Capitolo 6

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«Tu... t-tu non puoi... » balbettò Gabriel. C'era stato un tempo in cui aveva sospettato di suo figlio, ma si era detto che non fosse possibile, che si stava per forza sbagliando, e invece eccola lì, la prova che i suoi più grandi timori erano fondati.
Adrien sembrò ridestarsi, si mise in piedi e scosse la testa, guardando suo padre come se lo vedesse per la prima volta.
«Come hai potuto?» urlò il ragazzo, «Hai messo a ferro e fuoco tutta Parigi, non hai pensato alle persone che avresti potuto ferire, o peggio, uccidere?!»
Gabriel abbassò lo sguardo.
«Perché lo hai fatto?» continuò Adrien, mentre la rabbia iniziava a farsi strada dentro di lui sempre più forte «Sei solo un pazzo con manie di potere? Vuoi conquistare il mondo?»
Silenzio.
«Rispondi!»
«Devo riportarla indietro!» urlò Gabriel, battendo un pugno per terra. Aveva gli occhi lucidi e un'espressione talmente disperata che Adrien ne rimase spiazzato.
«Che vuoi dire? Chi?»
Gabriel si alzò proprio mentre una farfalla bianca entrava dalla finestra, svolazzando intorno all'uomo.
«Ladybug, c'è l'hai fatta di nuovo...» sussurrò tra sé e sé.
Adrien lo guardò confuso.
«E va bene» esclamò Gabriel, ritrovando in un attimo la sua compostezza «ricordi il viaggio in Tibet?» chiese.
«Quello in cui la mamma morì?» chiese il ragazzo.
Gabriel annuì. «Ero così entusiasta di partire. Tua madre, lei non voleva lasciarti a casa ma io la convinsi che un viaggio soli, io e lei, ci avrebbe fatto bene.» L'uomo si voltò verso la grande finestra.
«Arrivammo a Lhasa, la capitale, e da lì ci spostammo verso ovest, raggiungendo villaggi sempre più piccoli e sperduti. Cercavo l'ispirazione ed ero desideroso di avventure... che stupido.»
Adrien era sempre più confuso. Suo padre non gli aveva mai voluto rivelare i dettagli di quel viaggio, né come sua madre fosse morta. Ogni volta che aveva chiesto aveva ricevuto risposte evasive e imprecise. Perché glielo stava raccontando proprio adesso? A che scopo?
«Alla fine sentii di alcune rovine, in un luogo quasi inaccessibile sulle montagne. Non so dirti perché ma decisi che volevo vederle, ad ogni costo. La gente del luogo diceva che il tempio era maledetto e non trovammo nessuna guida disposta ad accompagnarci così prendemmo una mappa e ci avventurammo da soli.»
«Ma... perché?» chiese il ragazzo.
Gabriel sospirò. «Non lo so. Ci sentivamo vivi e credevamo che quella sarebbe stata un'avventura. Che fosse stato il fato a condurci lì. A ripensarci ora, siamo stati solo imprudenti.» Fece una pausa.
«Ad ogni modo, partimmo con le prime luci dell'alba e raggiungemmo le rovine nel pomeriggio. Nonostante fossero state quasi del tutto distrutte da un incendio, erano davvero magnifiche: il tempo e la devastazione non avevano intaccato la magia che si respirava in quel luogo. I pochi fregi e le pitture sopravvissute erano uniche e i colori vibravano come se fossero stati vivi.
Stavamo quasi per tornare quando un luccichio tra la neve attirò il mio sguardo. Mi avvicinai, spostai una trave con l'aiuto di tua madre e trovammo qualcosa che avrebbe cambiato la nostra vita per sempre...»
«Il libro» concluse Adrien, «quello che conservi nella cassaforte.»
Gabriel annuì. «Esatto, era lì, incredibilmente intatto, e lì, accanto ad esso, vi erano due oggetti ancora più spettacolari: le spille di una farfalla e di un pavone.» Gabriel si avvicinò al suo miraculous che giaceva a terra e fece per prenderlo.
«Fermo!» urlò Adrien, «Non toccarlo.»
Gabriel rimase fermo con la mano a pochi centimetri dalla sua spilla. «Pensi davvero che ti farei mai del male?» chiese, «Sei tutto ciò che mi è rimasto, Adrien.» disse, raccogliendo il suo miraculous. Il ragazzo rimase spiazzato dalle parole del padre e dal suo tono, quasi amorevole, tanto che non lo fermò.
«Rimanemmo svariati minuti a contemplare il tesoro che avevamo scoperto, indecisi se prenderlo o no. Io raccolsi il libro e iniziai a sfogliarlo, rapito da quelle immagini e quei colori e fu allora che qualcosa andò storto.» Strinse la spilla della farfalla nella mano. «Tua madre aveva appena sfiorato la spilla con il pavone che qualcosa, un essere mostruoso, nero come la notte e con gli occhi iniettati di sangue, uscì da quell'oggetto. Emise un suono spaventoso, che fece tremare la montagna intorno a noi e iniziò a lanciare fiamme che incendiarono i resti già semi distrutti del tempio. Volevo correre da lei, ma Emilie mi urlò di stare lontano, di scappare ed io, come uno stupido, esitai.
Ebbi appena il tempo di guardare tua madre negli occhi, di vedere la sua espressione. Mi disse di prendermi cura di te dopodiché svanì, risucchiata dalla spilla insieme al mostro.»
Adrien non riusciva a credere alle sue orecchie. Non riusciva a dire nulla, sconvolto da quelle rivelazioni.
Gabriel si voltò verso suo figlio. Sembrava più vecchio che mai. «Quando mi resi conto di quello che era successo era troppo tardi. Emilie non c'era più, le uniche cose rimaste erano le due spille e il libro.
Afferrai la spilla del pavone ma non reagì in alcun modo, poi afferrai quello della farfalla e, con mio enorme sgomento, apparve Nooroo.»
Dal miraculous che Gabriel aveva in mano fece capolino un kwami tutto viola, con delle ali di farfalla sulla schiena e una spirale sul capo. Svolazzò intorno a Gabriel per poi posizionarsi sulla sua spalla.
«Lui mi spiegò tutto sui miraculous, sul maleficio che gravava su quello del pavone e sui segreti che si celano dietro questi incredibili oggetti.Tornato a casa, senza Emilie e disperato, iniziai a studiare il libro e scoprii che ve ne erano altri e che chiunque avesse posseduto quello del gatto e della coccinella avrebbe potuto esprimere un desiderio... qualsiasi desiderio.»
Adrien osservò suo padre mentre si avvicinava e gli poggiava una mano sulla spalla.
«Adrien, capisci quello che intendo? Con il tuo miraculous e quello di Ladybug potremo far tornare indietro tua madre. Saremo di nuovo una famiglia.»
Adrien ci mise qualche secondo a metabolizzare quelle parole. «Ladybug non ti darà mai il suo miraculous spontaneamente» disse alla fine.
Gabriel sorrise.
«Con il tuo aiuto potrei farcela. Lei si fida di Chat Noir...»
Adrien allontanò la mano di suo padre con una manata, incredulo. «Mi stai chiedendo di tradirla?»
«Ti sto chiedendo di aiutarmi a salvare Emilie, tua madre! Non vuoi che torni da noi?!»
Adrien strinse i pugni. «Si, ma non a questo prezzo! Non puoi chiedermi una cosa del genere.»
«Perché t'importa tanto? Chi c'è dietro la maschera?» chiese Gabriel.
«Io...non lo so. Non abbiamo mai condiviso le nostre identità» disse Adrien, sulla difensiva.
Gabriel sbuffò, spazientito. «Quindi vorresti dirmi che questa ragazza di cui ignori qualsiasi cosa conta più della vita di tua madre?»
Adrien girò la testa di lato, tentando di mantenere la calma, anche se avvertiva il sangue pulsargli nelle tempie. «Non posso tradire la sua fiducia.»
Gabriel sospirò. Alzò la mano destra all'altezza della spalla, con il palmo rivolto verso l'alto e una farfalla vi si poggiò.
«Speravo che avresti capito» disse lui «che mi avresti aiutato.» Allungò il braccio e la farfalla prese il volo, avvicinandosi ad Adrien.
Il ragazzo la guardò volteggiare, mentre si accostava al suo viso.
Fu un attimo.
La farfalla di poggiò alla sua spalla e contemporaneamente Adrien avvertì un pizzico doloroso. Si portò la mano sul collo, scacciando la farfalla, ma ormai era tardi. Il corpo iniziò a intorpidirsi e, in men che non si dica, si ritrovò in ginocchio, a lottare per mantenersi cosciente.
Gabriel si avvicinò a lui. «Tranquillo, il veleno della mia farfalla ti farà dormire solo per qualche ora.»
Adrien guardò suo padre con odio, chiedendosi come aveva potuto, anche solo per un secondo, fidarsi di lui. Probabilmente, pensò, anche la storia che gli aveva raccontato era falsa.
«Non riuscirai a sconfiggere Ladybug» disse, mentre mille puntini gli offuscavano la vista. Gabriel afferrò la sua mano e gli sfilò l'anello, senza che lui potesse fare nulla per impedirlo.
«Vedremo come se la caverà senza il suo gattino» disse Gabriel proprio un attimo prima che Adrien perdesse i sensi.


