo le loro due colleghe.

"Se l'anello che ricordi aveva lo stesso simbolo, non possiamo fidarci di Seokjin."

Jungkook si morse il labbro inferiore, ripensando all'immagine e confermando per l'ennesima volta quello che prima era solo un dubbio. "Ne sono sicuro."

La quartermaster si guardò intorno seccata. L'agente sapeva come la ragazza fosse già sfiduciosa nei confronti dell'agenzia, e la notizia poteva solo enfatizzare il sentimento. Jungkook rimase a braccia conserte, impassibile. "La Grecia potrebbe essere una trappola come una semplice distrazione..."

Dynasty (it all fell down)  | vminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora