The Daemons Wingeds- Il segreto delle ali del diavolo.

Capitolo 1

"Un giovane angelo ballava nel prato di un demone alato, che con un manto velato copriva il suo tesoro. 《Cosa sei tu?》 Domandò l'angelo. 《Sono un diavolo, sono un angelo, sono il bene, sono il male. Sono quello di cui tutti hanno paura, ma di cui tutti hanno bisogno. Sono un demone, un demone alato.》 Rispose la creatura. 《E cosa lascondi li?》 Fece l'angelo avvicinandosi. Ma il demone mutò e la sua voce cambiò con lui. 《È il mio tesoro, il mio segreto. Il segreto delle ali del diavolo. 》"

Mi sveglio di sobbalzo come ogni mattina. Sogno un Angelo che incontra un certo Demone Alato da quando ho compiuto 17 anni. È inquietante.  Come se il mio cervello volesse dirmi qualcosa, ma cosa?

Qualsiasi cosa sia è incomprensibile, riesco solo a capire la canzone che cantano il Demone Alato e l'Angelo, è la stessa canzone che mi cantava mia madre quando ero piccola. Ricordo ancora i suoi capelli biondi che gli incorniciavano la faccia rosea, e gli occhi azzurri che risplendevano come stelle alla luce della luna. Mia madre era una persona fantastica, aveva sempre un sorriso sulle labbra, come se andasse tutto bene. Era magra e alta, era tanto forte, ma così fragile che poteva crollare da un momento all'altro. Portava sempre dei maglioni lunghi e larghi, non veniva mai al mare con me e Papà e si vestiva sempre in bagno. Nascondeva qualcosa,  ma cosa?

Mi cantava quel motivetto prima di andare a dormire, è una bella canzone, ma non è mai riuscita a finirla, diceva che lo avrei scoperto da sola il finale. Lei lo sapeva, ma non lo sapeva.

Mi ricordo di quella sera di 13 anni fa, mia madre e mio padre avevano litigato e io e lei salimmo sulla macchina e partimmo per non so dove, eravamo nell'autostrada quando la macchina si schiantò facendoci finire in acqua. Ricordo che fin da piccola non avevo paura di morire, la morte non mi spaventava, la paragonavo ad una lunga dormita sul lettone di mamma e papà.  Quella sera non avevo paura di morire, avevo paura di perdere mia madre. Lei allungò una mano verso il mio viso paffuto e lo accarezzò, una lacrima le rigò la guancia e si confuse con l'acqua che aveva già riempito la macchina. Il seguito non lo ricordo bene. Ricordo una strana luce abbagliante che circondava mia madre, subito dopo mi sono svegliata su ponte, in qualche modo mi ero salvata, ma come?

Il giorno dopo, mio padre, mi disse che la mamma era morta, ma non avevano trovato il corpo. Ho passato i seguenti 13 anni ad aspettarla, ogni notte, cantando la canzone del Demone Alato e dell'Angelo,  ma lei non tornava. Ricordo le parole che mi disse una settimana prima dell'incidente: "le gocce di pioggia non sono altro che lacrime di angeli che piangono perché è morta una stella." La sera dell'incidente,  quando è morta mia madre, stava piovendo.

Un anno dopo la sua scomparsa, mio padre si sposò di nuovo,  lei si chiama Jaclin, ed ha una figlia: Jessica.

Le odio, mi trattano male, e mio padre è troppo accecato dall'Amore per Jaclin per accorgersene.

Adesso ho 17 anni, frequento il liceo: Armi Del Domani e sono in ritardo, rischio di perdere l'autobus.

Ogni giorno è la solita routine: mi sveglio dal solito sogno - mi lavo - mi vesto - ignoro mia sorella Jessica - salto la colazione - metto le cuffie - ignoro Jaclin - prendo l'autobus e mi perdo nei miei pensieri. Oggi è sabato, ciò vuol dire che l'autobus è vuoto. Non ci sono quegli scippatori di posto che tanto odio, quindi riesco a trovare un posto libero, vicino al finestrino, il massimo del comfort direi. Finalmente posso farmi trasportare lontano, nel mio mondo perfetto, nel luogo che amo di più al mondo: la mia immaginazione.

Ma questo viaggio nella mia immaginazione non è destinato a durare perché...

《Ciao Jade!》

...Niklaus, il mio migliore amico, stava arrivando nella mia direzione, con due muffin al cioccolato ed un caffè. Niklaus è abbastanza alto, sicuramente più di me, ha gli occhi verdi e i capelli color nocciola, porta gli occhiali e l'apparecchio. Non è bellissimo, ma è tutto quello che ho di più caro.