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Ciao gente!
Scusate, so che metto a dura prova il vostro cuore con questi finali di capitoli, ma non riesco proprio a farne a meno, amo la suspense!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la teoria sul passato di Gabriel, raccontata così, risulti interessante. Per chi segue anche gli ambrogisti, sapreste già che questa è la stessa teoria di cui ha parlato Halfmoon in uno dei suoi video e sul quale mi ha trovata pienamente d'accordo!

Se il capitolo vi è piaciuto fatemelo sapere con un voto e un commento e, se qualcuno volesse spendere qualche parola in più per fare una recensione, gliene sarei infinitamente grata!

Questa settimana anche una delle mie storie originali, "Le terre dei dormienti" è stata per qualche giorno in classifica nella sezione "Fantasia" e spero che, presto o tardi, anche questa fanfiction riesca a salire un po' e a farsi conoscere.

Grazie a tutti per il vostro continuo supporto e il vostro affetto... siete il carburante che mi fa continuare a scrivere!
Ci rileggiamo venerdì con un nuovo capitolo e vi lascio una piccola domanda:
Secondo voi che cosa accadrà adesso? Cosa farà Gabriel ora che ha scoperto che Adrien è Chat Noir?
Baci!!!

Laura

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ANGOLO SEGNALAZIONI (spero l'idea vi piaccia)
Questo sarà un piccolo angolino in cui vi voglio segnalare le fanfiction su miraculous che leggo e che trovo interessanti... se ne avete da consigliare segnalatemele e, se le troverò interessanti, le segnalerò alla fine dei capitoli!

PaoloMauro "Una su un milione"

The last sacrifice {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora